ACERBI E DE VRIJ - "Esiste solo il campo, non la teoria su chi è titolare: sono 6 giocatori bravi, compreso Carlos Augusto che è qui con me. Lui è l'unico che se metto terzo a destra o centrale avrebbe fatica. Per tutti gli altri da terzo a centrale non cambia niente. Interpretare quella difesa a 3 è semplice, sono tutti bravi, gran palleggiatori, alti e strutturati. A volte qualcuno ha più velocità dell'altro e questo influisce sulle scelte che faccio. Come dico sempre: bisogna accettare le scelte che faccio, che sono fatte per il bene della squadra".
INCIDENTE JOSEP MARTINEZ - "Per noi è importante integrarlo nel gruppo. Averlo con noi vicino è molto importante, vive un momento non semplice per nessuno, non lo auguro a nessuno. Una cosa più delicata di quello che si possa pensare. Rispetto le indagini, ma sembra che non abbia colpe. Eppure una persona non c'è più e questo rimane nella coscienza. Sta a noi aiutarlo e a lui nell'accettarlo. Non è semplice".
GARA FACILE - "Se mi da fastidio che si parli di gara facile? Non sto ad ascoltare cosa dicono gli altri. Ci aspetta una gara importante, non semplice da affrontare. Si tratta della Champions, non è mai scontato, soprattutto contro squadre che hanno vinto campionati interni, superando poi 4-5 turni per arrivare qui".
MIGLIORAMENTI - "Possiamo migliorare sempre, ne siamo consapevoli e ci stiamo lavorando. Anche per accettare il fatto che quando si cade bisogna rialzarsi, reagire. E dare continuità. Poi sappiamo che arriveranno momenti in cui saremo in mezzo alla tempesta, è così nel calcio e nella vita. Lavoro con ragazzi mature e responsabili. Vedo per esempio Carlos Augusto come ha risposto a delle domande con le quali avete provato a metterlo in difficoltà, mi è piaciuto".
MERITOCRAZIA - "Io mi prendo la responsabilità di tutto, adesso si cerca la polemica ma io faccio le scelte pensando a diverse considerazioni: meritocrazia, avversario, ma tutti hanno sempre dato il massimo. Magari qualcuno si è incazzato ma le mie scelte sono ragionate anche in base al minuti cercando di accontentare tutti per non creare squilibri".
SAPER PERDERE - "Bisogna anche saper perdere perché si parte da quello. Se non sai perdere non sai vincere. Rispettano la squadra e lo stemma che hanno sul petto e non pensano al cognome sulla schiena. Capiscono l'importanza del gruppo, della società, dei tifosi. La perfezione non esiste, bisogna stare in piedi nella tempesta e alzarsi con la schiena dritta. Poi forse qualcuno fuori non sa accettare la sconfitta. Il gruppo è fatto di uomini veri, loro seguono solo sempre quello che hanno sognato da bambini. Carlos ha detto che vuole vincere e imparare ad esempio".
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