BREAKING – Milan, ecco l’esito degli esami strumentali di Gabbia e cosa filtra sui tempi di recupero
CDK - "Charles ha svolto un lavoro in fase di non possesso semplicemente fantastico. Stamattina ci ho parlato e lui mi ha confessato che nasce centrocampista, quindi ha nel sangue la propensione al sacrificio e alla corsa. La scelta era anche strategica: sulla riconquista palla voglio che i miei attaccanti vengano innescati immediatamente. Se lui fosse rimasto passivo, me lo sarei ritrovato a rincorrere l'avversario all'indietro; invece, lavorando così, riesco a trovarlo già in zona offensiva per far male, come accaduto nel secondo tempo. Ripeto, non c'è nessuna magia mia, ma solo il merito di un gruppo con grandi valori, costruito bene. Mi è piaciuto lo spirito di chi ha iniziato e di chi è subentrato. Ora però testa bassa e pedalare: tra pochi giorni c'è una Fiorentina agguerrita e vogliamo fare bene anche in campionato".
SCINTILLA - "Assolutamente, il nostro principio cardine è difendere insieme e attaccare insieme. Quando riconquistiamo palla dobbiamo verticalizzare subito, perché abbiamo attaccanti devastanti che possono spaccare la partita. Oggi l'hanno fatto in maniera perfetta. Per quanto riguarda l'aspetto mentale, ho cercato di toccare i tasti giusti. Vi svelo un aneddoto, una di quelle cose che solitamente restano nello spogliatoio: ho appeso un foglio al muro e ho scritto "DNA Atalanta". Ho chiesto a ognuno di loro di darmi un aggettivo che rappresentasse ciò che volevamo ritrovare. Sono uscite parole molto importanti e stasera le ho viste tutte tradotte in campo. A volte basta poco per riaccendere la luce, i ragazzi sono stati bravissimi a recepire il messaggio».
IMPORTANZA VITTORIA - "Vi dico una cosa che forse va controcorrente: stasera la vittoria non era importante tanto per la classifica o per la differenza reti in Champions, che pure sono aspetti fondamentali. Era vitale per la nostra testa e per dare credibilità al percorso che abbiamo iniziato insieme. Altrimenti si rischia di fare solo belle parole e "frasi fatte". I ragazzi questa vittoria l'hanno cercata, voluta e meritata. Per quanto riguarda gli aggettivi, ne sono usciti tanti e bellissimi: ambizione, coraggio, fame, intensità, lavoro, sacrificio. E poi uno fondamentale: unione. Quel foglio è ancora lì attaccato nello spogliatoio a ricordarci chi siamo».
GIOCO DI PALLADINO - "Ragazzi, ho ereditato la squadra da quindici giorni, ma il gruppo al completo ce l'ho solo da sei giorni a causa delle nazionali. Abbiamo lavorato pochissimo insieme. Non ho la bacchetta magica, ho solo cercato di trasmettere pochi concetti ma chiari, ripristinando alcuni principi in cui credo. La squadra recepisce in modo impressionante: sono dei soldati, dei robot, eseguono alla perfezione. Certo, c'è da migliorare: vorrei una velocità di palla superiore nella costruzione da dietro, più efficacia sulle seconde palle e qualche duello vinto in più. Ma è un percorso, inseriremo nuove conoscenze piano piano".
CLASSIFICA - "Intanto se siamo a dieci punti è merito anche della gestione passata di Ivan Juric, che ha ottenuto risultati importanti e lo ringrazio per questo percorso. Ma da me avrete sempre la stessa risposta: io voglio giocarmi la partita contro chiunque. Io sono ambizioso e la squadra deve esserlo altrettanto. Dobbiamo essere consapevoli della nostra qualità ma mantenere questo spirito guerriero. Ora archiviamo la Champions, godiamoci la serata, ma da domani il pensiero fisso è la Fiorentina".
KOLASINAC - "Sead sta recuperando, è un uomo leader e un giocatore di esperienza internazionale indiscutibile. Essendo stato fuori a lungo gli manca ovviamente il ritmo gara, ma stasera sembrava non avesse mai subito alcun infortunio. Durante il match gli ho chiesto come si sentisse e mi ha risposto "Bene mister". È un top player in questo, un soldato vero. A fine partita ha persino fatto un lavoro integrativo. Sono felice di averlo ritrovato, è una risorsa preziosa".
ATALANTA STASERA - "Coraggiosa. Coraggiosa e ambiziosa. Non dico "perfetta" perché, come ho detto al vostro collega, ci sono dettagli da limare: a volte siamo stati un po' lunghi e vorrei la squadra più compatta. Ma il coraggio mi è piaciuto da morire. Ho visto come sono rientrati dopo l'intervallo, con quella scintilla negli occhi. Si sentivano liberi. Ora abbiamo tracciato un solco e dobbiamo percorrerlo andando forte, senza voltarci indietro".
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