BAILEY - "Bailey lo abbiamo accelerato un po’. Per me ha fatto una buona prestazione contro il Sassuolo, almeno nella prima parte della gara, e questo mi ha spinto a portarlo in panchina. Non pensavo di farlo entrare così presto, ma poi l’ho rimesso dentro. Evidentemente viene da diversi mesi di inattività, e dopo la partita di Sassuolo ha fatto più fatica a recuperare. Probabilmente ha bisogno di un po’ più di tempo tra una partita e l’altra. Comunque il giocatore è guarito perfettamente: oggi, con gli ultimi accertamenti, abbiamo visto che sta bene. Ora si tratta solo di trovare la condizione, di spingere, di giocare spezzoni o meno, e di recuperare bene. È solo una questione di condizione, perché viene da un periodo piuttosto lungo di stop".
SCUDETTO - "Io non partecipo a queste discussioni su scudetto o Champions, ognuno è libero di trarre le proprie considerazioni. In questo momento penso solo alla Roma e a come si rapporta con una squadra come il Milan. Entrambe hanno avuto un’ottima partenza. Gli altri obiettivi e i discorsi più ampi li lascio volentieri ad altri. È chiaro però che Inter e Napoli sono partite con i favori del pronostico e hanno qualcosa in più. Il nostro obiettivo è misurarci con loro: lo abbiamo fatto con l’Inter e abbiamo disputato un’ottima prestazione, ora ci misureremo a San Siro con il Milan, una squadra di grande valore che quest’estate ha inserito giocatori molto importanti. È una bella occasione per noi, una di quelle partite che ti fanno crescere".
CRISTANTE TREQUARTISTA - "Riproponibile per noi, per il nostro tipo di gioco e di partita. Non è solo Cristante: ha fatto molto bene anche Pellegrini e qualche volta abbiamo provato anche El Aynaoui in quella posizione. Non so ancora se giocheremo così o con un tridente diverso. Modric è un giocatore straordinario: sa muoversi, spostarsi e occupare diverse zone del campo, quindi non è facilmente limitabile. Noi però dobbiamo concentrarci soprattutto sul nostro tipo di gara".
SOULÉ - "Penso che stia facendo bene. È quello che sta giocando di più. In attacco è comunque dispendioso: spendi molto a dover giocare sempre, a dover dribblare, saltare l’avversario. Anche per questo, qualche volta, esce: ma non è che chi esce perde merito. Le sue prestazioni sono sempre di livello. Anche l’altra sera è stato positivo. È quello che ha più continuità e sono molto soddisfatto di questo".
EL AYNAOUI - "El Aynaoui sta crescendo e sta facendo bene, come tanti altri giocatori che mi sembrano in miglioramento. È arrivato quest’anno e, come spesso accade a chi viene da altri campionati, serve un po’ di tempo per adattarsi. Sono pochi quelli che entrano subito e spaccano. La Roma comunque ha segnato molto finora, e questo è un dato positivo: abbiamo trovato il gol con tanti giocatori, sei o sette, non so di preciso quanti. È un segnale di coralità, della capacità di creare pericoli con interpreti diversi. È vero, a parte Cristante, gli altri centrocampisti non hanno ancora segnato, ma speriamo che lo facciano presto. Di solito, quando una squadra produce tanto e segna molto, poi si distribuiscono meglio anche i gol. In quella mia Atalanta segnavano tanti perché la squadra nel complesso realizzava tanto".
SOLUZIONI - "A me non sembra che ci sia tutta questa diversità. Difesa e centrocampo sono abbastanza stabili: la difesa è quella, il centrocampo è quello, anche gli esterni sono sempre gli stessi. È vero, Wesley a volte ha giocato a sinistra, ma ha sempre fatto l’esterno, non certo il centravanti o il difensore centrale. Davanti, invece, c’è stata un po’ più di varietà, anche per necessità. All’inizio Dybala e Bailey non c’erano: sono stati fuori a lungo e non facevano parte del gruppo. Recuperandoli, Dybala lo abbiamo rivisto bene solo da due settimane, mentre Bailey lo stiamo ancora inserendo. Chi ha dato più continuità è stato Soulé, che ha giocato praticamente sempre. Uno dei miei obiettivi iniziali era dare solidità e continuità a un nucleo di squadra, e poi inserire gradualmente gli altri. È quello che sta avvenendo, partita dopo partita. È chiaro però che abbiamo bisogno di risultati: per questo, anche se mi piacerebbe cambiare di più, bisogna sempre tenere equilibrio. Durante la partita, invece, i cambi li faccio quasi sempre tutti. Non mi sono mai piaciute le cinque sostituzioni: da dopo il Covid è un altro calcio. Però mi sono adattato e le uso sempre. Non mi piacciono perché tolgono il calo fisico naturale: una volta, nel finale, emergevano le differenze di condizione, ora con cinque cambi cambi mezza squadra. È quasi basket. A me piaceva di più quando era una questione di resistenza e di selezione nei novanta minuti. Ma le regole sono queste, e pur non piacendomi, le utilizzo praticamente sempre".
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