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Ranieri: “Nuovo allenatore, siamo vicini! Gasp, Ten Hag, Pellegrini e su Shomurodov con Dovbyk…”

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Il tecnico della Roma Claudio Ranieri ha rilasciato un'intervista esclusiva a Il Messaggero, dove è tornato a parlare del prossimo allenatore dei giallorossi e dei prossimi impegni. Queste le sue parole.
Daniele Burigana

Il tecnico della Roma Claudio Ranieri ha rilasciato un'intervista esclusiva a Il Messaggero, dove è tornato a parlare del prossimo allenatore dei giallorossi e dei prossimi impegni. Queste le sue parole.

SCELTE CON LA JUVE - "Rifarei tutto. Conosco lo spogliatoio e so chi mi può dare ciò che cerco. Il problema è che inizialmente non abbiamo tenuto la palla per progredire. Sapevamo che sarebbero partiti forte, ma volevamo farlo anche noi. Le scelte erano tutt'altro che conservative: la mia idea era di prenderli alti.


Diamo merito alla Juve che, mettendo due giocatori tra le linee, ha fatto ciò che di solito facciamo noi. Ma guardiamo tutto: Tudor quando ha fatto i cambi ha messo dentro 120 milioni. La scelta conservativa, invece, l'ho fatta quando ho giocato con il 5-4-1 contro il Napoli in casa".

DOVBYK E SHOMURODOV INSIEME - "Vero, funzionano e sono molto compatibili perché Eldor è una seconda punta, non è egoista, è un generoso per natura. A volte gli chiedo di tirare in porta più spesso. Il problema è che se li schiero entrambi dall'inizio, poi se devo cambiare la partita... mi attacco. Bisogna valutare tutto e non è detto che non possano giocare insieme".

RINASCITA - "Se il giorno che ho messo di nuovo piede a Trigoria pensavo che dopo tre mesi sarei stato dove sono adesso? Sono sincero, dopo una settimana ho pensato che l'avrei rimessa a posto. Dentro di me lo sapevo ma non ci pensavo. La squadra mi dà tutto. Se non trovo il feeling, non va. È stato facile trovarlo".

CHAMPIONS - "Delusione se non ci arriviamo dopo quanto fatto? Ho capito, ma è bello starci. A me ha fatto molto piacere un signore che ho incrociato per strada e mi ha detto "grazie per averci ridato la dignità". Non c'è complimento migliore. Abbiamo rimesso la Roma dove doveva stare, dove i Friedkin vogliono che stia, lassù: una volta si lotta per la Champions, una per lo scudetto, questo ha chiesto la proprietà fino a quando ci ho parlato io all'inizio. Poi che possa diventare un boomerang o che abbiamo spinto troppo, ci sta. Ma come vale per noi, vale anche per gli altri. Rimangono 21 punti, vediamo che succede".

DERBY - "Pareggio non va bene? Ma non va bene mai, neanche alla Lazio. Il derby è derby, è bello che valga qualcosa e che si stia lassù insieme, che ci sia sana competizione. Mi fa piacere aver vinto dei derby, ma è acqua passata. C'è un progetto meraviglioso davanti a noi, a cui abbiamo riaperto le porte, la possibilità di arrivare in Champions League: onestamente, come numeri, è difficile. Non mi piace prendere in giro i tifosi, ma proveremo a dare tutto".

FUTURO - "Se ultimamente ho voluto smarcami? No, no. Io sarò senior advisor, e mo' traducetelo come ve pare (ride, ndr). So che sarò un punto di riferimento per loro, consiglierò cosa è giusto e cosa non lo è, ma poi a decidere è la proprietà. Credo sia per tutti così. Stizzito quando avete fatto altri nomi? Scusatemi, ma se arriva un dirigente sopra di me, io che ci sto a fare? I tifosi devono stare tranquilli, io non scappo. Scappo solo se non conto. Non farò il parafulmine di nessuno. Vuol dire che se non decido e non mi sento importante, io non faccio il parafulmine, me ne vado. Oggi mi sento al centro del progetto. Nel momento in cui mi sentissi al lato di questo, arrivederci e grazie. Se ci sono avvisaglie? Ma no. Perché, i tifosi hanno paura che lasci? Da più parti è stato scritto che sarò dirigente, allora vi sono venuto dietro. Ma la dicitura è senior advisor. Come si concilia il fatto di essere al centro del progetto senza la presenza quotidiana a Trigoria? E che c'entra? Non è che devo stare sempre qui come oggi da allenatore che entro alle 8 ed esco alle 14. Non serve. Devo avere chiara la situazione, farla quadrare bene, mettere il futuro allenatore nelle condizioni migliori e poi stop. Ho detto che viaggerò? Sì, se avrò la possibilità di ritagliarmi una settimana libera, non mi volete far fare nemmeno un viaggetto?".

