SCUDETTO - "Al Milan si deve giocare sempre per vincere, solo per vincere. È possibile. Ma è lunga. Nel calcio devi pensare partita per partita. Se cominci a programmare a distanza di mesi, ti perdi".
PIRLO - "Mi paragonano a Pirlo? Li ringrazio, il paragone mi onora: Pirlo ha sei anni più di me, ha aperto una strada. Ma il mio idolo, Boban a parte, era Francesco Totti. In serie A avevate calciatori favolosi. Li guardavo e mi dicevo: quello è il calcio che voglio giocare».
ALLEGRI - "Finché non esce dalla stanza non posso dirvi niente! A parte gli scherzi, ha una personalità incredibile. Somiglia un po’ ad Ancelotti: sensibile, divertente, ama fare scherzi. Ma sul campo, come tecnico, è un grandissimo. Sa di calcio come pochi. Non lo conoscevo così bene, ma sono felice che oggi sia il mio allenatore".
ANCELOTTI - "Carlo è il numero uno. Difficile trovare parole. Per il suo modo di essere, non solo per le sue qualità in panchina. Abbiamo parlato tante volte di Milano e del Milan, quando eravamo a Madrid. Anche per lui questo posto era unico. Ricordo quando lo conobbi. Io ero solo in città. Lui mi telefonò e mi disse: “Su, vieni a cena con me”. Parlammo per ore, di tutto. Di calcio, della famiglia, della vita. Di solito gli allenatori non danno confidenza ai giocatori. Lui sì".
MOURINHO - "Speciale. Come tecnico e come persona. Fu lui a volermi al Real Madrid, senza Mourinho non sarei mai arrivato. Mi spiace averlo avuto una sola stagione. L’ho visto fare piangere negli spogliatoi Cristiano Ronaldo, uno che in campo dà tutto, perché per una volta non aveva rincorso il terzino avversario. Mourinho è molto diretto con i giocatori, ma è onesto. Trattava Sergio Ramos e l’ultimo arrivato allo stesso modo: se doveva dirti una cosa, te la diceva. Anche Max è così: ti dice in faccia quello che va e quello che non va. L’onestà è fondamentale".
IBRA - "Quando ci vediamo, parliamo nella nostra lingua, serbo-croato, e nessuno ci capisce. Vediamo se riusciamo a rifarlo. Siamo in una situazione buona di classifica, manca ancora molto e ci sono molte avversarie forti, ma può succedere. Mai dire mai. Abbiamo molti margini di miglioramento, il mister sta facendo un grandissimo lavoro. Il nostro obiettivo deve essere puntare sempre al massimo. Siamo il Milan ed è giusto così. Per me essere qui è aver chiuso un cerchio. Ora però pensiamo giorno per giorno, nel calcio come nella vita non bisogna mai ragionare troppo sul futuro. Dopo ogni partita, ce n’è un’altra".
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