INSIGNE - “Arriva Insigne? No, la rosa è a posto e in attacco abbiamo ottimi giocatori e tante opzioni”.
LEONI - “Ho sempre detto che la volontà della società, condivisa con la proprietà, era di tenere Giovanni: e lui ha sempre detto che sarebbe rimasto volentieri. Abbiamo anche rifiutato un’offerta del Newcastle, più vantaggiosa di quella arrivata poi dal Liverpool. Quando si sono fatti avanti i Reds, i piani sono cambiati: sia perché l’offerta era molto interessante, sia perché Giovanni ha fatto capire di essere molto contento di approfittare di questa chance. Da un lato, dispiace ovviamente aver perso un giocatore così promettente, dall’altro c’è l’orgoglio per un club come il nostro e un riconoscimento per chi ha creduto in questo ragazzo in tempi non sospetti, quando non aveva giocato che poche partite in B”.
CESSIONI - “Cessioni in sordina? Nel caso di Man, non direi: è andato in un club di grande tradizione e di ottima visibilità come il Psv Eindhoven: una buona operazione per tutti, anche per noi che abbiamo incassato un’ottima cifra. Per Mihaila, che è andato ha invece al Rizespor, ha un po’ pesato il finale di campionato, con lui a lungo fuori squadra per infortunio. Resta la soddisfazione che il Parma sta diventando un club sempre più importante”.
LISTA CUESTA - “Nessuna lista, si ragiona insieme sulle caratteristiche dei calciatori che servono per rinforzare la rosa”.
BILANCIO - “Al di là del fatto che è un po’ troppo abbondante, offre tantissime soluzioni all’allenatore, sia in difesa che a centrocampo che, finalmente, in attacco. Davanti abbiamo sei giocatori per due posti, un ottimo mix di caratteristiche diverse e complementari. Attaccanti bravi e facilmente abbinabili, per creare tante potenziali coppie o terzetti offensivi diversi”.
CUESTA - “Non bisogna farsi influenzare dai suoi trent’anni: è un vizio italiano, non solo del mondo del calcio, che bisognerebbe superare. Io non penso all’aspetto anagrafico e vedo, ogni giorno, come si comporta in campo, come conduce gli allenamenti, come gestisce il gruppo. Vedo la grande energia, l’entusiasmo contagioso, le tante idee. Vedo che la squadra lo segue, e questa per me è la cosa più importante. E vedo tutti i giocatori – anche quelli meno utilizzati, anche quelli che stavano per essere ceduti – conquistati dal suo modo di lavorare e di intendere il calcio”.
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