FACCIA - "La faccia sarà sempre la mia finché sarò al centro del progetto. Quando dico che non sarò il parafulmine di nessuno, è solo perché se mi renderò conto di non essere ascoltato, che ci sto a fare? Se mi chiedessero una presenza quotidiana? Ma sì accetterei, non è questo il problema. Non è l'etichetta o la dicitura che mi farà stare qui o meno ma se sarò una persona ascoltata o non ascoltata. Il resto, se sono un dirigente, un consigliere, non mi interessa molto. Mi interessa invece capire se quando dirò che va fatta una cosa per il bene della Roma, sarò seguito".

ALLENATORE - "L'allenatore non è scelto da me, non funziona così. Se ho fatto una lista di nomi, con pregi e difetti, sta anche ai Friedkin deciderlo Ghisolfi ed io abbiamo seguito il modello inglese. Siamo partiti da 7-8 nomi per arrivare a 3-4. Siamo vicini, molto vicini. Sono convinto che arriverà un buon allenatore. Perché ho detto che all'inizio potrebbe non piacere? Perché tante volte a Roma si pensa che arrivi questo o quell'altro e poi i fatti sono diversi. Chiunque arrivi, lasciamolo lavorare. Ora ho detto di prendere un tecnico da Roma e andiamo avanti. Si deve cambiare quando allenatore e squadra non sono più all'unisono. Ma finché c'è il feeling, e queste cose si vedono in campo, si continua insieme. Non esiste sta cosa del 'giocatore X che ha mandato via un tecnico', non esiste, ve lo assicuro".

SQUADRA - "Se i ragazzi mi hanno chiesto di restare? Sì però ho risposto, "no grazie".

ROSA - "Va migliorata, per cercare di centrare le coppe. Ogni stagione fa storia a sé. Molti dicono "se Ranieri fosse arrivato prima", ma questo poteva valere nel 2009, con sole due partite e zero punti. Alla fine ne bastavano uno o due in più, ancora non c'era tutta la storia che si è sviluppata qui quest'anno. Ma con De Rossi che va via, Juric che non trova l'alchimia giusta, i ragazzi hanno trovato uno che ha dato loro fiducia e con me la squadra ha reagito e messo il turbo. Sono venuto qui per amore. Non va rivoluzionata. Vi faccio un esempio: state scrivendo, giustamente, che la Roma segna poco. Per il prossimo anno, quindi, dobbiamo prendere calciatori che sappiano fare gol".

TEN HAG - "Ci credete che non lo conosco? Mai incontrato. Ho letto che sarei andato a cena con lui. Mai visto. Credetemi, vi prego. Io non racconto bugie".

GASPERINI - "Se dovete credere che non ci abbiamo mai pensato? Certamente, ho sempre detto che più bugiardi dei calciatori ci sono soltanto gli allenatori ex calciatori (e scoppia a ridere, ndr). Torno serio, signori miei andate a chiedere a qualsiasi allenatore se sarebbe felice di allenare la Roma. Chi vi risponderebbe di no?. Se almeno abbiamo analizzato con lui la questione? La lista? E fatemeli sapè pure a me sti nomi, così mi rendo conto. Datela pure a me questa lista! E' come per ten Hag. E non posso neanche dire che c'è andato mio fratello a cena con lui. Mi somiglia, è vero, ma stava male e per qualche giorno non è uscito di casa".

ITALIANO O STRANIERO - "No, dopo vi imbroglio tutto. Fate i bravi".

PELLEGRINI - "È uno dei centrocampisti più forti d'Italia, non ho nessun dubbio e nessuno può smentirmi. Ripartire da lui anche l'anno prossimo? Dipende da Lorenzo. Io lo stimo. Gli consiglierei di fare bene queste 7 gare. Forse sbaglio, ma insisto con lui su questa cosa dei colpi che riceve. Ormai non ti fischiano più niente, Lorenzo è rimasto agli arbitri di prima. Oggi ci sono episodi da lotta greco-romana. Se può soffrire di non giocare sempre? Sì, può e deve soffrirne, ci mancherebbe. Deve soffrirne ma deve reagire. Dico sempre ai miei che se l'allenatore non ti vede e tu ti abbatti, mi dai ragione. Devi lottare, dimostrare, poi anche il più tarpano degli allenatori ti schiera. L'unica cosa che non posso contestargli è l'impegno: se lo vedeste in allenamento, è sempre il migliore. Se vale anche per Koné e Paredes? Le mie esclusioni durante la stagione sono dovute semplicemente al voler mettere in difficoltà l'avversario".

PIÙ FORTUNATO CHE BRAVO - "Cosa rispondo a chi lo dice? Che ha ragione".