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sosfanta squadra inter Bonny: “Rispondo così su gol e assist! Lautaro, Thuram, Pio e Bastoni ad aprile mi disse…”

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Bonny: “Rispondo così su gol e assist! Lautaro, Thuram, Pio e Bastoni ad aprile mi disse…”

Bonny: “Rispondo così su gol e assist! Lautaro, Thuram, Pio e Bastoni ad aprile mi disse…” - immagine 1
Il centravanti dell'Inter Ange-Yoan Bonny ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni alla Rosea.
Marco Astori

Il centravanti dell'Inter Ange-Yoan Bonny ha parlato ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Ecco le sue dichiarazioni alla Rosea.

INTER - "Ho capito che serve tempo per capire dove sei, per realizzare quanto grande sia questo club. Poi, quando lo hai capito, devi renderti conto del livello della squadra, che si alza continuamente, già dall’allenamento: l’Inter è molto esigente, ti chiede sempre di più, ma mi trovo benissimo e imparo...".


COSA DEVE IMPARARE - "Il gioco spalle alla porta, qualche volta ho perso palloni stupidi. Poi migliorare il colpo di testa, ma anche la resistenza, visto che giochiamo ogni tre giorni e lavoriamo duramente. Durante la sosta ancora di più... In generale, anche le cose che ti vengono bene possono sempre essere fatte meglio".

COMPAGNI - "Chi mi aiuta di più? Ce ne sono tanti, ma con chi parla francese come Mkhitaryan è più facile. Marcus Thuram mi aiuta tanto e non solo da quando siamo compagni: già a Parma i suoi consigli sono stati preziosissimi. Mi spinge oltre, come anche i compagni italiani: vogliono che dia sempre il massimo senza cali".

GOL A SAN SIRO - "La prima volta è stata l’anno scorso col Parma: ero frastornato, lo stadio è così grande che sembra non finire mai, toglie il fiato. Quando giochi per l’Inter è diverso, ho avuto la fortuna di segnare subito col Toro: dopo il boato, nel rumore, non senti più niente. È bello, perché è tutto ovattato, è solo emozione".

PERCHÉ L'INTER - "L’anno scorso, in Parma-Inter, quella del 2-2, Bastoni mi butta giù e mi dice: 'Il prossimo anno vieni da noi...'. Sembrava un avvertimento, ma mi ha fatto piacere. Lui, Bisseck, Acerbi si fanno sentire in allenamento, aiutano a spingerti oltre".

CHIVU - "Quanto è importante? Moltissimo. A Milano il mister è la stessa persona vera che era a Parma, ha lo stesso modo di fare e di comunicare. Mi chiede sempre di essere disponibile per gli altri, di giocare prima per la squadra".

LAUTARO E THURAM - "Vorrei avere la fame sotto porta di Lautaro: essere alla sua età il quarto marcatore della storia dell’Inter è straordinario. Lui vuole sempre segnare, che sia un gol bello o brutto non conta. Marcus, invece, sa fare tutto: gol, dribbling, assist. Forse con lui ho qualche similitudine di più, ma siamo diversi e possiamo giocare insieme. Vorrei prendere qualcosa anche da Pio, pochi difendono la palla come lui".

DERBY - "Come fascino e grandezza vale Barça-Real. Mi sono rimasti in testa certi duelli come quello tra Dumfries e Theo. Sono due grandi squadre che non si odiano, ma in quei 90’ è una battaglia. Speriamo che, alla fine, tutto si colori di nerazzurro... Decisiva? No, perché siamo solo a novembre e può succedere di tutto, però il derby è già importante: poter prendere altri punti, non solo sul Milan, ma anche su Napoli, Roma e le altre che spingono da dietro, sarebbe un bel salto".

PARMA - "A 17 anni un altro Paese, un’altra cultura, un’altra lingua: era tutto difficile... Per fortuna ho trovato un bel gruppo, ho fatto amicizia con Bernabè che ha grandissime qualità, ma l’uomo decisivo è stato Buffon: parlava un ottimo francese, mi ha fatto sentire a casa. È come se fosse mio zio...".

GOL E ASSIST - "Non ho un numero preciso, nella mia testa vorrei fare ogni anno meglio del precedente. La sfida non è con gli altri, ma solo con me stesso. Conta soltanto rendere fieri i tifosi oltre le statistiche".

ESPOSITO - "Italia-Francia Under 21 2–2, io e Pio entriamo dalla panchina. Qua abbiamo trovato subito un certo feeling perché siamo simili: teniamo gli occhi apertissimi, ma le orecchie chiuse. Osserviamo ogni dettaglio per migliorare, ma proviamo a non sentire cosa dicono di noi all’esterno. Mettendoci dentro anche Sucic, Bisseck, Luis Henrique e gli altri, siamo un bel gruppo di giovani affiatati in uno spogliatoio che si conosce da anni. È un’esperienza nuova e bella, un mondo da scoprire insieme. Quando giochi nell’Inter c’è più attenzione su tutti e qui in Italia ce n’è tantissima per lui: è giovane, ha grande potenzialità, nasce in questo settore giovanile, veste la maglia azzurra. Per lui la pressione è tanta, ma penso riesca a gestirla benissimo: non è cambiato, né a lui né a me piace fare i fenomeni".