TRIDENTE - "Gudmundsson, Kean e Dzeko? Davanti abbiamo tanti giocatori forti. Sotto questo aspetto dobbiamo crescere, l'anno scorso abbiamo avuto un super Kean ma poi anche la sfortuna di avere un Gud con diversi problemi fisici. Ho parlato tanto con lui. Poi sono arrivati Fazzini e Dzeko, son sicuro che faranno la differenza".
FUTURO - "Io non mi vedo in questo momento come un allenatore, mi vedo più come psicologo, anche percil percorso fatto. Per me la comunicazione è fondamentale. Tante volte vediamo un giocatore che sta facendo male e lo insultiamo non sapendo che gli succede. Diventa tutto più semplice e giusto chiedergli come sta per aiutarlo e per fargli capire che non è da solo".
KEAN - "Anche con lui parlo tantissimo. Credo che trovare una casa, un habitat giusto, sia fondamentale per fare una performance sportiva ottima. Io ho avuto un esempio negativo, quando sono tornato in Germania non stavo bene ed è paradossale perché quella è casa mia. La Fiorentina mi ha permesso di ritornare alla grande. E questo lo dico anche a Moise: qui ha trovato una casa e una famiglia, questo vale più di tutto".
LA MIA ANNATA - "Direi che è stata l'annata del mio rilancio. Ho trovato una squadra e un allenatore che l'anno scorso hanno creduto tanto in me. Avevo come obiettivo quello di tornare in Nazionale tedesca perché per me non c'è niente di più grande. Io dico sempre che il calcio non vive nel passato, possiamo parlare del passato ma ora serve a poco".
I RITIRI DI GASP - "Ancora adesso sento la fatica nelle mie gambe. Mi ricordo molto bene il ritiro fatto con Gasp, la sera non riuscivo a camminare. Poi non so se ha cambiato preparazione, conoscendolo non credo. Ma è un allenatore veramente forte, con un'idea chiara. Quando vedi una squadra di Gasperini vedi la sua mano. Sarò sempre grato a lui, non sapevo nemmeno io di poter diventare il giocatore che sono diventato con lui".
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