AUTOSTIMA - “Quanto credo in me stesso? Ci ho sempre creduto tanto, con umiltà, senza spocchia, ma lavoro ogni giorno per cercare di mettere un mattoncino in più alla storia della mia carriera. Ho sudato per ottenere quello che ho e quello che ho non mi basta. Gioco in prima divisione da cinque anni, ma non è stato facile. E non lo è nemmeno ora. Devo diventare più cinico e imparare anche a gestire le emozioni, a controllarle, anche se so perfettamente che il meglio di me lo do quando sono arrabbiato. La linea che separa il giusto dallo sbagliato è sottilissima. Prendete il gesto che ho fatto dopo il gol all’Empoli: quel dito sulla bocca non aveva senso in assoluto. Eppure l’ho fatto, sbagliando. Ero nero di rabbia, ma non contro i nostri tifosi: ce l’avevo con me. Perché quando non trovo il gol il primo dolore è il mio”.
CHIESA - “Fede è un giocatore straordinario, lavora sempre per migliorare, è infaticabile. Pioli cerca di dargli sempre suggerimenti. È anche un finalizzatore, oltre che un costruttore di gioco ed è normale che cerchi sempre la conclusione. Per essere chiari, non è uno come poteva essere Saponara, abile a tracciare la linea per mandare uno in rete: no, lui il tiro ce l’ha eccome. Non è vero che io e lui non andiamo d’accordo, tutt’altro. Ci troviamo bene”.
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