sosfanta squadra roma Pellegrini: “Ecco in cosa è diverso Gasperini. Ruolo, offerte e futuro: tutte le mie verità”

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Pellegrini: “Ecco in cosa è diverso Gasperini. Ruolo, offerte e futuro: tutte le mie verità”

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Intervistato da il Romanista, il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini ha parlato del nuovo tecnico Gasperini, della sua ripresa e della lotta in campionato. GASPERINI – “Metodo assimilato? Secondo me sì. Le difficoltà...
Andrea Della Sala

Intervistato da il Romanista, il centrocampista della Roma Lorenzo Pellegrini ha parlato del nuovo tecnico Gasperini, della sua ripresa e della lotta in campionato.

GASPERINI - "Metodo assimilato? Secondo me sì. Le difficoltà tattiche dipendono anche dagli altri. Come col Lille: abbiamo perso e fatto fatica, inizialmente, dato che loro avevano uno dei giocatori tra le linee e bisognava andare a prenderlo diversamente da come avevamo preparato. Poi si lavora su quella che è la preparazione della partita. Per quanto ci riguarda, sempre in corrispondenza degli avversari. A volte, non accade ciò che ci si aspetta e serve qualche minuto per capire bene che cosa sta accadendo. Ma siamo sempre riusciti a rimettere la partita sui binari giusti. Anche a Milano, contro un Milan che si chiude bene, riparte e ha una squadra di livello, ci siamo messi lì e abbiamo giocato. Nel primo tempo c’è stata una grande mezz’ora; poi abbiamo sofferto negli ultimi 10’ e siamo andati così così all’inizio della seconda frazione. Ma poi la gara è stata abbastanza a senso unico. Ognuno ha le sue particolarità, a livello calcistico, e le sue richieste. Però, personalmente, penso che il mister sia un allenatore da campo, che si concentra su quello e che vuole far migliorare i giocatori lì. Alla fine, tutto il resto non che sia superfluo, ma ciò che c’è fuori è una conseguenza di quello che si fa sul campo. Quindi è giusto concentrarsi su quello".


FAVORITE - "Secondo me c’è distanza tra il Napoli e le altre. Gli azzurri vengono da un anno in cui hanno vinto, in cui si sono fatte determinate cose che stanno continuando a fare. E hanno messo dentro parecchi giocatori importanti. Per me Napoli favorito. Poi viene l’Inter, semplicemente per i giocatori, per la loro qualità e la loro esperienza. E da quello che si nota, si vede che il gruppo segue tanto Chivu, lo rispetta e ci crede. I giocatori sono importanti. Dopo arriva il Milan, che ha una squadra forte. Noi, più che guardare quanto siamo o non siamo distanti da loro, dobbiamo guardare noi stessi e basta. Ci sono cose in cui possiamo migliorare e se si migliorano quei punti, ci si può divertire. Fare le cose giuste. In questo inizio, tante volte abbiamo vinto con un però. “Però qui, però lì, però 1-0...”. Quando aggiusteremo questi però, sarà un po’ più chiaro il tutto".

OBIETTIVI - "Perché dovremmo precludere qualcosa? Siamo tutti i giorni qui, lavoriamo tanto per cercare di migliorarci e di far andare bene le cose. Il mister ci dice cose in cui io credo, ovvero che dobbiamo concentrarci sul campo. Col Milan abbiamo fatto 20 tiri in porta, 30 cross e zero gol. Sono quelle le cose in cui dobbiamo migliorare. Essere più cinici, tante volte, è anche un discorso di testa. Spesso ci si fissa: “Ora non entra...”. Invece no. Gasperini dice di migliorarci sulle cose in cui dobbiamo migliorare; tutto ciò che riguarda l’impegno, la dedizione, la determinazione. Nelle ultime cinque partite, anche il modo di giocare è cambiato in positivo. Poi, fra un po’ di tempo, ci daremo un obiettivo più concreto. Parlare adesso è anche un po’ inutile".

OFFERTE - "Ci ho pensato, ovviamente. E più che offerte, ci sono stati interessamenti. Ma comunque quell’infortunio è stato troppo determinante in quel momento. Ancora non mi allenavo con la squadra; ho fatto la prima panchina simbolica a Pisa, dopo essermi allenato una volta con gli altri. In più, sono uno a cui non piacciono le cose fatte all’ultimo: se devo fare una cosa, devo pensarci bene, essere convinto di ciò che faccio".

RUOLO - "Se una persona pensa a me come un interditore, allora vuol dire che non capisce nulla di calcio. È normale, ognuno ha le sue qualità. Quello che penso si capisca meno di me è che io non sono un attaccante. Io sono un centrocampista: devo giocare con la porta di fronte a me, lì do il 100% delle mie qualità. Non devo stare spalle alla riga del fallo laterale e puntare nell’uno contro uno. Non è una mia caratteristica. Soulé è così. Non io. Poi, il discorso dei gol, del tiro, dell’inserimento e del fatto che io sia stato spostato un po’ più avanti è diverso. Io sono un centrocampista. Che sia nei due mediani, o mezzala, che è il mio ruolo preferito, dato che mi permette di avere spazio, abbassarmi, ricevere palla, muovermi... La mia idea di me in una partita è riuscire a fare un po’ tutto: abbassarmi per fare uscire la squadra; anche difendere, perché non mi pare che io mi sia mai lamentato di dover fare una corsa".

SOGNO - "Il mio sogno adesso? (Ci pensa un po’, ndr). Il mio sogno è capire di che livello sono. Il mio sogno era giocare per la Roma e vincere con la Roma. Ho avuto la fortuna di realizzarlo, vincere è sempre un sogno, poi con questa maglia... Ma la mia romanità è amare la Roma a prescindere".