ACCOGLIENZA - "Sono stato accolto benissimo in città. In questi giorni abbiamo girato un pochino e ho trovato un sacco di genoani tutti molto affettuosi e fiduciosi. E voglio ripagare questa fiducia. Lo vogliono i ragazzi nello spogliatoio. Sanno di far parte di una squadra che dietro ha un popolo che spinge e si è visto, dal punto di vista temperamentale, dalla prestazione fatta con la Fiorentina".
MORALE - "Il morale è abbastanza alto nello spogliatoio. Ci riusciamo a ritagliare momenti in cui si scherza ma non possiamo ritenerci soddisfatti perché la classifica è quella che è. I ragazzi sono consapevoli che questa posizione non ci spetta e non dobbiamo essere tranquilli dovessimo vincere a Cagliari".
CONDIZIONI E DUE RIENTRI - "Alcuni non stanno benissimo, altri sono tornati dalla nazionale ma siamo talmente tanti che qualche giocatore di qualità in campo ci sarà. Avevamo qualche problemino in difesa ma poi Sabelli è rientrato e oggi Otoa rientrerà. Ancelotti dice che una squadra va fatta cercando di far coesistere gli undici giocatori più forti che hai. Poi devi pensare all’equilibrio, tutte le analisi che facciamo non sono in base solo alla qualità ma anche all’equilibrio che un giocatore può dare".
VASQUEZ - "Ultimo a tornare dalla nazionale? A me non è mai capitato perché ho sempre giocato dietro l’angolo. Loro sono abituati. I Nazionali sudamericani hanno questo tipo di problematiche ma sono abituati a tornare e a rimettersi in sesto. Noi possiamo agevolarli dando loro più recupero dopo la partita
RICHIESTE - "Vorrei vedere una squadra aggressiva perché una partita giocata con l’allenatore nuovo porta a dare sempre qualcosa di più. Voglio vedere una partita con attributi anche fuori casa".
MOMENTO - "Nella prima conferenza avevo detto che questa squadra non merita questa classifica. La sfortuna non ci ha abbandonato nemmeno nella mia prima partita. Deve diventare difficile farci gol. Una squadra che vuole salvarsi deve regalare meno in area e cercare di essere un po’ più cattivi in area loro. Con la Fiorentina, più di cuore che in maniera lucida, si è vista".
NAZIONALE - "Succedeva anche a noi. In Moldavia, ci ho giocato, abbiamo fatto fatica anche noi. Ora la distanza fra le big europee e le altre si è assottigliata. Eravamo sulla stessa barca. Prima ti riconoscevi magari nel numero 10 della Nazionale come Totti, Del Piero o Baggio. Oggi vai contro la Norvegia e giochi contro l’attaccante più forte del mondo o due degli esterni più forti del mondo. Io ho fiducia in chi guida la Nazionale. Rino, Gigi, Bonucci è gente che per quella maglia ha dato il sangue, in maniera simbolica. Partire da loro mi fa stare tranquillo. Poi capita che nel girone trovi la Norvegia che è più forte di noi. Dobbiamo prendere coscienza col fatto che ora ci sono Nazionali più forti e che 20 anni fa non lo erano".
COLOMBO - "L’ho trovato bene. Gli attaccanti quando fanno gol hanno quel piglio in più. Ha lavorato bene, l’atteggiamento è sempre stato positivo. Non è stato un gol fortunoso ma rocambolesco".
VENTURINO E FINI - "Tutti i dati vanno analizzati. Ho sentito tantissimo populismo in questi mesi in cui la Nazionale ha fatto fatica. Come se in Norvegia non avessero la Playstation. Bisogna seminare. Chi semina lo fa per raccogliere a qualcun altro i frutti. Non voglio indicare la via perché non sono nessuno ma quello che facciamo oggi si vedrà fra 10 anni. I giovani che giocano o oggi sono stati presi e allenati dieci anni fa. Venturino e Fini fanno parte della rosa, è che noi siamo tantissimi".
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