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Attaccanti low cost da voto: sei giocatori per non rimanere in dieci al fantacalcio

Guglielmo Cannavale
Per vincere il fantacalcio servono i gol dei top, ma è anche importante non rimanere in dieci. Per questo vediamo alcune scelte low cost da voto in attacco, partendo da leghe a 6-8 fino ad arrivare a fanta più numerosi.

Per vincere il fantacalcio servono i gol dei top, ma è anche importante non rimanere in dieci. Per questo vediamo alcune scelte low cost da voto in attacco, partendo da leghe a 6-8 fino ad arrivare a fanta più numerosi. Il più costoso è Mota, poi si scende fino a Shomurodov. In attacco il compito è più difficile che negli altri ruoli, perché gli attaccanti titolari si pagano tutti o quasi, ma alcuni possono prendere voto anche subentrando.

Dany Mota Carvalho (Monza) - Gioca lui o gioca Petagna? Ecco, il solito dilemma. Ci risiamo. Pronti via e il dubbio ritorna. Si chiama dualismo. Palladino per ora ha fatto le sue scelte. E si è visto pure in Coppa Italia. Il portoghese parte avanti. Ma c’è di più: Mota può giocare anche alle spalle di Petagna, quindi dall’inizio o a gara in corso il voto lo prende. È il più costoso tra questi, low cost da ultimi slot solo in leghe poco numerose. Perché altrimenti vi costa qualcosa in più ed è uno che potete schierare alternando con altri attaccanti. Per confermarsi dopo una buona stagione.

Pontus Almqvist (Lecce) - Stazione di Lecce e nuova Corvinata in arrivo sul binario degli attaccanti. Sgusciante, ficcante, con un sinistro al cianuro. Percorso luccicante in precampionato e nella prima di Coppa Italia. Il gol al Como non è un dettaglio da bar dello sport. L’ex Rostov è un giocatore vero. Un jolly offensivo che nel tridente del Lecce avrà ampio spazio e minutaggio. D’Aversa lo immagina come un altro svedese che ha fatto decollare. Vi dice qualcosa Kulusevski? Il profilo è di tipo diverso e il paragone è certamente azzardato, ma chissà che non possa essere comunque di buon auspicio. Al fanta è un profilo low cost con voto praticamente assicurato. Un po’ penalizzato dal ruolo di attaccante. Ma in lega numerosa è anche più di semplice un low cost.

Giuseppe Caso (Frosinone) - Si è fatto da solo. Da buon emigrante del bonus che ha dovuto scalare tutte le tappe. L’ultima? La promozione in Serie A del Frosinone: in quella scatola dei sogni ci sono i suoi gol. E quella specialità della casa da attaccante di prospettiva, tutto dribbling e sterzate. Occhio perché per il 4-3-3 targato Di Francesco è l’incastro perfetto. È nato a Torre Annunziata proprio come Ciro Immobile. Anche qui, chissà che non possa essere di buon auspicio per il fanta. Caso è una soluzione low cost dalle neopromosse, dopo i 9 gol nella scorsa Serie B.


Federico Bonazzoli (Verona) - Il talento c’è sempre stato. Sono mancate altre cose. La continuità, la voglia di sapersi mettere in discussione, quella capacità di adattamento che nelle rotazioni diventa un fattore. La ripartenza arriva da Verona. Dovrà dimostrare che l’ultimo anno a Salerno (2 reti in 24 partite giocate) è stato solo un incidente di percorso. Perché l’anno prima in Serie A era stato un cecchino da doppia cifra: 10 gol in 32 presenze. Baroni può essere l’uomo giusto per riemergere. Nel modulo del Verona le opportunità non mancheranno, può giocare in diverse posizioni. Da titolare oppure da alternativa troverà il suo spazio, andrà molto spesso a voto. Soluzione a basso prezzo.

Matteo Cancellieri (Empoli) - Missione riscatto dopo una stagione alla Lazio in cui ha giocato pochissimo. Solo spezzoni. E nessun gol. L’unico gol in Serie A lo aveva fatto al Verona. È ancora molto giovane, Empoli potrebbe essere la piazza giusta. Zanetti sta provando un 4-2-3-1 in cui Cancellieri farebbe l’esterno d’attacco, può trovarsi bene. Bisogna capire quanto da +3, ma almeno il voto - dall’inizio o da subentrante - dovrebbe prenderlo praticamente sempre.

Eldor Shomurodov (Cagliari) - Tutto vero: arriva da una retrocessione in Serie B e da stagioni parecchio complicate. Senza gol, senza bonus, un digiuno totale di emozioni. E l’inizio a Cagliari non è stato in discesa. Soprattutto con un sergente di ferro come Ranieri. Ma attenzione a tirare le somme con conclusioni affrettate. In Coppa Italia è partito dalla panchina, ma in campionato ci sarà bisogno di lui. Soprattutto adesso che non c’è Lapadula. Il tempo di sistemare la condizione fisica, che lo ha frenato in questo avvio. Poi l’ex Genoa potrà accomodarsi in sala check-in. In fondo è stato preso per una missione chiara: avere spazio e poter dare un contributo. Il prezzo è basso, anche in leghe abbastanza numerose. Non un piano B, ma un possibile rincalzo.


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