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Lucca: “Mi sono comprato al fanta, mi metto sempre! Ma i voti sono una distrazione perché…”

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L'attaccante dell'Udinese Lorenzo Lucca ha concesso un'intervista ai microfoni di SportWeek. Tanti i temi affrontati, dall'Udinese alla Nazionale fino al fantacalcio.
Marco Astori

L'attaccante dell'Udinese Lorenzo Lucca ha concesso un'intervista ai microfoni di SportWeek. Tanti i temi affrontati, dall'Udinese alla Nazionale fino al fantacalcio.

NAZIONALE - "Ho sentito Toni un mese e mezzo fa. Mi ha detto di darmi una mossa perché secondo lui sono l’attaccante ideale per la Nazionale di Spalletti. Della Nazionale ho fatto parte, ma non mi basta. Per essere titolare vuol dire essere uno tra gli undici italiani più forti. Quindi vorrebbe dire giocare in uno dei top team italiani o esteri".


GOL - "Se ne faccio tanti? Guadagnerei considerazione, perché è molto più difficile farne tanti qui che all’Inter. L’anno scorso ho sbagliato tanti gol, quest’anno ho colpito una traversa contro la Juve, un palo a Parma e ancora un palo, in rovesciata, in casa contro la Fiorentina".

UDINESE - "Qui ho trovato la continuità nel giocare, la stima e la fiducia del club, che mi ha aiutato nel sopportare gli errori, e l’anno scorso ne ho commessi tanti. In questa stagione spero di sbagliare di meno, ma sbaglierò comunque, e sapere che chi ti sta intorno non ti crocifigge diventa importante. Altra cosa, all’Udinese mi hanno spinto a lavorare sempre di più: a fine allenamento mi metto tirare da tutte le posizioni. Ne farò 20 o 30 a sessione, ma a fine stagione diventeranno più o meno cinquemila. E sono sicuro che avranno un peso".

FUTURO - "Penso che questo sia per me un anno fondamentale. Sono arrivato in alto in ritardo – ed è stata colpa mia: nessuno crede in te più di te stesso, e se vuoi davvero qualcosa, sta’ sicuro che la otterrai – ma era destino e non rimpiango le scelte che ho fatto, perché sono sempre state mie, non di mio padre, mia madre o di un procuratore. Io ho scelto di venire a Udine, come io ho scelto di ripartire dalla Promozione. E forse, se non avessi fatto quel passaggio, oggi non sarei qua".

FANTACALCIO - "Ho preso a vedere i voti perché ho fatto la squadra di fantacalcio coi miei zii e cugini. Mi sono comprato, mi metto titolare tutte le volte… Guardare le pagelle dei giornalisti è una distrazione che non mi serve. So da solo quando gioco bene oppure male".

MATURITÀ - "Sono cresciuto nel modo di gestire emotivamente la partita, prima e durante. Nello spogliatoio, una volta, facevo più lo stupido, scherzavo tanto. Ora continuo, ma sono diventato più serio, composto. Fuori dal campo non sbaglio più. Niente di grave, ma prima facevo “serata”, molte più feste. Adesso sono capace di non uscire da casa per quattro mesi".

MODO DI GIOCARE - "Sono migliorato tecnicamente e nel legare il mio gioco a quello dei compagni. Riesco a capire più di prima come si muove chi mi sta alle spalle, le sue caratteristiche, come mette la palla, e questo mi permette di predispormi col corpo nel modo migliore per ricevere il passaggio. Ma, ancora una volta, la crescita più importante è stata qui (indica la testa): una volta, sbagliavo il primo passaggio e mi mortificavo. Ora sbaglio la prima palla e mi dico: “Vabbè, adesso gioca bene la seconda”. Non mi faccio più condizionare dagli errori".

CARATTERISTICHE - "Non penso di essere una perla rara, ma è vero che rispetto agli altri ho un fisico e delle qualità tecniche e di gioco aereo particolari. Io sono convinto di poter fare grandi cose, ma nel mio ruolo vedo molta concorrenza, a partire da quella portata da Scamacca e Retegui, due “nove” molto forti che, rispetto a me, giocano in un top club come l’Atalanta. In questo momento mi stanno davanti, ma penso che per me sia solo questione di tempo e di lavoro duro. Cosa mi manca? L’uso del sinistro, piede sul quale sto però lavorando tanto. E devo usare ancora meglio il corpo, mettendolo tra il difensore e la palla, in modo da nasconderla".