PISACANE - "Ho chiamato io il mister, volevo esprimere la mia volontà di venire a Cagliari e mi premeva fargli capire che fisicamente non ero indietro ma che, con il lavoro, sarebbe arrivato tutto. Mi ha fatto un effetto strano vedere il mister, ci siamo incontrati diverse volte sul campo, era un avversario tosto che non si tirava indietro cosi come mi era già successo a Roma con De Rossi. Questi sono i tempi che vanno velocemente. Il mister ha una grande preparazione, si fa voler bene, stimola tutto il gruppo a prescindere da chi va in campo o no. Stimola tutti i ragazzi, e la forza di una squadra è proprio quando un giocatore cala gli subentra un compagno che faccia la differenza. Sono rimasto sorpreso dalle sue capacità di vedere le partite. A casa mi aveva stupito come la squadra ha affrontato il Napoli in casa loro, una squadra che sapeva quello che voleva fare in campo. Bravo a preparare la partita in vari modi”.
IMPEGNO - "Io cerco di dare tutto in campo, e cerco anche di andare oltre al di là del gol. Se c’è un’occasione per far segnare un mio compagno o far vincere la squadra per me è la priorità. L’importante è non aver mai rimpianti a fine gara, e nella mia vita non ho mai accettato di avere rimpianti, dare tutto me stesso perché è la mia natura”.
SCELTA CAGLIARI - “Sono voluto venire qua, ho visto la squadra nelle prime due partite e da casa ho pensato che mi sarei trovato bene a giocare in questa squadra. Sono convinto di fare bene e fare tantissimi gol per il Cagliari”.
ESPERIENZE - "Ho avuto diverse esperienze e l’ultima è stata Como che lottava per la salvezza. In carriera ho giocato con Roma, Fiorentina, Benfica, ma quando capisci di arrivare in una squadra come il Cagliari, che gioca per la salvezza, il tuo obiettivo è sempre quello di vincere a prescindere dall’obiettivo. Tu devi fare tutto il possibile per arrivare alla vittoria, ci saranno dei momenti di difficoltà, dove dovremo essere più furbi ma calarsi nella parte è semplice, ogni giocatore gioca sempre per vincere”.
ALLENATORI - "Ho avuto tanti allenatori in carriera, mi sono trovato sempre beni con tutti. Io cerco sempre a prescindere di trarre qualcosa da ogni allenatore, cosi come facevo da piccoli per prendere spunti dai giocatori più grandi, idem con gli allenatori. Ventura per me è stato un maestro, la mia prima esperienza in Serie A, un allenatore con cui mi sono trovato benissimo. Mi ha trasmesso tanto sotto il profilo del gioco. Con Mazzarri ho fatto una grandissima esperienza, oltre a essere un uomo vero, con me è sempre stato diretto. Lui non aveva un modulo fisso ma cambiava in base all’avversario. Con Nicola era u. piacere parlare con lui, una persona vera e diretta e ti arrivava quasi sempre, cerca sempre di motivarti, di tirar fuori quel qualcosa in più e si faceva voler bene. Giampaolo è stato un altro maestro di calcio, per me è stato a livello tecnico-tattico era maniacale, guardava ogni minimo dettaglio di posizione, era un perfezionista dei dettagli”.
CONTINUITÀ - "Quello che cercavo era una continuità, allenamento dopo allenamento dimostrare il mio valore. Ho voluto fortemente venire qua, un giocatore penso si debba sempre meritare di giocare e nulla ti viene regalato. Bisogna essere sempre professionisti, il nostro mondo è talmente veloce che oggi ci sei e domani non ci sei più. La società mi ha trasmesso di volermi con loro e io volevo loro. Ero sicuro di trovarmi bene qua e di avere la fiducia della società. Se stai bene mentalmente ti riesce fare meglio".
RIGORE - "Sul rigore di Lecce è stato Mina a chiedermi se volevo batterlo, come rigoristi ci sono siamo in tanti, io, Esposito e Gaetano. E io lì ho voluto tirare”.
GRUPPO - "Ho trovato un gruppo molto unito, molto coeso, un. gran lavoro societario, A livello di spogliatoio quello che ci trasmettono i senatori come Mina, Deiola o Pavoletti, ti aiuta sempre quando ti devi calare in una nuova esperienza. È stato utile per capire come comportarmi. Penso che l’esperienza mia e di ognuno di loro possa servire a far crescere squadra e a livello di partite Io cerco di essere utile per far crescere i giovani e ogni partita è fine a se stessa. In Italia siamo matti di tattica, non è facile scardinare le difese, devi cercare di trovare le contromisure giuste, Il mio contributo è utile per far crescere questi ragazzi, poi posso anche sbagliare anche io”.
NAZIONALE - “Per me la Nazionale ha un gran valore, rappresentare il proprio paese è un delle cose più emozionanti, ti inorgoglisce ancora di più. Andare in nazionale è una delle cose più belle, il pensiero c’è sempre tutto ma per me l’importante è essere determinante con il Cagliari, se poi dovesse arrivare una chiamata ben venga. Ma il mio obiettivo primario è il Cagliari”.
GIOVANI - "Ci sono tanti giovani di prospettiva, li vedo durante gli allenamenti e hanno dei colpi molto importanti. Devono farsi le ossa, passare da un campionato di Serie B o all’estero alla Serie A non è semplice. Ieri mi è piaciuta la partita di Borrelli che non ha mai mollato, Kilicsoy ha bisogno di ambientarsi ed è normale, ma posso dire che i colpi li ha quindi ci vuole pazienza. Tutti, in generale, vogliono migliorare, i nostri ragazzi in allenamento vogliono capire dai più grandi come calciare, come fare quel passaggio, tutti hanno voglia di migliorare e mi auguro per loro che continuino cosi e che ci diano una mano”.
INTER - "L’Inter è sicuramente una squadra tosta, sarà una partita molto difficile data la forza dei nerazzurri, ma noi fare la nostra partita. Avremo il nostro pubblico dalla nostra parte, può succedere di tutto e cercheremo di fare il nostro meglio per regalare una gioia ai tifosi”.
OBIETTIVI - "Il campionato è appena iniziato, il nostro obiettivo è la salvezza e vogliamo raggiungerlo il prima a possibile, non bisogna farsi film mentali”.
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