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sosfanta squadra genoa Colombo: “Vorrei tirare il prossimo rigore, non scappo!“. E Vitinha: “Accetto le decisioni, io…”

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Colombo: “Vorrei tirare il prossimo rigore, non scappo!“. E Vitinha: “Accetto le decisioni, io…”

Colombo: “Vorrei tirare il prossimo rigore, non scappo!“. E Vitinha: “Accetto le decisioni, io…” - immagine 1
Lorenzo Colombo, attaccante del Genoa, ha concesso un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole.
Marco Astori

Lorenzo Colombo, attaccante del Genoa, ha concesso un'intervista ai microfoni de La Gazzetta dello Sport. Queste le sue parole sulla prima parte di stagione dei rossoblu: "Non è stato un inizio di stagione semplice. Né per me, né per la squadra. Sono successe un po’ di cose sfavorevoli, ma abbiamo sempre continuato a lavorare. Tuttora il Genoa non sta nella posizione che merita. Il pari con la Fiorentina non cambia la sostanza delle cose, noi abbiamo già la testa sul Cagliari. Bisogna saper dare uno schiaffo agli errori. Ho imparato nel tempo a gestire questi momenti, prima non trovavo la chiave giusta e alla lunga ho trasformato certe situazioni in un punto di forza".

RIGORE - "Sì, vorrei ritirarlo, le difficoltà vanno prese di petto, bisogna affrontare l’errore, se scappi è peggio. Puoi mentire agli altri, forse, ma non a te stesso". Ne ha parlato anche Vitinha ai microfoni di Repubblica: "Perché non li tiro io? Questa è una grande domanda. Io sono qua per accettare le decisioni di tutti. Quando sono andato verso la panchina ho sentito che era Colombo a dover calciare il rigore. E Colombo ha la mia fiducia. Ha sbagliato, ma io vorrei che segnasse sempre. Comunque la decisione è stata presa e io l'ho accettata e rispettata".


ATTACCO - "La situazione è cambiata da quando ho un partner davanti? Non stanno così le cose. Se ci guardiamo alle spalle, certi risultati del Genoa non si sono incanalati nella direzione giusta per vari fattori, e la vittoria mancata si porta dietro negatività. Sono i piccoli dettagli che fanno la differenza. Il ruolo? Ho giocato da solo, con due sottopunte, con due esterni larghi, con un attacco a due. Certo, avere un compagno vicino per le mie caratteristiche è più congeniale, ma gioco dove dice l’allenatore".

GENOA - "Mai però avevo giocato in una piazza come questa. Ho una decina di presenze con il Milan alle spalle, ma era il periodo del Covid e si giocava senza tifo, anche a San Siro. Nel tempo ho cercato l’equilibrio, provando a costruire ogni cosa mattone dopo mattone. E poi vedo che tanti attaccanti in questa Serie A hanno difficoltà a segnare. Sto cercando dentro me stesso una chiave che possa farmi aprire delle porte importanti. Mi sono detto: “Se sono arrivato in A, ci sarà un motivo, nessuno mi ha fatto regali”".

MILAN - "Non posso dirmi dispiaciuto, anche se ogni anno cambiare città, squadra, mister, compagni, centro sportivo non è stato semplice, bisogna essere bravi a prendere le cose per come sono. Il Milan è un punto di arrivo, ma oggi c’è il Genoa. Sono in una delle piazze principali d’Italia dopo Roma, Milano e Napoli, l’affetto dei genoani si percepisce così in pochi altri posti. Qui sono passati attaccanti che hanno fatto la storia del calcio: Palacio, Milito, in tempi recenti Retegui e Pinamonti, un altro che da tempo va in doppia cifra".

GOL ALLA FIORENTINA - "Lo definirei come un click, un interruttore della luce che è scattato. Qualcosa di difficile da spiegare, una sorta di magia. Segni e un attimo dopo ti senti rinato, un pieno di energia. Un vero boost".

LOTTA SALVEZZA - "È troppo presto, negli ultimi anni ho visto di tutto. Squadre che partono forte e poi rallentano, come era accaduto al mio Empoli nella stagione passata e viceversa. Situazioni delle quali non sai dirti una spiegazione. Io ho un’idea in questo senso: il Genoa deve guardare la classifica, ma non troppo.

Nel senso che se siamo lì, è necessario fare qualcosa di diverso in partita: ancora più impegno, maggiore attenzione, magari una corsa in più. Tutte queste cose messe insieme determinano un risultato favorevole o sfavorevole. Dobbiamo stare concentrati perché si verifichi appunto la prima condizione. Andiamo compatti in questa direzione, insomma. C’è la consapevolezza di una classifica brutta, ma noi comunque vogliamo continuare a pedalare. Qui ci sono grinta e qualità ben abbinate. Perché c’è una squadra e al tempo stesso una società, che possiedono potenzialità ben più alte di una lotta per la salvezza. Ce la faremo, perché io ho visto tanti gruppi al lavoro nel mio passato e qui si riescono a fondere intensità e classe allo stesso modo".

DE ROSSI - "De Rossi è molto preparato, non vedo ragione per avere pensieri negativi. Negatività porta negatività. Positività porta positività. Il mister è un condottiero vero. Nei pochi giorni prima della gara con la Fiorentina è stato bravissimo a trasmetterci il senso di rivalsa verso noi stessi. Ci sta chiedendo ora più qualità con il pallone, dove abbiamo tanto margine di crescita. Vuole coraggio affinché prendiamo in mano il gioco".