ATTACCO - "La situazione è cambiata da quando ho un partner davanti? Non stanno così le cose. Se ci guardiamo alle spalle, certi risultati del Genoa non si sono incanalati nella direzione giusta per vari fattori, e la vittoria mancata si porta dietro negatività. Sono i piccoli dettagli che fanno la differenza. Il ruolo? Ho giocato da solo, con due sottopunte, con due esterni larghi, con un attacco a due. Certo, avere un compagno vicino per le mie caratteristiche è più congeniale, ma gioco dove dice l’allenatore".
GENOA - "Mai però avevo giocato in una piazza come questa. Ho una decina di presenze con il Milan alle spalle, ma era il periodo del Covid e si giocava senza tifo, anche a San Siro. Nel tempo ho cercato l’equilibrio, provando a costruire ogni cosa mattone dopo mattone. E poi vedo che tanti attaccanti in questa Serie A hanno difficoltà a segnare. Sto cercando dentro me stesso una chiave che possa farmi aprire delle porte importanti. Mi sono detto: “Se sono arrivato in A, ci sarà un motivo, nessuno mi ha fatto regali”".
MILAN - "Non posso dirmi dispiaciuto, anche se ogni anno cambiare città, squadra, mister, compagni, centro sportivo non è stato semplice, bisogna essere bravi a prendere le cose per come sono. Il Milan è un punto di arrivo, ma oggi c’è il Genoa. Sono in una delle piazze principali d’Italia dopo Roma, Milano e Napoli, l’affetto dei genoani si percepisce così in pochi altri posti. Qui sono passati attaccanti che hanno fatto la storia del calcio: Palacio, Milito, in tempi recenti Retegui e Pinamonti, un altro che da tempo va in doppia cifra".
GOL ALLA FIORENTINA - "Lo definirei come un click, un interruttore della luce che è scattato. Qualcosa di difficile da spiegare, una sorta di magia. Segni e un attimo dopo ti senti rinato, un pieno di energia. Un vero boost".
LOTTA SALVEZZA - "È troppo presto, negli ultimi anni ho visto di tutto. Squadre che partono forte e poi rallentano, come era accaduto al mio Empoli nella stagione passata e viceversa. Situazioni delle quali non sai dirti una spiegazione. Io ho un’idea in questo senso: il Genoa deve guardare la classifica, ma non troppo.
Nel senso che se siamo lì, è necessario fare qualcosa di diverso in partita: ancora più impegno, maggiore attenzione, magari una corsa in più. Tutte queste cose messe insieme determinano un risultato favorevole o sfavorevole. Dobbiamo stare concentrati perché si verifichi appunto la prima condizione. Andiamo compatti in questa direzione, insomma. C’è la consapevolezza di una classifica brutta, ma noi comunque vogliamo continuare a pedalare. Qui ci sono grinta e qualità ben abbinate. Perché c’è una squadra e al tempo stesso una società, che possiedono potenzialità ben più alte di una lotta per la salvezza. Ce la faremo, perché io ho visto tanti gruppi al lavoro nel mio passato e qui si riescono a fondere intensità e classe allo stesso modo".
DE ROSSI - "De Rossi è molto preparato, non vedo ragione per avere pensieri negativi. Negatività porta negatività. Positività porta positività. Il mister è un condottiero vero. Nei pochi giorni prima della gara con la Fiorentina è stato bravissimo a trasmetterci il senso di rivalsa verso noi stessi. Ci sta chiedendo ora più qualità con il pallone, dove abbiamo tanto margine di crescita. Vuole coraggio affinché prendiamo in mano il gioco".
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