PALLADINO - "Non ho capito bene neppure io quale sia stato il problema, noi due abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto. Mi ha chiamato dopo le dimissioni ma non mi ha spiegato i motivi della sua scelta. Di certo da me non sentirete mai una parola fuori posto nei suoi confronti, perché se sono a Firenze è anche grazie a lui. In più vi dico questo: possiamo discutere del gioco, dei moduli, delle scelte tecniche, ma i fatti restano. Lui qui ha fatto 65 punti, un traguardo che la Fiorentina non raggiungeva da più di 10 anni".
PIOLI - "Del mister mi ha stupito la facilità con cui riesce ad avere feeling coi giocatori. A volte al campo arriva gente arrabbiata, che ha in testa il mercato o che sbaglia cose semplici in allenamento. Lui però riesce a usare le parole giuste nel momento giusto. Sempre. In Germania la chiamano Fingerspitzengefühl (avere tatto, empatia con le persone, ndr), è una dote non comune che ti fa creare feeling con chi ti sta accanto e frutto della sua enorme esperienza che lo ha portato a vincere il campionato e ad allenare super campioni come Ronaldo".
NAPOLI - "Ah, non vedo l’ora che arrivi quella partita. L’anno scorso il Napoli è stata l’unica grande che ci ha battuto senza darci la possibilità neppure di tentare di restare aggrappati al risultato. Sabato dovrà essere la nostra rivincita. Loro sono fortissimi e se possibile sono diventati ancora più completi, ma vogliamo dare subito un segnale forte. A noi stessi, ai nostri tifosi e al campionato. Batterci deve diventare difficile per tutti".
TORINO - "Amarezza dopo il pareggio? Fa parte del mio modo di essere, non ce l’avevo con nessuno. La mattina della partita mi sentivo di poter vincere e non esserci riusciti mi ha deluso anche perché era la domenica prima della pausa e portare a casa i 3 punti ci avrebbe aiutato a prendere entusiasmo e credere ancora di più in noi stessi. In generale comunque pretendo sempre il massimo da me stesso e dalla mia squadra. Come dicevo, gli obiettivi che ci poniamo ogni giorno aiutano a crescere".
COMUZZO - "Con “Comu” ho parlato tantissimo. Io cercavo lui e lui cercava me. Appena accendevo il telefono leggevo notizie su di lui e sulle offerte milionarie che riceveva: non è stato facile affrontare tutto questo, non lo sarebbe stato neppure per me che ormai ho esperienza. Pietro è un ragazzo serio e aperto, ma non scordiamoci che ha vent’anni. Ora che è chiuso il mercato vedrete che piano piano tornerà quel giocatore forte e sicuro che è sempre stato".
FAGIOLI - "Fagioli è molto più introverso, ha il carattere chiuso ma visto tutto quello che si è detto e scritto su di lui mi è sembrato normale stargli vicino. La cosa più importante che gli ho detto è semplicissima: quando vuoi ci sono. Ora comunque lo vedo molto più tranquillo e concentrato, le doti non si discutono e sono convinto che ci darà tantissimo quest’anno".
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