BREAKING – Milan, ecco l’esito degli esami strumentali di Gabbia e cosa filtra sui tempi di recupero
DIVORZIO - "Cardinale mi disse che io e Massara eravamo licenziati, giustificandolo con i cattivi rapporti con Furlani e aggiungendo una battuta sulla semifinale Champions persa con l'Inter. Con lui in un anno solo una chiacchierata e quattro messaggi. Mi era stato chiesto di preparare un piano per vincere la Champions. L'ho steso con Massara e un amico consulente, l'ho mandato ma non mi è stata mai data una risposta".
RETROSCENA - "Mercato? Niente di più lontano dal vero che io e il ds Massara non condividessimo obiettivi e strategie. Mai avuto, né voluto, potere di firma: nemmeno per i prestiti. Ogni acquisto era avallato da Ceo e proprietà. I giocatori li abbiamo scelti noi, a volte spariva il budget. È normale a volte l’interferenza nelle scelte sportive, che spostano equilibri finanziari. È ingiusta l’accusa di non averle condivise. Per Ibrahimovic servirono tante riunioni. Mi contestavano De Ketelaere ma per un ragazzo così giovane la percentuale di insuccesso è alta. Leao, Bennacer e Theo non piacevano".
IBRA - "Tornare? Gli posso suggerire che all’inizio sarebbe logico osservare e imparare".
MESSI - "Dopo il Barça era libero e secondo proiezione sull’indotto ne valeva la pena, col decreto crescita. Leonardo ci spiegò che il Psg era già avanti, così è rimasta un’idea".
BUDGET - "A marzo non se n’era ancora parlato e non si può aspettare giugno per programmare il mercato. Poi,quattro giorni prima del licenziamento, Furlani mi comunicò molto imbarazzato un budget basso: io ne presi atto. Dopo la nostra partenza, il budget è addirittura raddoppiato, al netto della cessione di Tonali, e il monte ingaggi è finalmente in linea col nostro piano: deve essere diventato fonte di ispirazione!".
TONALI - "Avremmo fatto il possibile per non lasciarlo andare. Non siamo mai stati totalmente contrari a una cessione importante, ma non c’era necessità. Per Sandro spendemmo un quinto del valore di dominio pubblico e dovemmo discutere animatamente con Ceo e proprietà: non lo voleva neppure l’area scouting. Scommesse? Una sconfitta: non mi sono accorto del suo disagio. Non si fa mai abbastanza per i ragazzi. Acquisti e cessioni sono solo una piccola parte del lavoro. Quello vero, con Leao, Hernandez, Bennacer, Maignan, Kalulu, Thiaw, Tomori e molti altri, è stato supportare il loro sviluppo».
PIOLI - "Va ringraziato, è stato fondamentale per i giovani. Però l’allenatore è tra le persone più sole del calcio. Dargli compiti che esulano dai suoi, senza sostegno, lo renderà sempre più solo".
PIRLO - "Sostituirlo con Pirlo? Il mio ruolo prevede confronti frequenti. Con Pioli lo stavamo già facendo per la stagione successiva. Aveva meritato il rinnovo al 2025. E se ci fosse stata, come in passato, unità di intenti e visioni con gli obiettivi societari, non vedo perché l’avremmo dovuto cambiare".
ALGORITMO - "Non ce n’è bisogno, per prendere Loftus-Cheek, Pulisic e Chukwueze: basta usare i soldi che merita una società che finalmente fattura 400 milioni. Non si possono paragonare i quattro mercati precedenti con l’ultimo, avevamo armi diverse. La sostenibilità? Con Boban e Massara è stato stimolante tagliare del 30% gli ingaggi, rinnovare la rosa e aumentarne il valore con scudetto e 3 anni di Champions, dopo 7 senza".
ARABIA - "Le alternative al Milan sono limitate: mai un’altra italiana, eventualmente solo una straniera di alto livello. A me piace vincere e costruire. L’Arabia? Chissà, potrebbe essere un’idea".
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