SVILAR - "Le cose che fa in partita le fa anche in allenamento. Io gli chiedo sempre: “Ma come fai?”. Sembra un gatto, quella parata lì che mi fece a Frosinone, me l’ha ripetuta identica una settimana dopo il mio arrivo durante un allenamento. Io ero convinto di aver segnato… mi avevano detto che lui si spostava troppo a destra e che avrei dovuto calciare più sul primo palo. Ma serve a poco. Tanto la para uguale!".
DYBALA - "Troppo importante, vive tanto e sente molto il legame con squadra e tifosi. Mi dice sempre di giocare tranquillo e di fare quello che so fare. Lo prendo sempre come esempio, come giocatore e come persona. Stiamo sempre insieme, beviamo sempre il mate: io, Leandro, Angel e Paulo".
PELLEGRINI - "Sì, ci aiuta sempre. Se gioca o no, come Paulo, è un leader".
JURIC - "Cosa non ha funzionato? Non lo so. La sua idea di gioco era completamente differente dall’idea di De Rossi. Ogni allenatore ha le sue idee, c’è stato un cambio troppo rocambolesco. Dovevamo giocare uomo contro uomo, ma non avevamo tanto tempo per adattarci a quel tipo di gioco".
DE ROSSI - "Lo sento sempre. L’altro giorno mi ha detto che sarebbe venuto a mangiare a casa mia. Ce lo eravamo detti ma alla fine non lo abbiamo ancora mai fatto. Sì, gli ho detto che sarebbe bello se un giorno potessi essere davvero allenato da lui. Lo sono stato ma per pochissimo tempo. Sono venuto grazie a lui, che ha spinto per essere qui".
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