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Gasp: “In porta farò così! Quando torna Scalvini, Scamacca, Djimsiti, Lookman e come sta Zaniolo”

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Gian Piero Gasperini dice tutto sulla sua Atalanta. Dopo l'anticipazione su Teun Koopmeiners, ecco l'intervista integrale a L'Eco di Bergamo verso la nuova stagione.
Alessandro Cosattini

Gian Piero Gasperini dice tutto sulla sua Atalanta. Dopo l'anticipazione su Teun Koopmeiners, ecco l'intervista integrale a L'Eco di Bergamo verso la nuova stagione: "Adesso siamo in un momento di difficoltà numerica perché il mercato ha dei tempi, purtroppo, che non sono quelli delle squadre. Noi siamo al lavoro dal 10 luglio, e come tutti gli altri giochiamo partite con formazioni totalmente rimaneggiate, provvisorie. Poi quest’anno c’è stato l’Europeo di mezzo. E così la preparazione diventa quasi una perdita di tempo, se non per quei pochi che poi resteranno. Ecco, quello che mi è servito molto è conoscere quasi tutti i ragazzi dal 2008 agli Under 23, che ho avuto modo di testare. Dopo qualche anno di difficoltà del vivaio, nelle nidiate un po’ più giovani si vede di nuovo la possibilità di far crescere dei bei gruppi. Che quando vengono ad allenarsi con la prima squadra mi aiutano a tenere alto il livello del lavoro sul campo".

AI MINIMI TERMINI - "Inevitabile che sia così, ma in questo momento si è davvero complicata la stagione. Abbiamo avuto due infortuni pesantissimi, praticamente in tre partite due crociati senza contrasto, da soli, Scalvini e Scamacca. E poi la situazione di Koopmeiners, Tre giocatori di valore tecnico ed economico altissimo per la squadra e la società. In un mercato dove finora non è successo quello che ci aspettavamo. E che speriamo possa succedere da qui al 31 agosto. Sinceramente, speravo di trovarmi alla vigilia di una partita cosi importante come la Supercoppa Europea con una squadra più definita e consolidata e migliorata con nuovi innesti dopo la vittoria in Europa League. E invece in questo momento siamo ridotti ai minimi minimi minimi minimi (lo ripete proprio quattro volte, ndr) termini. Anche se poi sono sicuro che da qui a fine agosto la società provvederà in qualche modo. Però intanto abbiamo un’amichevole domani, la Supercoppa mercoledì e tre partite in trasferta nelle prime tre giornate di campionato. Con una squadra che in questo momento è molto meno competitiva rispetto a quando ha finito la stagione scorsa".


SINGOLI - "Ci speravo. Poi i conti si faranno alla fine. Ma in questo momento siamo in difficoltà in tutti i reparti. Proprio perché le date sono altre, sono però fiducioso che qualcosa succederà. Perché la qualificazione in Champions ha voluto dire molto, e la società come sempre è stata bravissima a valorizzare i giocatori in uscita. Allo stato attuale, per essere chiari, rispetto alla fine della stagione scorsa ho in meno Miranchuk, Hateboer, Holm e Adopo; si sono infortunati Scamacca e Scalvini; e Koopmneiners e Touré vogliono andar via. E poi c’è qualche altra situazione in sospeso come Bakker, Toloi, Palestra e Bonfanti. Poi le cose si sistemeranno, ma è chiaro che non cominciamo la stagione nel modo ideale. E noi in questa situazione di grande difficoltà dovremo dare ancora di più del solito. Quelli che siamo. Perché ci sono attese alte intorno alla squadra, e perché c’è gente che ha passato la notte in coda per fare l’abbonamento".

KOOPMEINERS - "Se ci contavo? Sicuramente, o quantomeno contavo su una trattativa che si svolgesse come ne avevo viste tante nell’Atalanta. Invece è venuta fuori questa situazione che ha portato a un irrigidimento delle parti. Capisco la volontà del giocatore, capisco l’atteggiamento dell’Atalanta di non subire il ricatto. Però il dato di fatto è che l’Atalanta è stata sfortunata nel perdere tre giocatori così importanti, che tolgono tantissimo alla squadra sotto l’aspetto tecnico. Ed è anche vero che non può essere la stagione delle plusvalenze: quando ti capita uno tsunami, devi saper reinvestire per ripartire. Poi quando avremo recuperato altri giocatori ci sarà la possibilità di recuperare anche quello che in questo momento si sta perdendo sotto il profilo degli investimenti. Conto molto su questo aspetto. In ogni caso, detto di Koopmeiners, vorrei tornare sulle situazioni di Scamacca e Scalvini, che sono completamente diverse da quelle dell’olandese".

SCAMACCA E SCALVINI KO - "Primo: il dispiacere per Scamacca è doppio perché si era presentato in ottime condizioni e motivatissimo dopo le vacanze post Europei. I test fisici e atletici erano eccellenti, fra i migliori della squadra. E la sua è una perdita gravissima anche per il gruppo. Secondo: Scalvini sta lavorando con un’ applicazione straordinaria nel suo percorso di riabilitazione e siamo ottimisti che possa rientrare prima della fine dell’anno. Terzo: non ho dubbi sul fatto che sia Scamacca che Scalvini, per quello che hanno dimostrato a livello di professionalità, torneranno più forti di prima".

