CRITICHE - “Ho mille altre cose a cui pensare, perché fa comodo ed è sempre stato di attualità. Tiro avanti per la mia strada, non guardo in faccia a nessuno. Sono molto preso da quello che dovrei fare, per convincere i ragazzi che la squadra merita di essere difesa perché è forte e lo ha fatto vedere. Fino a marzo tutti parlavano dell’Inter, nel mondo non solo in Italia, poi qualche disgrazia ci ha fatto dimenticare che erano forti. Capisco le delusioni e quello che devi subire in determinati momenti della stagione, ma questa squadra ha fatto una grande stagione e ha attributi e qualità. Ci sono mille altri aggettivi per descriverla che mi permettono di stare sereno e di preoccuparmi solo di tirar fuori il massimo che loro hanno”.
LAUTARO - “Lautaro oggi si è allenato con noi, si è messo a disposizione così come aveva fatto anche mercoledì nonostante non fosse al massimo. Il capitano deve far questo, lui capisce i momenti non semplici della squadra. Non ha mai pensato di tirarsi indietro, neanche mercoledì quando non riusciva neanche a camminare. Sono sicuro che avrebbe anche giocato se ci fosse stato bisogno. Ha fatto terapie per due giorni, si è allenato al meglio e domani è a disposizione”.
JOSEP MARTINEZ - "Sto pensando a fare anche io un giochino. Un Martinez giocherà”.
SASSUOLO - “Non esistono partite facili. Bisogna essere pronti, loro possono di sicuro rappresentare un’insidia”.
PIO ESPOSITO - "Qualche punto interrogativo ve lo devo lasciare. Pio sta facendo bene, è un ragazzo che ha qualità e tanta fame. Sa dove si trova, mi piace il modo in cui si presenta tutti i giorni in allenamento. Lo fanno anche i suoi compagni di reparto, mi fa piacere avere a disposizione questi giocatori. Pio è un ragazzo eccezionale, lo dico perché lo conosco da piccolo. Capisce tanto di calcio. Ha avuto questa esplosione di crescita in altezza, ma a livello mentale è sempre stato così. E' migliorato in tante cose, anche nel capire quali sono i suoi limiti e come può superarli. Il mio pensiero su di lui l'ho espresso sempre. Doveva dimostrare di meritare di stare nell'Inter e lo ha fatto al Mondiale. Il posto se lo è meritato senza che io incidessi nelle decisioni. Lo ha fatto vedere a tutti, anche al gruppo di ragazzi che gli vuole tanto bene".
MERITOCRAZIA - “La meritocrazia è il primo criterio su cui baso le mie scelte. L’undici è sicuramente importante, ma sono ancora più importanti i cambi perché spostano l’andamento e il risultato di una partita. E’ successo a Torino, quando l’abbiamo ribaltata coi cambi, poi purtroppo è finita in quel modo. Vorrei premiare l’atteggiamento della squadra che si allena in quel modo. Il valore di un giocatore non è dato da chi parte titolare e chi entra dopo. Apprezzo questo. Prima o poi sanno tutti che avranno modo di giocare dall’inizio o di subentrare”.
CALHANOGLU - “Il ritmo mancava a lui, come a Bisseck e Frattesi che avevano avuto problemi sul finale della scorsa stagione. Non è mai semplice rientrare in una squadra che intanto ha fatto la preparazione. Prima o poi toccherà anche agli altri giocare. Calhanoglu è importante perché la crescita sua e il valore che dà in campo è fondamentale”.
LUIS HENRIQUE E DIOUF - “Avremo modo di vedere anche loro. Le partite che abbiamo giocato finora non ci hanno permesso di fare un certo tipo di cambio. Ho la mia visione e mi prendo la responsabilità su ciò che accade. Ho però la sensibilità su certe cose, loro hanno i loro meriti e prima o poi toccherà anche a loro giocare. Andy è più una mezzala, anche se è predisposto a fare il mediano in un centrocampo a due. Da play non ho ancora avuto modo di verificare. Luis Henrique può giocare a destra o a sinistra, ma non mi è dispiaciuto neanche da mezzala a Monaco quando siamo rimasti in dieci. Ha superato il momento di difficoltà avuto all'inizio, sta facendo buone cose e avrà anche lui modo di farsi vedere".
MOTIVAZIONI - "La motivazione e la mentalità sono importantissime soprattutto in un gruppo come questo, che ha bisogno di certezze e di sostegno. C’è bisogno di una curva che incoraggi la squadra. Qualcuno potrà dire che sono dei campioni e certe cose dovrebbero essere automatiche, ma anche loro sono esseri umani, hanno problemi e una sensibilità. Hanno anche dei difetti, sono essere umani. Bisogna sostenerli, convincendoli che la motivazione e la mentalità sono fondamentali. Lo sanno bene, ma possono fare di più”.
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