ISAKSEN - "Non sono stupito dalla crescita di Isaksen. Aveva bisogno di fiducia e di sostegno, oltre che di sbagliare: un po' l'ho liberato, ma questo deriva anche dalla mia esperienza con i giovani. Un attaccante si vede dagli assist e dai gol, ma anche dalle giocate determinante: Isaksen comincia ad essere un giocatore così e mi fa piacere. Cura molto i dettagli, sapevo che sarebbe esploso ma ora deve riconfermarsi perché arriva il momento difficile. Lui e tutti gli altri i giovani hanno responsabilità, ma io cerco sempre di alleggerirli, concentrando le loro attenzioni su quanto devono fare in allenamento e in partita".
CALCI DA FERMO - "Sul gol subito ci voleva maggior attenzione, ma ci stiamo lavorando. Dobbiamo essere più attenti perché poi le gare si complicano".
GOL IN NOVE - "La squadra sa di dover attaccare e di riempire l'area, ma oggi non era facile a causa delle tante energie spese a San Siro. Loro erano molto più reattivi di noi, occorreva tanta attenzione ma la squadra si è calata in questo tipo di partita. Non dobbiamo mai rinunciare a giocatori offensivi perché fanno parte della natura di questa squadra".
EMOZIONE FINALE - "Lo sapevamo, la squadra l’avevo preparata sul tipo di partita che occorreva fare su questo campo in cui è difficile giocare il pallone, l’avversario verticalizza e gioca sulla seconda palla. Siamo stati bravi, una partita delicata e un po’ più sporca. Devo fare i complimenti ai ragazzi ma non mi stupisce questo, la squadra sta facendo questo salto mentale e di condizione, anche di capacità di calarsi. Ci siamo difesi anche con ordine specialmente con la doppia inferiorità, il gol è il premio della squadra che ha saputo soffrire ed è rimasta in campo fino alla fine. Se non sbaglio oggi, anche se nei numeri bisogna essere più attenti, oggi è il 18’ nell’ultimo quarto d’ora ed è testimonianza della capacità mentale di questa squadra che resta sempre in partita. Oggi siamo entrati in quattro in area, sono contento per il gol di Isaksen che ha fatto una partita di grande attenzione ma non mi stupisce. È in forte crescita. Ci voleva grandissima reattività, loro lo erano di più ma noi veniamo da una gara dove abbiamo speso l’inverosimile. Ci teniamo questo risultato che è importantissimo”.
ROVELLA E GIGOT - "Quando le partite si fanno così ci può stare di perdere lucidità, ci sono state delle provocazioni e degli scontri. Per me era più da espulsione su Guendouzi. Era un entrata da dietro. Non deve avvenire, ma è comprensibile”.
DIFESA - “Ho elencato alcuni fattori che secondo me hanno inciso sulla capacità di poter produrre del gioco, ho visto delle partire qua di squadre importanti che ci hanno battuto i denti. Gigot e Romagnoli hanno difeso tanti palloni. È stato un fattore determinante, noi abbiamo approcciato bene ma quando loro hanno iniziato a calciare e a fare una partita un po’ sporca l’abbiamo patita. I ragazzi più esperti quando ho presentato la partita, sentivo qualcuno dire attenzione che su questi campi abbiamo fatto brutte figure perché devi avere la capacità di calarti in una partita che non è nelle tue corde”.
MILAN - “La partita di Milano ci ha prosciugato tanto dal punto di vista delle energie fisiche e mentali, però bisogna vedere le partite di questa squadra qua. Se sono qui loro è perché hanno fatto gare in cui sono andati in difficoltà tutti, perché sono partite che non sei abituato a fare”.
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