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Soulé: “Stavo per andare in questo club italiano, bloccato da Ranieri! De Rossi, Juric, Dybala e Svilar…”

Soulé: “Stavo per andare in questo club italiano, bloccato da Ranieri! De Rossi, Juric, Dybala e Svilar…” - immagine 1
Matias Soulé ha rilasciato un'intervista a Il Romanista in cui ha parlato anche di una possibile cessione bloccata a gennaio dal tecnico della Roma Claudio Ranieri. Le sue parole.
Andrea Agostinelli

Matias Soulé ha rilasciato un'intervista a Il Romanista in cui ha parlato anche di una possibile cessione bloccata a gennaio dal tecnico della Roma Claudio Ranieri. Le sue parole.

CESSIONE GENNAIO - "Sì, c’era il Bologna negli ultimi giorni di mercato. Non stavo giocando tanto, quindi chiesi a Ranieri che cosa dovessi fare, e che ne pensasse al riguardo. Lui mi disse: “Stai tranquillo. Ora le cose non stanno andando bene, ma avrai le tua opportunità”. Poi alla fine del mercato era arrivata un’altra offerta, dal Fulham, ma mi hanno detto di rimanere qua. Io ovviamente non volevo andare via, ma parlare con Ranieri mi ha aiutato".


SVILAR - "Le cose che fa in partita le fa anche in allenamento. Io gli chiedo sempre: “Ma come fai?”. Sembra un gatto, quella parata lì che mi fece a Frosinone, me l’ha ripetuta identica una settimana dopo il mio arrivo durante un allenamento. Io ero convinto di aver segnato… mi avevano detto che lui si spostava troppo a destra e che avrei dovuto calciare più sul primo palo. Ma serve a poco. Tanto la para uguale!".

DYBALA - "Troppo importante, vive tanto e sente molto il legame con squadra e tifosi. Mi dice sempre di giocare tranquillo e di fare quello che so fare. Lo prendo sempre come esempio, come giocatore e come persona. Stiamo sempre insieme, beviamo sempre il mate: io, Leandro, Angel e Paulo".

PELLEGRINI - "Sì, ci aiuta sempre. Se gioca o no, come Paulo, è un leader".

JURIC - "Cosa non ha funzionato? Non lo so. La sua idea di gioco era completamente differente dall’idea di De Rossi. Ogni allenatore ha le sue idee, c’è stato un cambio troppo rocambolesco. Dovevamo giocare uomo contro uomo, ma non avevamo tanto tempo per adattarci a quel tipo di gioco".

DE ROSSI - "Lo sento sempre. L’altro giorno mi ha detto che sarebbe venuto a mangiare a casa mia. Ce lo eravamo detti ma alla fine non lo abbiamo ancora mai fatto. Sì, gli ho detto che sarebbe bello se un giorno potessi essere davvero allenato da lui. Lo sono stato ma per pochissimo tempo. Sono venuto grazie a lui, che ha spinto per essere qui".