MERCATO - "Allontaniamo queste cose pensando a partita dopo partita. Altrimenti si travisano le cose. Come sul fatto che ho detto che bisogna mettere benzina. Di certo non l'ho detto riferendomi a prima, ma perché c'è la sosta ed è normale lavorare. Non perché io mi voglia paragonare ad una persona che stimo (Pioli, n.d.r.) e che ha fatto tante belle cose".
GUDMUNDSSON - "Se ho capito quali corde toccare? Non devo essere io a capire lui, ma deve essere lui a capire me e anche velocemente. Vale quanto detto per Fagioli: sono stati presi perché qualitativi, ma bisogna cambiare mentalità. Albert è un giocatore importante, nel quale crediamo. Non guardiamo l'aspetto tecnico, oggi ogni giocatore deve giocare per il compagno, fare una corsa in più. Gli attaccanti devono essere i primi difensori. Dobbiamo fare le due fasi fatte bene, tutti insieme".
FAGIOLI - "Un giocatore di qualità, può fare la mezzala, eventualmente anche il play. Deve però dimostrare chi è. Ho sempre detto ai giocatori: quello è il campo, ora sta a voi. Io devo portare i risultati, con me gioca chi porta risultati. Una grande esperienza anche per lui, un passo a livello mentale. È la testa che comanda tutto. Chi incontra la Fiorentina vorrebbe essere al nostro posto. Oggi ci sono 5 cambi, tutti devono essere presenti e importanti. Quando vedo la squadra calare al 60', con cinque cambi, mi cadono i coglioni. Bisogna cambiare il chip, entrare e alzare il livello. Per questi giocatori è un'esperienza che stanno capendo. Hanno anche loro qualcosa da farsi perdonare".
DODO' - "La gestione dei social e Dodò che smette di seguire la Fiorentina? Da questo punto di vista è come avere dei figli. Mia figlia mi diceva: 'Mi sono aumentati i follower perché hanno detto che vai al Panathinaikos' (ride, n.d.r.). Il sociale di oggi è un po' così. La società deve esserne consapevole, bisogna insegnare come comportarsi anche in queste cose qua. A volte è come essere dentro al Grande Fratello e i ragazzi possono sbagliare, non come me che faccio casini perché non so neanche usare Instagram. Ci possono essere anche conseguenze, però bisogna spiegare l'errore. Bisogna capire perché il ragazzo lo ha fatto".
DIFESA - "Se guardiamo i dati bisogna ammettere che dobbiamo lavorare un po' su tutti. Prima vogliamo ripartire dalle cose più semplici, dalla compattezza. Prendiamo tanti gol da calcio piazzato e in un allenamento ho provato la marcatura a uomo sui corner. Dobbiamo avere più attenzione, si è visto anche sui gol presi a Genoa. Cambio di assetto? L'anno scorso sono partito con delle idee, poi con l'infortunio di Zapata ho capito che dovevo cambiare qualcosa. Oggi però ripartiamo dall'ABC, poi possiamo cambiare e pensare anche a qualcosa di nuovo. A Genoa non siamo stati bravi a chiudere la partita, ma abbiamo capito che il pareggio almeno dovevamo portarlo a casa. Noi dobbiamo provare a vincere, ma non dobbiamo perdere".
CRITICITA' MAGGIORI - "Sono qua da poco, quello che abbiamo visto tutti è la fragilità nel prendere gol. L'ho detto anche a loro. La paura è un sentimento positivo. La mia paura più grossa è che non fossero consapevoli di dove fossero. Una società ambiziosa partita per altri obiettivi. Abbiamo però le qualità per uscirne, con la qualità dei forti. Vai a Genova e devi capire che tu sei ultimo, e non puoi far scappare il Genoa. Il gruppo ha recepito velocemente e ne vuole uscire. Affamato. Questo poi non ci deve portare alla frenesia".
DOPPIE SEDUTE - "Perché a me piace lavorare. Abbiamo un bel centro, ci possiamo dormire e per questo ne approfitto. Poi voglio conoscere i ragazzi e fargli capire la mia idea. Chiarisco sulla preparazione: stamani ho fatto i test fisici, non per sapere le condizioni, ma per capire come posso lavorare su quello che è il mio metodo. Se io faccio correre un giocatore come una lepre e poi si spacca...Questa è la mia metodologia e devo stare attento in questo momento a tanti fattoti perché Piccoli non ha il fisico di Dodo e di questo devo stare attento. Quindi ribadisco: stamani ho fatto i test, ma non per una questione di condizione".
LAVORO - "Noi dobbiamo lavorare di partita in partita. Il campionato ha un obiettivo diverso, mentre la Coppa ha un altro obiettivo. Adesso l'errore è pensare a cosa possiamo fare. Noi dobbiamo fare piccoli passi: in campionato pensiamo al campionato, in Coppa alla Coppa. Diamoci piccoli traguardi, altrimenti richiamo di "uscire". Io ai giocatori ho detto che siamo in fondo alla classifica e che adesso dobbiamo metterci sotto, io in primis. Una prima risposta l'ho avuta a Genoa, ma dobbiamo continuare a giocare. Io sono stato in squadre vincenti e lì c'era l'umiltà del vincente, non la supponenza del vincente. Questo posto, il Viola Park, che a me emoziona, deve diventare un mezzo per arrivare a vincere, per dare tutti qualcosa in più. È inutile guardarci indietro, guardiamo avanti. Ecco perché non guardo il mercato".
PIOLI E LA BATTUTA SULLA CHAMPIONS - "Io ai ragazzi ho detto ai ragazzi che abbiamo un'opportunità di scrivere una pagina nuova. Nella vita se succedono queste cose qua vuol dire che si è sbagliato, ma il calcio ti da anche modo di rifarti. A Genova il primo tassello c'è da lavorare per metterne altre. A pensare indietro ci uccideremmo da soli. Un messaggio per il futuro? Che domani mattina facciamo forza e domani pomeriggio pedaliamo...".
KEAN E PICCOLI - "Compatibili? Il nostro parco attaccanti va sfruttato. La società ha lavorato bene e adesso sta a me amalgamare il tutto. Oggi devo capire come mettere in condizioni gli attaccanti di fare gol. Piccoli e Kean hanno caratteristiche simili, ma in prospettiva futura non escludo possano giocare insieme. Adesso non è quella la priorità ma se giocano insieme dovranno essere bravi ad essere l'uno al servizio dell'altro. La maglia della Fiorentina è pesante e tanti ragazzi giovani, che vengono da realtà diverse, devono capire che arrivano in una piazza che vuole vincere e che ha tifosi esigenti".
STADIO VUOTO - "Difficoltà in più? Sicuramente, ma è un passaggio che sapevamo e che non deve essere un alibi. I tifosi ci sostengono sempre, anche a Genova lo hanno fatto. Oggi siamo noi a dover dare delle dimostrazioni".
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