La prima cosa che mi viene in mente è che gli manchi qualche decina di gol. Ho preso cinque grandi numeri 10 della Juve e li ho confrontati. I risultati sono evidenti: Dybala ha molte caratteristiche tecniche simili a questi giocatori, ma numeri molto inferiori. Fa impressione il suo rendimento nell’Argentina, 2 reti in 29 partite. Tutto fa pensare che sia un grande giocatore ancora in formazione. Ma ha 26 anni, il suo futuro è adesso, come disse lui stesso a Sarri quando a settembre gli chiedeva pazienza. Perché questo ritardo? Intanto perché alla Juve c’è grande concorrenza. E più ce ne sarebbe se fosse sempre disponibile Douglas Costa, il giocatore che più entusiasma Sarri. Su Dybala è pesato molto l’arrivo di Cristiano Ronaldo. Il suo dover essere sempre titolare. Con Ronaldo sempre in campo e sempre nei suoi sprazzi isolati, Dybala ha finito col perdere centralità e tempo.
Le sue ultime due stagioni sono state incostanti, si è dovuto trovare uno spazio diverso in ogni partita. Dal punto di vista della crescita sono state due stagioni abbastanza perdute. Mi aspetto un Dybala che l’anno prossimo segni 20 gol, li ha indubbiamente dentro, li ha già quasi fatti. Ma è arrivato al momento decisivo. Oggi è il migliore di un corteo che non c’è.
[...] Deve essere Dybala a imparare a imitare Ronaldo, ad avere la sua facilità di decidere una partita dietro l’altra. Non viceversa. È questa continuità nell’importanza che ancora manca a Dybala. Ha ancora bisogno degli altri per diventare decisivo. È un limite che ha anche Messi, eccezionale, ma in un contesto esatto. Mentre Ronaldo lo è di per se stesso. Infatti ha cambiato molte squadre ed è rimasto allo stesso rendimento. Dybala sarà se stesso quando la Juve vincerà 1-0 la finale di Champions e il gol lo segnerà Dybala. La grande sostanza accanto alla bellezza. Lì sarà finalmente una storia compiuta”.
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