sosfanta squadra genoa De Rossi: “Oggi siamo stati troppo leggeri, responsabilità mia! Tornare a Roma e il vero choc…”

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De Rossi: “Oggi siamo stati troppo leggeri, responsabilità mia! Tornare a Roma e il vero choc…”

Alessandro Cosattini
Il Genoa perde all'Olimpico contro la Roma: ecco le parole di Daniele De Rossi a Sky, DAZN e in conferenza.

Il Genoa perde all'Olimpico contro la Roma: ecco le parole di Daniele De Rossi a Sky, DAZN e in conferenza, riportate da TMW e vocegiallorossa.it. "Sto provando vecchi sapori, vecchie emozioni. Avrei voluto andarci con un altro umore, meno arrabbiato, ma era dovuto. L’avevo detto prima della partita: il risultato non avrebbe cambiato quello che avrei fatto a fine gara. Li avevo salutati, non ero uscito a salutarli bene l’ultima volta. Sono andato lì sotto: quella curva è piena da quasi cento anni, si è svuotata una volta sola per protesta quando sono stato mandato via io. Glielo dovevo un saluto. Mi hanno sempre trattato in maniera incredibile e rimarranno sempre nel mio cuore. Mi dispiace se è sembrato un saluto “sobrio”, ma mi conoscono: non potevo andare lì a saltellare dopo questo risultato".

TUTTI I GIOCATORI AD APPLAUDIRE - "Sì, l’ho visto. I ragazzi della Roma sono stati fantastici. Anche per loro è stato uno shock quando me ne sono andato e c’è sempre affetto. Mi lega un grande affetto ai miei giocatori, che siano del Genoa o della Roma. Ho visto anche i ragazzi del Genoa rimanere lì ad aspettarmi. Ho un grande rapporto con i giocatori della Roma e un grande amore, non solo per i tifosi ma soprattutto per loro: sono stati otto o nove mesi molto belli ed emozionanti. Li ho rivisti in grande forma, forse anche troppo. Oggi sono stati superiori a noi, ma ho apprezzato che siano rimasti a salutarmi. Non ce n’era bisogno, ma so che rapporto c’è e cosa ha significato per me, e forse per qualcuno di loro".

APPROCCIO - "I giocatori approcciano le partite come approccia l’allenatore. Mi sono preso i complimenti per l’approccio contro Atalanta e Inter, quindi vuol dire che oggi ho fatto qualcosa di meno anch’io, perché questa partita non mi è piaciuta. Non sono risultati che fanno oscillare il giudizio: le altre due prestazioni erano state accompagnate dai complimenti per l’atteggiamento. Oggi invece abbiamo commesso errori diversi, più leggerezze, meno aggressività, e questo mi dispiace. Così come mi prendo i complimenti quando giochiamo bene, mi prendo la responsabilità quando giochiamo meno bene".

SOULÉ E KONÉ - "Abbiamo dovuto fare una campagna estiva e ho provato, per il bene della Roma e anche per il mio, a portare i migliori giocatori possibili, per età e futuribilità. Alcune cose sono riuscite, altre meno. Loro vanno forte in un contesto preciso, ma perché c’è chi allena e allena bene. I meriti me li prendo fino a un certo punto: c’è un allenatore che sta facendo volare questa squadra. Al di là del risultato, la Roma va veramente forte e oggi lo ha dimostrato".


COSA PORTO A CASA - "Porto la grandissima voglia di dare una gioia ai trentamila del Ferraris contro il Pisa, che è uno scontro diretto. E porto anche un’immagine: non è stata una partita disastrosa, ma una partita un po’ moscia, e a me questa cosa non piace. Non c’entra il giocare fuori casa o l’assenza dei tifosi. Dobbiamo migliorare tutti sotto questo aspetto. Non mi porto a casa punti, non mi porto a casa altro se non l’affetto e il saluto a un amore della vita. Ma io sono al cento per cento dentro questo lavoro e sono già proiettato al video di domani, all’allenamento di domani e alla prossima partita del 3 gennaio".

