RIVINCITA - "La gente aveva dei dubbi su di me, ma ero convinto che avremmo fatto qualcosa di speciale".
VINCERE CONTRO L'INTER - "No, sarebbe stata la stessa cosa pure contro Milan o Juve. È stato speciale il percorso. Abbiamo lottato fino all’ultimo secondo. Le ultime tre settimane sono state super stressanti, con emozioni positive e negative che si mischiavano, su e giù come sulle montagne russe. Per questo è stato più bello".
ISTANBUL - "L’ho vissuta molto male per un anno, sono sincero. Vedi come sono andate le cose… non ho potuto dire le mie cose (sull’Inter, ndr), ho lasciato parlare la gente perché io non sono uno che ama passare per la stampa e attaccare, preferisco reagire calcisticamente. Ora guardiamo avanti, siamo di nuovo in Champions: divertiamoci. Cosa mi aveva dato fastidio? Tu vedi delle cose, ma se la gente non sa la verità è un’altra storia, non si può capire perché ho fatto delle scelte… Nella mia carriera, ogni volta che ho detto la verità è stata vista come una cosa scomoda. E ora voglio evitare polemiche".
PRIMA STAGIONE AL NAPOLI - "Volevo fare meglio, quando sei ambizioso vuoi sempre fare meglio. Potevo fare di più: 14 gol e 10 assist possono essere un bel bottino ma non è il massimo, io cerco sempre di alzare l’asticella, non si può arrivare alla perfezione ma bisogno provare ad avvicinarsi. Ma sono contento, perché la squadra ha vinto".
MIGLIORARE ANCORA - "Certo, abbiamo gli strumenti per fare sempre di più. A casa mia ho una palestra. Messi, Ronaldo, Lewandowski, Ibra sono super, ma il mio esempio è Benzema, che dopo i 32 ha vinto il Pallone d’oro. Bisogna guardare avanti con la mentalità giusta. Lo dice anche LeBron James".
CHIARIRE LA LITE CON IBRA - "Non serve. Ma io ho rispetto per la sua carriera: è stato un giocatore unico".
LUCCA - "Gli ho detto che deve capire i movimenti, come giochiamo. Parlo con lui come con Lang e Kevin. se capisce i movimenti vedrà che ogni volta che arriva la palla avrà tre opzioni: io al primo anno con Conte ci misi 4 mesi...".
GOL AL CAGLIARI - "C’era pure un po’ di tecnica eh, ho fatto un tunnel – ride ancora -. Era rabbiosa perché mi avevano dato tutti per morto, per tre anni mi hanno messo la croce addosso. Poi, alla fine, vincere in quel modo, col mister a cui pure è stata messa una croce dopo il Tottenham, è stato bellissimo. Sì, mi sono tolto di dosso un peso incredibile. Vincere una volta capita. Farlo due volte significa essere un vincente. Ora si ricomincia, vediamo cosa possiamo aggiungere nella bacheca".
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