EVERTON - "Di tutte le esperienze che ho avuto, non mi sentirete mai dire di averne avuta una brutta. Trovo aspetti positivi in tutte. Se non avessi trascorso quell'anno all'Everton, non avrei imparato le cose che ho imparato lì. Sono stato un po' sfortunato. Sono andato lì pensando di giocare un po' di più, avevo 19 anni. Sono arrivato dalla Juve e pensavo di fare scintille. Purtroppo non è andata così. Abbiamo cambiato tre allenatori quell'anno e mentalmente... Era tutto nuovo per me. Ero in Inghilterra, era un ambiente nuovo. Erano così abituati a non vedere il sole che facevano barbecue sulla spiaggia in inverno. Erano in maniche corte in inverno. Mi sono detto: 'Queste persone sono fuori di testa (ride, ndr)'. Ma l'Inghilterra mi ha fatto imparare molto su me stesso. Sono maturato molto. Quando sono arrivato lì non giocavo molto. Pensavo: 'Come faccio a non entrare in questa squadra, all'Everton?' Mentalmente, mi ha fatto evolvere. Non giocavo ed è stato nei momenti bui che ho capito che dovevo stringere i denti e allenarmi ancora di più. Poi è arrivata la possibilità di andare al PSG, mi sono trasferito lì e ho tirato fuori tutto quello che potevo. Non giocavo all'Everton e sapevo che dovevo dare il triplo. Ecco come è andata”.
PSG - “Si può imparare solo stando accanto a campioni come Mbappe e Neymar. Anche se non vuoi imparare, solo guardandoli, impari. Anche se dovessi pensare, 'Non c'è niente che io possa prendere da loro'. Li guardi e vedi cose che non sono normali e pensi tra te e te: 'Voglio provare a farlo'. Sono stato davvero fortunato a giocare con loro e mi hanno insegnato molto, soprattutto proprio Mbappé e Ney. Non erano solo loro. C'erano altri come Leandro Paredes, Marquinhos e Presnel Kimpembe. Sapevano che non era andata bene per me all'Everton e mi hanno aiutato. Ti giuro che erano persone fantastiche, di cuore. Ho sentito l'amore intorno a me e ho fatto bene per questo. Solo mostrandomi l'80 percento di quello che facevano ogni giorno mi ha fatto desiderare di fare bene. Quando hai persone intorno a te che si preoccupano per te e credono in te, significa molto”.
NAZIONALE - “Ci tengo molto. Mi ha fatto male non essere stato convocato all'Europeo la scorsa estate e non aver vinto quello del 2021. Come ho detto, anche da quello ho imparato. Devo dimostrare di meritare di essere lì. Ogni volta che giochi per l'Italia devi sudare e dimostrare quanto sia importante indossare quella maglia. Ora voglio solo scendere in campo, segnare gol e qualsiasi cosa dovrà venire fuori, arriverà. Non mi pongo limiti".
Scarica l'app gratuita di SOS Fanta per non perderti neanche un aggiornamento con le notifiche push.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
/www.sosfanta.com/assets/uploads/202512/d5d4b3ff447eea067d98c852ea97f9a7.jpg)