SENSAZIONI - "C’è dentro rabbia, dentro fastidio, perché non mi è piaciuta tanto. Non mi è piaciuta la prestazione che abbiamo fatto e la scindo da quello che è stato il saluto finale, il saluto iniziale e l’affetto da parte dei miei tifosi, da parte dei miei ex tifosi, dei miei ex giocatori. Quello rimane, quello sarebbe stato uguale: un pareggio, una vittoria, quattro gol o una sconfitta. Ma con una reazione diversa sarebbe stato un po’ più sereno andarli a salutare. Mi dispiace che sia stato un saluto molto scuro, ma insomma mi conoscono, sanno che non ho un’altra maniera di vivere il calcio".

PREPARAZIONE AL MATCH - "Ma io tutte le partite vado a dormire in difficoltà la sera, sempre con mille pensieri. Andiamo sempre a motori al massimo, pensiamo a mille cose, ci immaginiamo tutto. Un po’ tutti gli allenatori, penso. Questa aveva questo, questo, questo sorto di romanticismo che veniva con lei. Durante la preparazione della partita non è cambiato di una virgola. Anche nei discorsi con i ragazzi ho cercato proprio di fargli capire quanto per me fosse importante solo il nostro risultato e quanto tutto quello che c’era intorno non doveva starci. Non credo che l’abbia fatto. L’abbiamo preparata come abbiamo preparato quella con l’Atalanta, anche se lì poi forse l’espulsione subito ci ha costretto a lottare un po’ di più. Quello che mi è dispiaciuto è che siamo stati un po’ leggeri, leggeri in troppe circostanze, e contro una squadra così forte non te lo puoi permettere. Gli errori si fanno, li commettiamo noi e li commettono anche le altre squadre, ma tanti errori tutti insieme nel primo tempo fanno quasi chiudere la partita immediatamente".

MOMENTO PIÙ IMPORTANTE DELLA SERATA - "Non lo so, devo un po’ riordinare le idee. Sono molto, molto infastidito dalla prestazione, più che dal risultato. Il momento più impattante non lo so. È una settimana che mi arrivano messaggi, video, vedo sui social qualche cosa, qualche frase, qualche dimostrazione d’affetto che sicuramente mi ha emozionato. Forse è stato con i giocatori, vederli venire incontro prima della partita, li ho visti felici di rivedermi. Ma non lo so, insomma: sono stato sotto la curva che mi ha trattato da re per tanti anni e continua a farlo, quindi tutto è stato impattante. Sapevo che sarebbe stato così, sapevo che avrei fatto questo giretto, gliel’ho detto prima proprio perché non volevo che il risultato facesse oscillare il mio andare o meno. È stato così, è stata una bella serata perché ho rivisto tanta gente che chiamo amici, però poi il resto è il mio lavoro, è la mia vita, la mia quotidianità, il mio cento per cento, e non mi è piaciuto come ho fatto fare il mio lavoro alla squadra".

PISA - "Squadre facilissime non ce ne sono, il Pisa non è una squadra facilissima. È una squadra difficile, lo abbiamo visto contro la Juventus l’altra sera. I giocatori della Roma hanno detto di aver preparato la nostra partita guardando quella con l’Atalanta: erano, non voglio dire spaventati, ma sicuramente sull’allerta, perché comunque avevamo fatto una prestazione diversa. Mi ha infastidito un po’ di passività, un po’ di leggerezza nei duelli, perché questa è una squadra che, se gioca al 100% come ha giocato nelle prime sei-sette partite – non mi ricordo quante ne abbiamo fatte, sei fino ad oggi – è una squadra che può vincere contro chiunque, che mette in difficoltà chiunque, che esce a testa alta contro chiunque. Se gioca al 99%, con le squadre un po’ più deboli magari farà fatica, e lo abbiamo visto nel primo tempo con il Verona; con le squadre forti, come la Roma, prende le imbarcate. Questo è quello che penso e dovrò lavorare meglio in funzione di questo, tenendo conto che su sette partite non penso di poter essere soddisfatto di quelle che sono state le prime sei, sia per l’atteggiamento che per le prestazioni, sia per quello che hanno dato i giocatori, sia in allenamento che in partita".