NUOVA INTER - “Noi siamo consapevoli di quello che è l’andamento di una stagione. Vincere o perdere all’inizio non conta niente, è una maratona di 38 giornate. Non porto statistiche perché guardo solo al presente, per migliorare il domani. Siamo consapevoli di quanto sia importante la partita di domani, ma non cambia il nostro valore e la lunga percorrenza della stagione. Delle volte bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare sodo, c’è solo una via nello sport in generale: imparare dalle sconfitte e dagli errori. Solo così si può crescere".
IDENTITÀ DI SQUADRA - “Noi abbiamo un’identità e cerchiamo di portare avanti un lavoro, poi bisogna capire in quali momenti puoi fare delle cose e in quali no. Il piano della gara in un tot di tempo può essere stravolto e devi trovare soluzioni per reggere l’impatto, l’urto della partita. Noi andiamo sempre in campo per fare la partita, per trovare la miglior versione di ciò che si ha per essere dominanti e cercare di ottenere un risultato".
LA JUVE E TUDOR - "Parma-Juve dell'anno scorso? Per essere sempre coerente, se non guardo il passato, non devo neanche fare paragoni e non li faccio. Si parla di due partite diverse e di squadre diverse, con ambizioni diverse. Tudor ha fatto poi un gran lavoro, raggiungendo la partecipazione in Champions League. Ora hanno ottenuto due vittorie, hanno identità e una squadra che sa fare. Hanno ritrovato Bremer in difesa, questo gli dà tanto. Non possiamo paragonare quella partita con questa, l’Inter ha obiettivi diversi e cerca di essere sempre dominante. Sappiamo che le aspettative su gioco e risultato qui sono altissime, anche se non dobbiamo avere pressioni extra che possono condizionarci. Mi affido all'orgoglio dei campioni e a quello che sappiamo fare, trovando stimoli giusti in una partita in cui questo può valere più di ogni altra cosa".
STIMOLI E MOTIVAZIONI - "È un processo continuo. Sono sempre quelle cose a fare la differenza. Non è semplice, il cervello cerca di farti brutti scherzi perché si allontana dalla fatica e dalla routine che ti potrebbe poi togliere qualcosina. È un processo continuo, che dura una stagione intera: bisogna essere bravi tutti i giorni a svegliarsi trovando stimoli per migliorare se stessi e la squadra. Questo vale per lo staff, quanto anche per i giocatori”.
EMOZIONI - “Ogni domenica me lo chiedete, basta (ride, ndr). La vivo serenamente, so che lo spreco di energie può danneggiare la lucidità. Sia da giocatore che da allenatore sono consapevole di quello che sto facendo e di quello che ho fatto. Il resto è tutto spreco di energie che non fanno mai bene, perché se inizio a vedere i fantasmi e cose che non hanno a che fare con la mia lucidità fisica e mentale potrei far danni. Ora riposo molto meglio di quanto facessi da calciatore”.
CALHANOGLU - "Problema dell'Inter come dice Capello? Ho un modo di lavorare e parlare coi miei giocatori, so il loro livello in questo momento. Quello che ho visto nelle ultime 4 settimane è un ragazzo sempre motivato a dare il massimo, tutti si dimenticano che viene da due mesi di infortunio. Ha provato a tornare per il Mondiale per Club e si era fermato, ha avuto un'estate non tanto serena, ma quando è tornato l'ho visto motivato, lui ha scelto di rimanere ed è pronto a darci una mano".
MERCATO E GIOVANI - "Soddisfatto del mercato? I miei 25 giocatori sono i migliori e non guardo altro. Sono felice, anzi strafelice di lavorare con un gruppo di ragazzi motivati. Abbiamo trovato anche gioventù e spensieratezza, visto gli acquisti che abbiamo fatto. Abbiamo portato dentro i 2003, i 2004, anche i 2005 se penso a Pio. Alzano anche il livello della squadra
BISSECK - "La gestione del gruppo è la cosa più difficile per un allenatore, prima o poi sei consapevole che i giocatori serviranno. C'è bisogno di energia, per me Bisseck è entrato nella critica perché è facile giudicare e creare un'opinione che non ha mai avuto la possibilità di dare continuità alle sue prestazioni. Se al primo errore viene messo al muro e si tirano i sassi addosso... Così non riuscirai mai a portargli autostima e fiducia che un giovane deve avere per fare carriera, fa e farà errori anche in futuro, servono stimoli e motivazioni giuste. Avevo scelto Bisseck perché abbiamo bisogno di lui e di tutti, arrivano tante partite".
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