sosfanta squadra fiorentina Fiorentina, Gosens: “Vero l’interesse dell’Atalanta, felicissimo di rimanere. Pioli, Palladino, Comuzzo…”

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Fiorentina, Gosens: “Vero l’interesse dell’Atalanta, felicissimo di rimanere. Pioli, Palladino, Comuzzo…”

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Robin Gosens ha parlato dell'interesse dell'Atalanta per riportarlo a Bergamo, ma anche degli obiettivi della Fiorentina di Pioli
Andrea Della Sala

Intervistato dal Corriere di Firenze, Robin Gosens ha parlato dell'interesse dell'Atalanta per riportarlo a Bergamo, ma anche degli obiettivi della Fiorentina di Pioli:

CHAMPIONS - "Aver conservato gran parte della rosa dello scorso anno secondo me è un vantaggio enorme: si salta il processo di integrazione e nel gruppo già conosciamo i nostri pregi e difetti. Anche come persone, non solo come calciatori. Negli anni all’Atalanta iniziavamo le stagioni con un’impronta di gioco e una squadra collaudati, e i risultati si sono visti. In questo campionato abbiamo le possibilità per stare in alto ma ovviamente dovremo dimostrare di essere in grado di fare lo scalino più grande: confermarsi. L’anno scorso abbiamo fatto 65 punti, e nello spogliatoio ci siamo detti che l’obiettivo è migliorare quel punteggio. La Champions sarebbe il massimo e di certo ci proveremo con tutte le nostre forze, l’importante è che non diventi un obbligo perché la concorrenza è tanta. Se vogliamo rendere al massimo dobbiamo essere liberi di testa".


ATALANTA - "È verissimo. Mi hanno chiamato e fatto sapere dell’interesse. Non nego di averci pensato perché Firenze per me ormai è casa, ma anche Bergamo lo è. All’Atalanta ho passato anni bellissimi e alla città mi lega il periodo tremendo del Covid: è un rapporto che va oltre lo sport e che rimarrà per sempre. Proprio per questi sentimenti contrastanti ho detto subito che avrei lasciato carta bianca ai club. E quando la Fiorentina mi ha detto “no chance” di andar via sono stato felicissimo di rimanere. E orgoglioso della fiducia del presidente Commisso e di tutto il club. In viola mi sento importante e ora voglio soltanto ripagare la fiducia".

KEAN -  "Secondo me questa è la chiave di tutto, la cosa più difficile nel nostro lavoro di calciatori. Un conto è fare un anno da protagonista, un altro è dimostrarsi vincenti sempre. È la differenza che passa tra un bravo giocatore e un campione. Vale per tutti, non solo per Moise: lui ha tutte le potenzialità per confermarsi un top, l’importante è imparare a saper gestire la pressione e soprattutto trovare le motivazioni giuste giorno dopo giorno. Se non alzi l’asticella nella tua testa, non cresci più. Almeno, io per me stesso faccio così".

PALLADINO - "Non ho capito bene neppure io quale sia stato il problema, noi due abbiamo sempre avuto un bellissimo rapporto. Mi ha chiamato dopo le dimissioni ma non mi ha spiegato i motivi della sua scelta. Di certo da me non sentirete mai una parola fuori posto nei suoi confronti, perché se sono a Firenze è anche grazie a lui. In più vi dico questo: possiamo discutere del gioco, dei moduli, delle scelte tecniche, ma i fatti restano. Lui qui ha fatto 65 punti, un traguardo che la Fiorentina non raggiungeva da più di 10 anni".

PIOLI - "Del mister mi ha stupito la facilità con cui riesce ad avere feeling coi giocatori. A volte al campo arriva gente arrabbiata, che ha in testa il mercato o che sbaglia cose semplici in allenamento. Lui però riesce a usare le parole giuste nel momento giusto. Sempre. In Germania la chiamano Fingerspitzengefühl (avere tatto, empatia con le persone, ndr), è una dote non comune che ti fa creare feeling con chi ti sta accanto e frutto della sua enorme esperienza che lo ha portato a vincere il campionato e ad allenare super campioni come Ronaldo".

NAPOLI - "Ah, non vedo l’ora che arrivi quella partita. L’anno scorso il Napoli è stata l’unica grande che ci ha battuto senza darci la possibilità neppure di tentare di restare aggrappati al risultato. Sabato dovrà essere la nostra rivincita. Loro sono fortissimi e se possibile sono diventati ancora più completi, ma vogliamo dare subito un segnale forte. A noi stessi, ai nostri tifosi e al campionato. Batterci deve diventare difficile per tutti".

TORINO - "Amarezza dopo il pareggio? Fa parte del mio modo di essere, non ce l’avevo con nessuno. La mattina della partita mi sentivo di poter vincere e non esserci riusciti mi ha deluso anche perché era la domenica prima della pausa e portare a casa i 3 punti ci avrebbe aiutato a prendere entusiasmo e credere ancora di più in noi stessi. In generale comunque pretendo sempre il massimo da me stesso e dalla mia squadra. Come dicevo, gli obiettivi che ci poniamo ogni giorno aiutano a crescere".

COMUZZO - "Con “Comu” ho parlato tantissimo. Io cercavo lui e lui cercava me. Appena accendevo il telefono leggevo notizie su di lui e sulle offerte milionarie che riceveva: non è stato facile affrontare tutto questo, non lo sarebbe stato neppure per me che ormai ho esperienza. Pietro è un ragazzo serio e aperto, ma non scordiamoci che ha vent’anni. Ora che è chiuso il mercato vedrete che piano piano tornerà quel giocatore forte e sicuro che è sempre stato".

FAGIOLI - "Fagioli è molto più introverso, ha il carattere chiuso ma visto tutto quello che si è detto e scritto su di lui mi è sembrato normale stargli vicino. La cosa più importante che gli ho detto è semplicissima: quando vuoi ci sono. Ora comunque lo vedo molto più tranquillo e concentrato, le doti non si discutono e sono convinto che ci darà tantissimo quest’anno".