RINNOVO - "Per volontà della proprietà non si è potuto allungare il progetto oltre i due anni. Probabilmente è una scelta legata alle abitudini degli azionisti statunitensi. Va bene, quello che per me era prioritario è la parte tecnica, e su quella credo di esser stato chiarissimo alla fine dello scorso campionato. E quella chiedo che sia rispettata. Ho un accordo con l’amministratore delegato e con il presidente per il prolungamento, e gli accordi che ho fatto con loro sono sempre stati rispettati. Potrebbe essere formalizzato prima dell’inizio del campionato, ma questo non è mai stato un problema. Come non lo sono mai stati i soldi. Mi aspettavo un contratto un po’ più lungo, quello sì, perché avrebbe voluto dire ripartire sul progetto, ma sono felice lo stesso. Per me l’importante è la parte tecnica. Ma capisco che, dopo questi imprevisti pesantissimi, da parte mia ci voglia pazienza".

SENZA SCAMACCA - "Scamacca è un problema che si è posto domenica. Per il resto parliamo di necessità, non di priorità: è arrivato Godfrey a sopperire all’assenza di Scalvini ed è arrivato Zaniolo a sostituire Miranchuk. Sulemana è su un altro piano, diciamo che è arrivato a sostituire Adopo. Mancano ancora tre situazioni alle quali la società sta lavorando e poi, appunto, si è aggiunto il problema di Scamacca. Non sarà facile trovare giocatori del valore di Scalvini, di Koopmeiners e di Scamacca, ma so che la società farà il massimo".

MERCATO, NO NOMI - "Non faccio nomi, la società ha il suo scouting, è un anno che lavorano su giocatori in tutti i ruoli, ho la massima fiducia nel lavoro dello scouting, del ds, dell’amministratore delegato. Se chiedo Mbappé non credo me lo prenderanno, però sono sicuro che secondo i budget della società sarà fatto il meglio".

PROFILI - "Giovani o esperti? Vanno bene entrambi, per me conta solo che siano forti. E che siano utili alla squadra. Se sono giocatori su cui si può fare plusvalenza benissimo, ma se mi arriva un altro Kolasinac sono contento lo stesso. Se arriva Scamacca pure. Prendiamo Zaniolo, è arrivato in prestito ed è un tipo di scommessa alla Scamacca o alla De Ketelaere. L’importante è la qualità. Che il mercato sia adeguato alla forza che ha raggiunto questa squadra. Io sono dispiaciuto quando succedono situazioni alla Touré o alla Bakker, perché poi finiscono per pesare".

ZANIOLO - "Centravanti? Anche qui bisogna fare chiarezza. Zaniolo viene da un infortunio molto serio, è stato operato ad aprile, per molto tempo non ha appoggiato il piede a terra. Non ha corso fino al 20 luglio. È molto indietro e dobbiamo recuperarlo. La condizione va migliorata e lui sta lavorando con grande impegno, ma deve ritrovare proprio la funzionalità del piede. Non è, in questo momento, competitivo, né gli si può chiedere di esserlo. Se no gli facciamo un danno. Le sue parole in vista del Real? E mi fa piacere, è la dimostrazione di una volontà straordinaria. Poi però deve fare i conti con la realtà di un infortunio non banale".

LOOKMAN - "In gran condizione? Lui, ma anche altri. Come Ederson, che pure è stato l’ultimo a rientrare. Per chi c’era, abbiamo fatto una buona preparazione. Finora siamo stati bravi e fortunati a non avere sovraccarichi e infortuni muscolari. Chiaro che adesso inizi a giocare, e quando cominci a giocare le partite cominciano anche gli infortuni, che arrivano in partita".

DJIMSITI - "No al Qatar? Sì, anche lui ha vacillato e va capito, perché è normale che in un mondo iper professionistico qualcuno sia attratto da certe offerte. Quello che non deve succedere a noi è l’esempio del Napoli. Che fa una stagione straordinaria e vince lo scudetto con 20 punti di vantaggio sulle altre, e l’anno dopo non si qualifica nemmeno per l’Europa".

PORTA - "Ancora dualismo Carnsecchi-Musso? No. Ancora per la Supercoppa giocherà Musso perché se l'è guadagnata sul campo ed è giusto così. Poi non funzionerà più come l’anno scorso. Dovrò fare delle scelte, ma non le dovrò fare solo io. Sono contento di entrambi, ma dopo la Supercoppa, se il problema resta, lo dovrò risolvere".

SCUDETTO - "Soddisfazione a fine anno? Se vinco lo scudetto (ride, ndr). L’anno scorso a un certo punto ho detto “O si va in Champions o tutto il resto è emmenthal”. Quest’anno non sono in grado di fare previsioni o fissare obiettivi. La gente deve sempre sognare, però la fotografia oggi è quella che ho fatto, poi magari fra venti giorni cambia tutto. L’anno scorso siamo stati dentro a tre competizioni fino alla fine, e in fondo è nato tutto dalla stagione precedente in cui siamo andati in Europa League mancando la Champions. Fossimo andati in Champions, non avremmo vinto l’Europa League... Bisogna sempre godere di quello che si ha, poi i traguardi si inquadrano anche lungo la strada. Questo storia di alzare l’asticella mi sembra un modo di dire, un luogo comune, un po’ come quando ci dicevano “non vincete mai niente”. È sempre un tentativo per mettere pressione e cercare di sminuire quello che viene fatto. E in quel gioco lì io non voglio entrare. Se non, eventualmente, per provocare un po’ quando ce n’è bisogno".

REAL - "Purtroppo siamo in un momento diverso da quello che avrei sperato, ma questo non toglierà proprio niente al nostro impegno. Anzi, aggiungerà ancora più compattezza, più determinazione, più orgoglio a questa Atalanta. Che a Varsavia rappresenterà la meritocrazia di quelle squadre che ce l’hanno fatta e che non ci sarebbero mai potute essere se fosse nata la Superlega. Nella quale sicuramente non ci avrebbero mai invitato. Invece così ci siamo stampati l’invito da soli e ci siamo presentati alla festa. E proprio con il Real, che la Superlega la voleva più di tutti".