CONTE - "Mi aveva chiamato molto tempo prima, io dopo un minuto gli ho detto sì. Io so cosa ho bisogno per me, e lui anche: non abbiamo bisogno di parlare tanto. Non sono un privilegiato, con me è più duro perchè si aspetta di più da me. A me piace questa responsabilità, mi ha fatto crescere e mi ha dato una spinta in carriera. Su questa cosa lo ringrazierò sempre".
INTER - "L'Inter è la favorita e lo dicono tutti, hanno la rosa più grande e hanno giocatori di qualità: siamo onesti. L'Atalanta sta facendo il passo per lottare per il campionato, lo scorso anno hanno vinto l'Europa League e questo può essere l'inizio di un ciclo. Noi possiamo parlare di rivincita, non è un problema mio la scorsa stagione ma nessuno pensava ci saremmo trovati qui. Adesso però siamo qui e dobbiamo lavorare ancora di più, per vedere dove arrivare. Per realizzare i sogni devi spingere ogni giorno ed essere pronto per ogni situazione"
VINCERE - "Quando arrivi in una situazione dove inizi un ciclo per vincere, chiedi di più a te stesso perchè gli altri migliorano. I tifosi vogliono sentire la sensazione di nuovo, vincere è bello e rivincere è ancora più bello. Il mister ogni volta da calciatore si godeva ogni vittoria sempre di più, vogliamo farlo noi e anche la città. Non ci sentiamo appagati".
MERTENS - "Mi sento un belga napoletano? Ogni giorno un po' di più, avevo sentito Mertens ieri, quando diceva di tornare qui a vivere dopo il ritiro. Grazie a lui ho incontrato belle persone, sono rapporti che rimangono per tutta la vita. Mertens mi ha parlato di Posillipo, camminare guardando il mare mi dà pace. Non sono ancora andato sulle isole, con gli allenamenti è più difficile. Però io sono uno che vive molto il calcio, staccare per qualche ora mi fa bene".
STADIO MARADONA - Quando sono entrato durante il riscaldamento non ho mai sentito un calore così dai tifosi. Dopo la partita chiesi a Mertens se fosse sempre così, me lo confermò. L'urlo dei tifosi, sapevo che avremmo vinto la partita. Quando i tifosi ti spingono e gli avversari sono infastiditi, è finita: è una questione mentale, ti dà una carica in più"
RASPADORI E SIMEONE - "Quanto è importante la comunicazione tra attaccanti? Moltissimo, è fondamentale tra noi tutti. Raspadori ed io adesso, Simeone anche, dobbiamo parlarci sempre: ognuno ha qualità diverse, ma sappiamo giocare tutti insieme. Questo rende più facile anche le scelte per l'allenatore, se ci parliamo sempre e lavoriamo per la squadra, alla fine i risultati arrivano. Poi abbiamo un gruppo speciale, ogni martedì giochiamo ai videogiochi e facciamo i tornei di Call of Duty in 10-12: siamo veramente un gruppo dentro e fuori dal campo"
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