PAZ - "Paz è forte perché ti tira fuori il colpo dal cilindro. Fa cose pazzesche non ingabbiate. Lui, Dybala, Soulè... Ma a anche un terzino del passato come Dani Alves. Fanno un colpo, e tu puoi solo applaudire".
MORATA - "Gli manca il gol. Va sostenuto. E’ un po’ triste ma sono sicuro che si risolleverà perché ha tante qualità. Per me, non ha giocato affatto male. L’applauso alla sostituzione è la strada giusta".
CAQUERET - "Se mi mette in crisi? Mah, ci sono quattro uomini per due posti: lui, Perrone, Da Cunha, Baturina. Gioca chi è più in forma. E dipende dall’avversario".
SERIE A - "Vedo come l’atteggiamento sia simile per quasi tutte le squadre. E’ tornato di moda il 5-3-2, con squadre che attendono. Secondo me quest’anno c’è addirittura maggiore attendismo rispetto allo scorso anno. Locatelli della Juve si fa dare palla e gestisce. Noi abbiamo una mentalità diversa. Andiamo ad aggredire, andiamo a rompere le palle. Siamo andati da lui e andremo da Modric. Poi magari fanno una giocata che ti taglia fuori. Ma noi ci proviamo. E siamo forti in contropiede. Certo, a fare pressing alto rischi, ma dico sempre che se dovessi rinunciare a giocare come dico io, smetterei di farlo".
SEGRETO - "Non ragionare per dogmi. Ci sono momenti e momenti, in una partita. Momenti in cui vai a mille allora e altri in cui esci dal basso e costruisci con calma. Io devo andare oltre la tattica e insegnare ai miei giocatori a ragionare e prendersi delle responsabilità autonome a seconda del momento. Non posso chiudere un giocatore in una gabbia tattica e mentale, perché poi si plafona, si limita a fare il compitino".
ADDAI - "Addai ha dovuto applicarsi. Ma lui fa la differenza per le tecnica. D’altro canto chi viene da squadre italiane si sorprende: mister, ma non facciamo corsa? Corsa? Noi facciamo allenamenti brevi ma molto intensi per cercare situazioni che si ripetono in partita. Per me è molto più produttivo".
SUWARSO - "Lui ha subito parlato la mia lingua. E soprattutto ha fatto sempre seguire i fatti alle parole. Mi ricordo quando mi telefonava, a metà serie B, con insistenza per chiedermi se saremmo andati in A. Ma lo faceva nel modo giusto. Competitivo ma con serenità, con voglia di fare gruppo. Uno stimolo. Spesso si cercano cose grandi chissà dove, ma dobbiamo apprezzare quello che abbiamo. E qui sono davvero molto felice. Qui si fanno le cose proprio bene".
FUTURO - "Dunque siete tutti uomini di calcio, non si può mai dire mai. Ma in questo momento non potrei chiedere nulla di più".
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