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Spalletti: “Napoli, sarebbe stato più facile restare. Rispondo a De Laurentiis e si dice una fesseria”

Spalletti: “Napoli, sarebbe stato più facile restare. Rispondo a De Laurentiis e si dice una fesseria” - immagine 1
Luciano Spalletti, ct dell'Italia, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Tanti i temi affrontati, dall'esperienza al Napoli alla Nazionale.
Marco Astori

Luciano Spalletti, ct dell'Italia, ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Tanti i temi affrontati, dall'esperienza al Napoli alla Nazionale: "Con l’esercizio cerco di portare il timido nella condizione ideale per alzare il livello del rendimento. Non riesco a fare niente in superficie. Il primo anno a Napoli vivevo in albergo, magnifico, mi portavano la colazione in camera. Poi ho piazzato il lettino nell’ufficio. Per non perdere un solo secondo, anche il più piccolo particolare, mi risparmiavo la mezz’ora di auto da Napoli a Castel Volturno".

DECISIONI - "Se ne ho mai subita una? Ho sempre deciso per me stesso. Il mestiere vuol dire 365 giorni di grande lavoro. Dopo il primo anno i miei collaboratori mi dissero “ma cosa restiamo a fare? Hanno venduto tutti”. Erano partiti Mertens, Koulibaly, Ghoulam, Ospina, Insigne, Fabian Ruiz. Tanta qualità. Io volevo sentirmi l’allenatore del Napoli e si è allenatori di una squadra soltanto se si fa qualcosa di effettivamente importante. Quando incontri De Laurentiis la prima cosa che ti dice è “secondi siamo già arrivati e dobbiamo stare sempre in Champions”. Messaggio chiaro e diretto. Così sono ripartito per ottenere quella cosa là, è successo, sarei potuto restare ancora, il grafico prestazionale l’avevamo portato al livello più alto. Sarebbe stato più facile e naturale andare avanti, lavorare con un gruppo che avevamo portato al top, godersi la felicità del momento, quella fatta provare alla gente di Napoli. Ho scelto la tristezza".


DE LAURENTIIS - "Io ho due orecchie e una bocca. So ascoltare e al momento giusto parlare. De Laurentiis ha una grande comunicativa, un linguaggio scorrevole. E poi dipende sempre dal De Laurentiis che ti ritrovi di fronte, ne esistono almeno quattro o cinque. Con l’intelligenza artificiale potrebbero provare a inventarne altri".

DE ROSSI - "Credo di conoscerlo molto bene. Penso che il principale merito di Daniele, per quanto sta dando alla Roma, derivi dal fatto che fin dal primo giorno non si è voluto approfittare dell’immenso amore che i tifosi nutrono nei suoi confronti. Ha capito subito che quello poteva essere un vantaggio-boomerang e l’ha messo da parte per investire totalmente nel lavoro sul campo. Sa bene che le idee possono portare allo stadio in festa solo attraverso gli allenamenti settimanali. Non so se Daniele abbia qualcosa di me, ogni tanto però mi ricorda Mazzone, quando gli scoppia la vena ha atteggiamenti che appartenevano al grande Carletto".

NAZIONALE - "Io contattato prima di agosto? Chi racconta una fesseria del genere dimentica che fu Mancini a rassegnare le dimissioni e le diede all’improvviso. Incontrai il presidente per la prima volta nei giorni seguenti e posso dire di averlo visto in grande difficoltà. L'Europeo? La fiducia deve corrispondere all’amore che si prova per la Nazionale. Più la si ama e più fiducia si ha. Non dobbiamo temere nessuno, mettiamocelo in testa come chiodo fisso. Siamo il mezzo per raggiungere la piena felicità. La nostra e quella di chi ci vuole bene".

FUTURO - "Vivo sempre come se all’ultimo istante potessi cambiare il mio destino. Il cuore ha le sue ragioni, ma talvolta la mente non le riconosce".

DA BAGGIO A TOTTI - "Mi piacerebbe portare a Coverciano, quando ci ritroveremo per la preparazione agli Europei, quattro 10 mondiali, Baggio, Del Piero, Totti e Antognoni. Ne ho già parlato con Gravina. Pensa se quel 40 assistesse a un nostro allenamento: spingerebbe i ragazzi a elevare la prestazione... Presto partirà l’invito ufficiale della Federazione. Se vuoi posso parlarti anche di un 10 tra i pali e non solo".

BUFFON - "Conoscevo Buffon come grande portiere, uomo di calcio e leader di spogliatoio, ma in questo periodo insieme ho capito che è anche un grande amico e che il dirigente sarà all’altezza del campione che è stato. Dimostra di possedere qualità e conoscenze anche in un ruolo completamente nuovo… E se le parole non arrivassero basterà guardarlo per comprendere dove vogliamo andare".

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