DE ZERBI - "Mister De Zerbi è malato di calcio. Vive solo per il calcio e si vede. Ha portato grossissimi risultati, anche negli allenamenti è sempre un martello, ma anche lui è una grandissima persona, cerca sempre di insegnarti la sua idea di gioco. A me ha dato davvero tanto".
BANDIERA - "Essere considerato una bandiera mi rende orgoglioso. Magnanelli è da più anni qui, io ho preso spunto di lui, ho preso tante cose positive da lui, tanti insegnamenti. Mi sento anch'io una bandiera, sono qui da tanti anni. Abbiamo fatto un magnifico cammino insieme e spero di aver dato qualcosa di bello a questo ambiente".
TOP CLUB - "La prospettiva di andare in una grande squadra c'è sempre stata. Ho rifiutato delle squadre importanti perché in quel momento non mi sentivo maturo e volevo ancora cercare di maturare in questa società e ho rifiutato proprio per quello, non perché non avessi la voglia di non andare in un grande club. Poi con gli anni sono maturato, sto crescendo, e se un domani arrivasse la chiamata di un grande club ovvio che la valuterò. Se il progetto mi piacerà, se avrà le caratteristiche del divertimento e di essere protagonista, ovvio che la valuterò".
AMMONIZIONI - "Berardi è cambiato in tutto perché prima facevo delle sciocchezze per puro istinto, ero istintivo, mi veniva da fare una cosa e la facevo. Adesso prima di fare una cosa conto fino a 10 e mi riesco a gestire. Il rapporto con gli arbitri è cambiato perché sono cambiato io. Cerco sempre di dargli una mano e di comportarmi nel migliore dei modi".
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