GIAMPAOLO - “All’inizio non capivo quasi niente di quel che diceva. Ma adesso “pizzica”, “pulisci la palla” li so, quando mi dice “falla cantare” so che c’è da fare i passaggi corti, precisi, veloci. Non è vero che prima di tutto cura la fase difensiva, non è un allenatore che punta allo 0-0. Mi piacciono le sue idee di calcio, l’evitare i lanci lunghi, il cercare sempre e comunque di giocare palla al piede. È divertente per un calciatore. E per me, per le mie caratteristiche, con questa idea è più facile inserirmi nella Sampdoria”.
RUOLO - “Mi piace mezzala, anche se per qualità sono forse più un trequartista. Mi piace però essere spesso coinvolto nel gioco, toccare tante volte la palla, e la mezzala di una squadra di Giampaolo ha questa possibilità. In più se l’altra nostra mezzala ha caratteristiche più difensive, tipo Rincon, mi consente quando le fasi di gioco lo permettono di spingermi comunque in avanti. Penso che qualche gol potrei farlo anche da mezzala”.
OBIETTIVO - “Giocare il maggior numero di minuti possibili e diventare un calciatore titolare della Sampdoria. Questo è il mio prossimo step. La mia ambizione, dimostrare di potere essere un calciatore chiave per la Samp”.
PUNIZIONI - “Sì, le punizioni sono il mio respiro. Ho cominciato a calciarle quando avevo circa 14 anni, nel club tedesco per il quale giocavo, e non sono più riuscito a smettere. Il mio modello è sempre stato Juninho Pernambucano. Adesso penso di essermi costruito un mio stile, a seconda della distanza e della posizione della palla cambio qualcosa. Ma all’inizio cercavo di imitare in tutto e per tutto lui, di calciare solo come lui. A livello generale, ero conquistato da Zidane e Ronaldinho”.
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