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Allegri: “Avevo già firmato col Real: con la Juventus è andata così! Vlahovic, Morata e una sorpresa”

Alessandro Cosattini

A tutto Massimiliano Allegri, tra campo e non solo. L’allenatore della Juventus ha concesso un’intervista esclusiva a GQ Italia in cui ha svelato interessanti retroscena: “Come sono stato senza allenare? Sono stato benissimo, a parte il...

A tutto MassimilianoAllegri, tra campo e non solo. L’allenatore della Juventus ha concesso un’intervista esclusiva a GQ Italia in cui ha svelato interessanti retroscena: “Come sono stato senza allenare? Sono stato benissimo, a parte il secondo anno quando è scoppiato il Covid, come per tutti immagino. A febbraio del 2020, quando è iniziato tutto, ero in montagna con mio figlio; siamo tornati l’otto marzo, c’era il lockdown, e quindi mi sono rifugiato a casa mia a Livorno. Alla fine questi due anni mi servivano: ne ho fatti diciotto da giocatore e sedici da allenatore senza mai fermarmi”.

PASSIONE CALCIO - “Più che altro ci sono delle partite che mi appassionano. A marzo ho guardato Real Madrid-Paris Saint-Germain e l’ho trovata una partita fantastica; mi sono veramente emozionato a vederla perché ci sono state delle giocate tecniche di giocatori di assoluto valore, è stata la dimostrazione che i campioni la differenza la fanno nel carattere, nell’orgoglio, vedi Modric e Benzema. Sono stati meravigliosi. Quando ero fermo, più che altro andavo a vedere ogni tanto i miei amici che allenano a livello dilettantistico, mi divertivo un po’ così. Poi ovviamente guardavo un po’ di partite quando mi capitava ma non ne ero assolutamente ossessionato. Mi sono dedicato un po’ al tennis, ho letto, fatto cose mie, non è che si potesse far molto, però sono stati due anni passati bene, e infatti dopo che ho ricominciato mi ci è voluto un po’ per riprendere i ritmi giusti”.

RITORNO IN PANCHINA - “Sì, era il tempo giusto. Sono stato fermo parecchio, sarei comunque tornato ad allenare, avrei potuto farlo prima ma poi sono subentrate anche questioni personali e di famiglia. Nel 2018 è venuta a mancare mia madre, quindi nel 2019 non mi volevo allontanare troppo, e ne ho approfittato per stare vicino a Giorgio, il mio figlio più piccolo, la grande ormai vive a Milano ed è autonoma; mio padre è a Livorno e ha risentito molto della mancanza di mia madre. La decisione di tornare alla Juventus, oltre al fatto di essere legato alla proprietà e al club, è anche frutto del desiderio di stare accanto a mio figlio, che vive a Torino con la madre. Sono uno a cui piace avere tutti gli affetti vicini”.

REAL MADRID - “L’ho detto e lo ripeto: quest’anno avevo già firmato un accordo con il Real Madrid. Poi la mattina ho chiamato il presidente e gli ho detto che non sarei andato perché avevo scelto la Juventus. Mi ha ringraziato. Dubbi? No, da quando mi ha chiamato la Juventus a maggio non ho avuto nessun dubbio. Real Madrid? A livello professionale sarebbe stato il coronamento di un percorso, certo: Milan, Juve, Real. Ma nella vita non si può avere sempre tutto e io sono davvero contento e orgoglioso di aver allenato per quattro anni il Milan e ora essere al sesto in un club come la Juventus. Al Real ho detto no due volte. La prima è stata mentre ero in fase di rinnovo con la Juve: dissi al presidente del Real che avevo già dato la mia parola a Andrea Agnelli”.


JUVE - “È una bella sfida, interessante, che ho la fortuna di affrontare al fianco di una proprietà che è la stessa da sempre, e che ha voglia come me di tornare a vincere. Quando sono arrivato la prima volta nel 2014 era tutto diverso; Antonio Conte aveva fatto un gran lavoro insieme alla società, vincendo tre campionati e costruendo una squadra molto forte che andava solo rifinita. Quest’anno è una squadra molto diversa da quella, con molti giovani, con giocatori forti ma con meno esperienza. Però stiamo ripartendo da una base chiara, che è il Dna della Juventus, e che consiste nel tornare a vincere ma sapendo soffrire e avendo voglia di lottare sempre. Tornando ho trovato un gruppo di ragazzi disponibilissimi oltre che tecnicamente bravi. Si sono messi subito a disposizione, con molta voglia di lavorare che è un elemento che ti trasmette questo club. Io credo che la Juve stia ritrovando il senso d’appartenenza, che è molto importante in prima squadra ma anche nel settore giovanile”.

SORPRESA - “Una sorpresa meravigliosa è stato Danilo. È un campione, un ragazzo molto intelligente, responsabile e che si mette sempre a disposizione della squadra. I Bonucci e i Chiellini li conosciamo già, però Danilo è stato veramente una scoperta”.

MORATA - “La sera che la società ha preso Vlahovic ho chiamato Alvaro e gli ho detto: «Non ti muovi da qui perché ora con lui diventi un giocatore molto più importante», e così è stato. Discutere Morata tecnicamente è da folli; è normale che se gli si chiede di far cose che non è in grado di fare possa non rendere al meglio, ma non dimentichiamoci che lui si è messo a disposizione e ha giocato per mesi in una posizione che non era propriamente la sua”.

VLAHOVIC - “È un ragazzo giovane, con poca esperienza internazionale, che però ha qualità, vuole e può migliorare, e ha tutto il tempo per farlo. Davanti alla porta ha una cattiveria assoluta. La Juventus ha fatto un acquisto importante: nel mondo lui, Mbappé e Haaland sono i più forti in circolazione della loro generazione”.

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