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sosfanta squadra inter Marotta: “Chivu? Scelta coraggiosa, vi spiego. C’era chi evocava Mourinho, con tutto il rispetto…”

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Marotta: “Chivu? Scelta coraggiosa, vi spiego. C’era chi evocava Mourinho, con tutto il rispetto…”

Marotta: “Chivu? Scelta coraggiosa, vi spiego. C’era chi evocava Mourinho, con tutto il rispetto…” - immagine 1
“Ricordo che nel 1983 il presidente nerazzurro dell’epoca, Pellegrini, mi chiese di venire all’Inter come piccolo manager”. Il racconto è di Beppe Marotta, presidente dell’Inter ospite oggi all’executive master...
Alessandro Cosattini

"Ricordo che nel 1983 il presidente nerazzurro dell'epoca, Pellegrini, mi chiese di venire all’Inter come piccolo manager". Il racconto è di Beppe Marotta, presidente dell'Inter ospite oggi all'executive master 'Management dello Sport' organizzato dalla Rcs Academy Business School e intervistato da Daniele Dallera, caporedattore della redazione sportiva del Corriere della Sera: "Lui però amava occuparsi direttamente della gestione, quindi sono certo che se avessi accettato oggi non sarei presidente - prosegue il numero uno nerazzurro nel discorso fatto agli alunni -. Non serve velocità, bisogna arrivare ai traguardi con calma e saper gestire i momenti. Il mio culmine personale l’ho raggiunto alla Juve: avevo quasi 60 anni e una padronanza massima delle mie capacità professionali".

SCELTA CHIVU - "Io mi meraviglio che le persone si siano sorprese della bravura di Cristian. L’abbiamo scelto perché rappresenta valori importanti, c’è stato il coraggio di andare controcorrente anche a livello mediatico. Qualcuno addirittura evocava Mourinho, che con tutto il rispetto... Se non avessi avuto coraggio mi sarei pentito".


STADIO - "Per i vecchi romantici, pensare all’abbattimento di San Siro porta amarezza e nostalgia. Io stesso, per la prima volta, ci sono entrato nel 1966… È stato un contenitore di enormi emozioni. Ma così non si tiene conto dell’innovazione, che passa anche dal concetto di modernità. Bisogna rispettare i criteri che devono essere presenti all’interno di uno stadio: sicurezza, che non c’è, accoglienza, per poter stare allo stadio tutto il giorno con intrattenimento di ogni genere, e senso di appartenenza. Avere una propria casa. Non era immaginabile una ristrutturazione, e così si è arrivati all’abbattimento. Ma bisogna farlo per forza. Lo stadio nuovo porta benefici diretti e indiretti, non avere più una cattedrale nel deserto ma un punto di riferimento anche in settimana, dare vita ad attività sociali. Noi oggi siamo fanalini di coda. Incassiamo 80 milioni l’anno dai matchday, l’obiettivo del Real è superare mezzo miliardo".

FORZA ECONOMICA PSG - "L'equazione non è più 'se spendo, vinco', ma va moltiplicata la motivazione per la competenza. Ed è quello che hanno fatto i francesi, cambiando modello di riferimento: basta nomi enormi, via ad investimenti su giovani talenti".