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Orsolini: “Ndoye, Odgaard e Dallinga ha fatto come Dzeko! Italiano, il futuro e la Nazionale…”

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Riccardo Orsolini ha rilasciato un'intervista a Il Resto del Carlino in cui ha parlato di diversi temi, dal Bologna alla Nazionale. Le sue parole.
Andrea Agostinelli

Riccardo Orsolini ha rilasciato una lunga a Il Resto del Carlino in cui ha parlato di diversi temi, dal Bologna alla Nazionale. Ecco le sue parole.

TIFOSI - "Bologna mi conosce, sa che sputo il sangue in campo e sudo sempre questa maglia. Sentire il coro con il mio nome, poi: quello vale più dei soldi, dei gol, di tutto. Questo affetto mi ripaga di tutto: ho lavorato duro, masticato amaro e accettato tante critiche per arrivare dove sono ora. Punto più alto della mia carriera? Sì, assolutamente. Quest’anno, con la Champions ho acquisito anche quell’esperienza che mi permette di gestire meglio alcune situazioni in campo che prima non capivo. Avevo bisogno di misurarmi in un contesto del genere. Penso di essere nel pieno della maturità e della consapevolezza: non sono più un ragazzino e non sono ancora un vecchietto".


ITALIANO - "Io ho questa convinzione: il mister è riuscito a limare alcuni suoi difetti che si portava da Firenze, a livello tattico e anche a livello gestionale. Ha fatto lui uno step in più. E noi, con le nostre qualità, con la nostra unione, siamo riusciti a fonderci con lui: è venuto fuori un mix perfetto. Ci ha portato delle cose che non avevamo, alcune caratteristiche tattiche: la verticalizzazione, difendere venti-trenta metri più avanti, l’esaltazione degli esterni d’attacco".

NDOYE E ODGAARD - "Prendete Ndoye: è già a 7 gol, l’anno scorso ne aveva fatto uno. Odgaard sembra - non lo so - il trequartista più forte del mondo (ride, ndr). Faccio fatica a vedere uno di noi che non sia cresciuto".

DALLINGA - "Per me quello di Thijs è stato un problema ambientale. Mi ricorda un po’ il primo Dzeko: non segnava mai, poi s’è sbloccato e non ha smesso più".

METODO ITALIANO - “Lui è un puro, come me, non ti nasconde un’emozione, nel bene e nel male. Se ti vuole mandare a quel paese ti ci manda. Mi ha mandato? Eh, sai quante volte. Ma sai quante volte ce l’ho mandato anche io?! Ma è bellissimo, a me questo rapporto così fa impazzire, perché siamo uguali. Ho avuto allenatori che non mi capivano. E se non mi capisci, fai fatica a entrarmi dentro. Con il mister, invece, posso parlare, ho una confidenza, per certi versi anche un po’ burbera. Secondo me, in questo momento, Italiano è il migliore allenatore in Italia. Fateci pure il titolone: Vincenzo-Italiano-è-il-miglior-allenatore-in-Italia. Punto. E aggiungi: sottovalutato. Gliel’ho detto subito: mister, sei stato coraggiosissimo a venire qua. Chi ci sarebbe venuto? Poteva fare solo peggio. E invece ha stupito tutti. Io sono contentissimo, più per lui che per me. Pensa cosa ti dico".

RENDIMENTO - "Certo volte mi stupisco e dico: ‘Ammazza quanto siamo bravi’. C’è un video sui social, sul 5-0 di Fabbian, con io che urlo: siamo fortissimi, siamo fortissimi".

OBIETTIVI - "Nessuno. Perché più voglio una cosa, più non la ottengo: è clamoroso. Quindi non voglio niente. Per me funziona così: è come se il fato si divertisse a prendermi per il culo (ride, ndr). Champions? La classifica dice questo. Orsolini no, Orsolini non lo dice, per il discorso di cui sopra. Però bene così, non volevo mica stare sotto. Volevo stare lì. Champions o Coppa Italia? Tutte e due non si può, vero? Allora dico sicuramente alzare un trofeo. Perché l’emozione della Champions l’ho già vissuta, alzare un trofeo non so cosa si provi. Io non ho mai vinto un cavolo nella mia vita. Una scarpa d’oro ai mondiali Under 20, ma di premi collettivi zero. L’ultimo è il torneo della parrocchia quando avevo dodici anni. Quindi…".

ROMA - "Sono rimasto molto sorpreso dal percorso che sta facendo la Roma. Ranieri ha fatto un lavoro eccezionale. Sarà un’avversaria fastidiosissima fino alla fine".

THIAGO MOTTA - "Ha avuto un calendario difficile, paga l’eliminazione dalla Champions. Comunque la Juve ora è lì in lotta per il quarto posto".

FUTURO - "Quello che fanno gli altri non mi interessa. Non so nemmeno cosa mangerò stasera. So solo che Bologna è casa mia. Io faccio quello che posso cambiare io, non mi concentro su quello che va oltre il mio controllo e le mie possibilità. Se Italiano viene e mi dice ‘A Venezia non giochi’, io posso solo fargli vedere in allenamento che merito più degli altri. Ma se lui comunque decide di non farmi giocare, io non gioco".

NAZIONALE - "Io non devo convincere nessuno. Io continuo solo a fare il mio. Il riconoscimento della gente ce l’ho: un motivo ci sarà? Dopo la Lazio, ho ricevuto tantissimi messaggi da persone che hanno lavorato con me, che sanno la crescita e il percorso che ho fatto. Sartori mi ha detto: ‘Non sono contento perché hai fatto gol, ma per la partita che hai fatto’. Questo dimostra che sono diventato maturo. Tutti a dire che Orsolini non difendeva. Orsolini ora si fa un mazzo così. Quello che vivo io è un po’ quello che vive il Bologna. Facciamo bene, ma sembra che a livello nazionale non ci si fili nessuno. Battiamo 5-0 la Lazio: servizio di 15 secondi. Questo mi dà fastidio: siamo andati in Champions, siamo la squadra più rompiscatole del campionato, ma nessuno ci considera. Ecco il mio obiettivo da qui alla fine è far parlare di noi più di quei 15 secondi…".