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Chukwueze: “Sono rinato: quanti gol voglio fare! A Osimhen dico di venire qui, Fonseca, Pioli, Ibra…”

Chukwueze: “Sono rinato: quanti gol voglio fare! A Osimhen dico di venire qui, Fonseca, Pioli, Ibra…” - immagine 1
Samu Chukwueze parla in esclusiva alla Gazzetta dello Sport: tra campo, compagni e non soltanto.
Alessandro Cosattini

Samu Chukwueze parla in esclusiva alla Gazzetta dello Sport. Così l’esterno del Milan in vista della nuova stagione: “Felice? Sì, la cosa più importante è avere persone che ti danno fiducia. Il Milan è una famiglia, non una squadra. Facciamo tutto insieme. Io, Yac (Yacine Adli), Okafor, Fikayo, Ruben, Cala che è il capitano e vorrei sempre con me. Parliamo di vita, anche delle cose che vanno male”.

PRIMA SCENA IN NIGERIA - “Mia mamma che non vuole farmi giocare. In Africa tutti si concentrano sulla scuola e lei diceva “il calcio non ti darà mai soldi”. Io però sono nato con il calcio dentro. Allora andavo a giocare fino alle sette di sera, e quando tornavo a casa lei mi metteva in punizione. Mi prendeva le scarpe da calcio e me le requisiva, così dovevo nasconderle. Il problema è che le trovava sempre. Una volta mi ha bruciato scarpe e magliette e mi ha detto: “Samuel, devi concentrarti sugli studi”. Ho provato, ma una parte del mio corpo era spenta”.


NO AI SOLDI ARABI - “Se fossero stati un problema, avrei firmato in Arabia Saudita. Un anno fa mi volevano. 10 milioni netti a stagione? No no, era di più…. La mia mente era settata solamente sul Milan. Il mio agente me lo diceva: “Ehi, guarda che ci sono questi soldi…”. Ma io no: “Non voglio andare da nessun’altra parte”. Allora si è arreso. Quei soldi se verranno, verranno. La cosa più importante adesso è credere in me stesso, sono ancora giovane, voglio farcela, devo restare in Europa”.

MILAN - “Sì, il mister mi dà fiducia. Ora devo dimostrare che sono da Milan. Penso sia il mio momento”.

PIOLI - “Sono arrivato tardi, a fine luglio, era un po’ difficile convincerlo, chi giocava nella mia posizione segnava. Tutti siamo umani, anche io volevo giocare, ma gli allenatori sono prudenti, è normale. Ho avuto un buon rapporto con Pioli, è un uomo fantastico e un bravo allenatore ma è questo il calcio”.

FONSECA - “Mi ha detto solo una cosa: “Samuel, non voglio vedere il Chukwueze dello scorso anno. Voglio quello del Villarreal”. E io: “Ok, no problem”. E’ come se fossi rinato. Sono un giocatore nuovo”.

PULISIC TREQUARTISTA - “Ah, per me è perfetta. Rafa è veloce, Pulisic dribbla e segna, io posso fare uno-due. Se raddoppiano Rafa, poi devono marcare noi”.

VELOCITÀ - “Io o Leao? Senza palla, lui. Con la palla, io. Rafa nella top tre in Italia? Sì, e tra gli altri due c’è il mio amico Osimhen, che spero resti in Italia”.

OSIMHEN - “Vorrei chiudere gli occhi, riaprirli e vederlo qui al Milan. Gli dico sempre: “Sicuro che non vuoi venire?”. E lui: “Samuel, sai che è difficile…””.

GOL - “Voglio battere il mio record di sei in campionato”.

IBRA - “E’ durissimo, mamma mia. Però un bravo ragazzo: è duro nel business, sempre diretto. Mi dice: 'Chuk, ci aspettavamo che segnassi…'. E poi, quando segno: 'Ah, finalmente, ma dovevi segnarne due. La prossima volta non scherzare davanti alla porta'”.

MORATA - “Forte. Attacca lo spazio, fa assist, lavora duro e conosce la A più di me. Per noi esterni, è perfetto”.

CAMARDA - “Per me è speciale. E’ giovane, è forte ma deve continuare a lavorare, dimenticare l’hype e spingere forte. E’ molto intelligente, se continuerà a lavorare diventerà uno dei migliori attaccanti al mondo, credetemi”.

ADLI - “È il mio fratello francese. Yac mi ha spiegato quello che dovevo e non dovevo fare a Milano. Se ho problemi, chiamo lui. Yac è unico”.

PREFERITO - “Kakà. E’ il mio preferito di sempre ma non l’ho mai conosciuto. Se un giorno viene a San Siro, mollo tutto e vado a vederlo”.