MOLLA - “Mi aspetto un adeguamento della rosa per renderla più idonea alle mie caratteristiche, ma conosco la situazione e so benissimo che ci sarà qualche innesto, ma senza stravolgimenti”.
ADDIO ALLA LAZIO - “Quando hai dei problemi familiari e di salute, non sei nelle condizioni mentali di sopportare normali problemi di lavoro. Che in quel momento non avevo basi di sopportare. Si trattava di normali problemi di lavoro, nulla di eclatante”.
PROPOSTE PRIMA DEL RITORNO - “A livello familiare ho avuto delle cose che mi hanno un po’ segnato, dunque era meglio ritornare in una lucidità totale per riuscire ad assorbire certi lutti. Anche quest’anno avevo una trattativa con una squadra saudita, nella quale avrei guadagnato in un mese quanto alla Lazio in un anno. Fin dall’anno scorso dissi che sarei andato dove mi avrebbe condotto il cuore, non i soldi. Cifre altissime? Non m’interessa. Ho sempre fatto il calcio per passione, non vorrei iniziare ora a farlo per soldi”.
ARABIA - “18 milioni all’anno a Spalletti? Farei quello che ho fatto, non andrei. Perché? Non lo so, è un qualcosa che, se ci penso, non mi provoca reazioni emotive e non mi dà stimoli. Mi riuscirebbe difficile allenare là. Giocatori in Arabia? Se portano i campioni là, io allenerò gli scarsi qui”.
NAZIONALE - “Qui stiamo parlando di Nazionale, che può essere un riflesso del movimento, perché al livello di club anche in campo internazionale abbiamo fatto bene. L’anno scorso secondi nel ranking europeo, quest’anno terzi. A livello di club il movimento sembra in crescita, poi in Nazionale ci sono altre problematiche. Sarebbe inaudito non andare al Mondiale, non è possibile mancare il terzo di fila. Sono tre gli allenatori andati in difficoltà nelle qualificazioni ai Mondiali, è difficile pensare che le colpe siano solo dei tecnici. C’è qualcosa, probabilmente, di più grande dell’allenatore. Tutte le componenti hanno le loro responsabilità, dagli allenatori delle giovanili sino a noi”.
GATTUSO - “Di continuare a essere Rino Gattuso, sempre e comunque. Penso che un allenatore debba essere se stesso. Se sei te stesso e sei coerente, alla fine qualcosa trasmetti. Conosciamo il carattere di Rino, che a me piace e sta molto simpatico, spero continui a essere lo stesso, sia nei risultati positivi sia in quelli negativi. Spero faccia il Ringhio”.
FABREGAS - “Ha un’intelligenza di grandissimo livello, ha avuto tanti allenatori nella scuola calcio. L’ho trovato a Coverciano quando era terzultimo in classifica. Gli dissi di non preoccuparsi perché si sarebbe salvato senza problemi. Secondo me diventerà un allenatore di grande livello, da top club. Ha un background che glielo consentirà. Deve ancora finire un percorso: ha margini di miglioramento nella fase difensiva. Non ho dubbi che nel giro di due-tre anni lo vedremo allenare un top club europeo”.
GASP - “La sensazione da fuori è che l’Atalanta sia una società strutturata e solida. La mancanza sarà pesante, ma penso che ci possa stare un cambiamento dopo nove anni, un periodo temporale incredibile in Italia. La sensazione era la fine di un percorso con un’esperienza diversa”.
DERBY - “Mantenere il rendimento? Sì, speriamo di poterlo fare. Ho giocato partite di grande importanza, ma il senso di spossatezza che si prova dopo un derby non l’avevo mai provato. Pesa tutta la settimana, ma il vero peso (la botta) ti arriva quando l’arbitro fischia la fine. Solamente lì ti rendi conto della settimana appena trascorsa. Ne ho vinti 4, poi un pari e una sconfitta. Il primo fu bellissimo per l’evoluzione. Fu combattutissimo, poi l’emozione che ti lascia il primo derby vinto è stata tanta. Il derby perso per 0-3 fu pesante, mi vergognavo andare a Formello. Fu una settimana durissima: due gol di Abraham e uno di Pellegrini”.
OLIMPICO - “Spero di essere accettato bene da tutti, dunque spero che quest’amore mi torni”.
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