INTER - "Faccio i complimenti a tutti, è un traguardo importante raggiunte con due gare incredibili e belle per il calcio. E' stato un capolavoro di unità d'intenti, è stato fatto un percorso e sono cresciuti tutti. La Premier è superiore dal punto di vista economico, ma anche il nostro campionato è affascinante e difficile. Fare due finali in tre anni è qualcosa di importante non solo per l'Inter, ma per il nostro movimento".
PARTITA - "Abbiamo la fortuna di avere motivazioni, quando incontri squadre con obiettivi forti inconsciamente devi stare in partita. A volte non ce l'abbiamo fatta dall'inizio, ma abbiamo sempre reagito. Guardiamo a noi, continuiamo il percorso di crescita. A volte si fa un passo indietro per farne due avanti".
SUPERGA - "Sono andato a Superga due volte: la prima volta quando sono arrivato perché volevo capire cosa fosse la storia di questo importante club, l'altro giorno ho vissuto la storia. La cosa più forte è stato il rumore del silenzio davanti alla lapide quando Zapata ha letto i nomi. Me l'avevano raccontato, devo dire grazie perché ho avuto la fortuna di viverlo. La marcia? I tifosi sono una parte importante, hanno il diritto di dire ciò che pensano. Il grande insegnamento che ho avuto quest'anno è che noi e loro siamo andati avanti sulla stessa strada: si poteva fare meglio nel primo tempo con il Venezia, ma poi abbiamo dimostrato che non vogliamo i tradire i valori".
FORMAZIONE - "Sempre domande per sapere la formazione...(ride, ndr). Ha citato Ilic ma è un giocatore importante, non ha bisogno di questo: viene da campionati in Serie A, è stato preso come giocatore importante. Se dovesse giocare Dembele, sarebbe un bel passo d'esperienza. Ma l'esperienza l'ha fatta anche con l'errore di Firenze...Il bello di un giovane è fargli vivere gli errori, è dal primo giorno che dimostro che tutti sono importanti".
VINCENTI - "E' un obiettivo di quando si inizia, fare un processo e cercare di superare gli ostacoli. Tutti gli allenatori e le società hanno una strada e idee per provare ogni anno a mettere tasselli importanti per la crescita. Non si nasce vincenti, lo si diventa".
ADAMS - "Non mi aspettavo questo suo impatto in un campionato così difficile per una punta. Gli faccio i complimenti, anche al club perché ha preso un attaccante funzionale e di qualità. Può ancora migliorare, ma parliamo di un ragazzo che ha voglia di crescere ed è alienabile. Si merita ciò che ha fatto, ma mancano ancora tre partite".
PULICI - "Un'emozione. Il Filadelfia è casa loro, noi a braccia aperte le accogliamo perché è bello farli rientrare a casa loro. Sono valori da non perdere: per costruire il futuro, non si può dimenticare il passato. E' stato bello parlare con lui".
INTER SUI PIAZZATI - "E' una statistica importanti, è una squadra strutturato. Abbiamo visto i dati e ci lavori, poi durante la partita devi fare attenzione alle seconde palle per non perdere l'uomo. Lo hanno dimostrato in Champions e in campionato, serve massima attenzione".
PRIMO TEMPO COL VENEZIA - "Tutti pensano che io abbia sbraitato al primo tempo e poi mi sono sentito male, ma non è così. Sono entrato negli spogliatoi, a cinque minuti dalla fine ho detto i cambi da fare e ho detto solo una parola: 'Dobbiamo vergognarci'. E mi ci metto anche io, perché sono l'allenatore. Per questo nel secondo tempo mi sono seduto, volevo vedere una reazione che c'è stata. Mi piace questo aspetto della squadra, da una parte è una debolezza ma vogliamo reagire e lo abbiamo dimostrato con un secondo tempo da Toro. Potevamo anche vincerla, nel primo tempo non è una questione motivazioni: nei primi 10 minuti eravamo giusti contro una squadra che avevano un risultato importante, mi ha dato fastidio che al primo errore abbiamo abbassato la testa e lo abbiamo pagato. Ma ho capito che non posso stare seduto perché altrimenti mi sento male...".
GIOVANI - "Ho lavorato per otto anni con la Nazionale facendo le categorie. Quando vedo giovani che ho avuto ad alti livello, come Dimarco e Locatelli e Pezzella, è bello: ricordi che anche loro hanno avuto una prospettiva importante. Mi piace lavorare con i giovani, devono avere la loro crescita e poi devono giocare. Mi dà fastidio mettere un giovane con la squadra non motivata, ma deve giocare perché è bravo e per pensare al futuro. Altrimenti si regala loro un'illusione...Il giovane deve capire che c'è chi arriva subito e chi ha un percorso, io da giovane ho giocato in Interregionale... Il problema è che magari fai giocare un giovane e poi lo mandi in B o in C, non voglio dare loro una delusione. Dembele sta avendo un grande percorso e lo sto tutelando: a volte mi guarda male, ma è un processo. In tutte le parti del mondo, se hai un giovane forte non lo lasci in panchina".
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