BERISHA - "Tutti hanno margini di crescita. Berisha, Ramadani, Gaspar: tutti possono crescere, qualsiasi età. Faccio sempre l’esempio di Magnanelli, che ho avuto cinque anni. Quando arrivai a Sassuolo, per l’opinione pubblica, non poteva giocare in Serie A. Invece nessuno gli toglieva il posto. Si fermava ogni giorno dopo l’allenamento per migliorare. Il discorso vale anche per Paolo Cannavaro: era un difensore molto basso, difensivo, e ha cambiato modo di giocare attraverso lavoro e convinzione. Ai ragazzi devi dare più certezze possibili: se i giocatori non si sentono sicuri, non portano in campo ciò che gli chiedi. Berisha lo abbiamo provato in vari ruoli, oggi può farne diversi, ma quello che interpreta meglio è dietro l’attaccante, con libertà di muoversi e di abbassarsi. Anche il passato da mediano lo aiuterà".
CAMARDA - "Perché il Lecce invece di andare in serie B? Dico che sono scelte. La società mi ha detto che voleva prenderlo, ho parlato con lui e mi è piaciuto subito. Il ragazzo aveva un difetto: restava troppo sull’errore, ora sta migliorando tanto. È dentro un vortice di aspettative e deve lavorare con noi per rendere al meglio. La gente penserà sempre ciò che vuole: come per un rigore, ti assumi la responsabilità. In passato ho lanciato Berardi in Serie A: nel calcio se va bene sei bravo, se va male l’hai bruciato. Ricordo che Zaniolo lo fece debuttare in Champions a Madrid. Serve coraggio".
STULIC - "Sa che deve migliorare l’attacco alla profondità. Tende a venire incontro e legare il gioco. Sui suoi atteggiamenti e goal può sbloccarsi. I goal incidono sulla testa di un attaccante. Li sa fare: basta vedere i video dell’anno scorso. Il ragazzo per fare bene ha bisogno anche di sentire attorno a sé la fiducia dell’ambiente: per un calciatore è fondamentale".
LEADER - "Oggi il calciatore con cui mi interfaccio di più è Ramadani, anche perché è più maturo, meno istintivo. Negli ultimi tempi è cresciuto molto nel rapporto con i compagni. Poi c’è Falcone, il capitano. Anche Wladimiro è cresciuto tanto: lo conoscevo già ai tempi della Sampdoria, taciturno. Ora si sente più responsabile e partecipe, a volte mi dà anche consigli. E a me piace ascoltare i ragazzi".
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