INTER - "Non ho visto la partita dell'Inter, anche perché già soffriamo per noi: perché dobbiamo soffrire anche per le altre? Ho guardato il secondo tempo di Fiorentina-Empoli. Poi ho spento il telefono e tutto quanto, ognuno decide come soffrire".
SQUADRA - "Mancano quattro passi, abbiamo fatto il primo portandoci avanti. Sappiamo benissimo che affronteremo due squadre in lotta per la salvezza come Lecce e Parma e poi Genoa e Cagliari in casa, è tutto da giocare. Oggi contava vincere e lo abbiamo fatto con personalità e determinazione, da squadra conscia della propria forza. Lo stadio poi ha spinto tanto, è stato dodicesimo e tredicesimo uomo in campo, è stato difficile entrare in campo per quanti tifosi c'erano. Non erano contenti, ma eccitati e cercavano di trasmetterci tutta la loro determinazione. Io parlo di calcio, punto e basta, anche perché qualsiasi cosa uno dice viene strumentalizzata".
CENTROCAMPO - "I gol dovevamo trovarli, perché non è una rosa dove hai tanti giocatori da doppia cifra o che ti assicurano un tot di gol. Devi lavorare tanto, sfruttando le risorse che hai per migliorare e credo che tutti quanti siano migliorati. Sicuramente abbiamo lavorato tanto, è frutto del lavoro perché abbiamo 74 punti e mancano 4 giornate, penso che la Champions sia un fatto matematico. Pensare da dove partivi è qualcosa di bello, ma è merito esclusivamente dei ragazzi".
SCUDETTO - "Lo scudetto sarebbe un prodigio".
GESTIONE - "Non è la prima volta che siamo in testa, siamo stati più in testa di chiunque. Non è una novità gestire questa posizione. Le partite però iniziano a essere sempre meno e qualsiasi tipo di errore lo puoi pagare in maniera importante. Siamo matematicamente in Champions, un traguardo importantissimo economicamente per la società, e te la devi per un minimo godere. Stiamo trasferendo emozioni a noi stessi e ai tifosi. È qualcosa di bello".
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