sosfanta probabili formazioni infortunati Infortunati e segnali, le novità: da Politano a Dybala, Soulé, Ndicka, Pellegrini, Sucic e Bernardeschi

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Infortunati e segnali, le novità: da Politano a Dybala, Soulé, Ndicka, Pellegrini, Sucic e Bernardeschi

Marco Astori
Diversi spunti dalle amichevoli di ieri e un punto sui vari infortunati: ecco le ultime dalle varie squadre di Serie A verso l'asta del fantacalcio.

Diversi spunti dalle amichevoli di ieri e un punto sui vari infortunati: ecco le ultime dalle varie squadre di Serie A verso l'asta del fantacalcio.

NAPOLI, L'AMICHEVOLE DI OGGI - Dopo la sconfitta di ieri contro il Brest, il Napoli di Antonio Conte è tornato in campo stamattina contro la Casertana: l'amichevole è terminata 1-1, tanto spazio per chi non ha giocato ieri. In gol Matteo Politano nel finale di primo tempo: si sono rivisti in campo Meret e i due scozzesi McTominay e Gilmour. Ecco la cronaca del match da Tmw: "Il match finisce 1-1, con entrambe le reti realizzate nel primo tempo. Vantaggio della Casertana al 35' con Vano, su una dormita della retroguardia su sviluppi di calcio d'angolo. Otto minuti dopo, però, dribbling e sinistro fulminante di Politano - uno dei pochi 'titolari' in campo nella prima frazione di gioco - per l'1-1. La ripresa, giocata ancora a ritmi lenti a causa dei forti carichi di lavori voluti da Conte per gli azzurri in questo pre-campionato, non cambia il risultato. Da segnalare il ritorno in campo di Meret (nel primo tempo) dopo un problema alla mano sinistra che l'aveva fermato nei giorni scorsi. Ma soprattutto i primi minuti di questo pre-campionato per i due scozzesi: McTominay e Gilmour sono subentrati scientificamente intorno all'ora di gioco e hanno collezionato una trentina di minuti in campo. Nel finale spazio anche per il partente Simeone. Un test, questo con la Casertana, che conta poco dal punto di vista del risultato. Meglio premetterlo, ma sta di fatto che ancora una volta i campioni d'Italia non riescono a ottenere la vittoria". Tra gli azzurri, secondo CalcioNapoli24, bene l'autore del gol Politano: "Festeggia il compleanno di ieri toccando il primo pallone dopo venti minuti, poi mette D’Angelo davanti al portiere. SI mette in proprio per il gol a fine primo tempo". Buona prova anche per Anguissa: "La differenza di talento è notevole, tenta la girata al volo in area e gli basta giocare con un paio di marce ridotte per imporsi. Un treno continuo, dal primo all’ultimo minuto". Rimandato, invece, Lukaku: "Kontek gli prende le misure uomo su uomo, gli ruba il tempo impegnando Zanellati al 9’. Bacchetti lo contrasta al limite dell’area al 17’ e lo marca in modo ferreo. In qualche frangente è fuori posizione, Vano gli ruba il tempo sul gol. Impegna Zanellati su punizione, più sforzo che concretezza". La formazione: Meret (46' Contini) Zanoli, Mazzocchi, Obaretin, D'Angelo (62' Marianucci), Anguissa, Hasa (62' Gilmour), Coli Saco (62' McTominay), Politano (72' Neres), Sgarbi (62' Noa Lang), Lukaku (73' Simeone).

NAPOLI, I SEGNALI DI IERI - Sprazzi del vero Kevin De Bruyne ieri nella sconfitta del Napoli in amichevole contro il Brest. Come sottolinea oggi il Corriere dello Sport, il belga si è messo in luce e ha cominciato a mostrare cosa sa fare: "Nella prima amichevole internazionale del ciclo estivo contro i francesi del Brest è venuta fuori la stella mondiale: è calcio d'agosto, certo, la squadra è un cantiere e lo stress psicofisico accumulato dal 17 luglio è una mannaia che spezza le gambe e affetta i pensieri, ma il signor fuoriclasse Kevin De Bruyne ha dimostrato di poter davvero illuminare e trascinare il Napoli nell'anno del ritorno in Champions. Non si può dire che sia stata la migliore delle prestazioni, anzi il primo tempo ha regalato soltanto l'emozione del palo su colpo di tacco volante di Kevin servito da Di Lorenzo (42'), ma tutto sommato dalla sconfitta per 2-1 con il Brest, la seconda in tre partite, sono emersi un paio di segnali significativi: uno, dicevamo, l'ha firmato Kdb con 93 minuti pieni della su a arcinota qualità ma anche di una fame agonistic a da campione fiero che ribalta i pensieri di chi, a 34 anni, lo immaginava a caccia di un posto al sole dopo aver vinto tutto con il City. Nulla di più sbagliato. L'altro, invece, è stato collettivo: la reazione a un primo tempo pieno di errori individuali e di reparto - soprattutto in difesa - è stata davvero gagliarda. Oltre la fatica: sul 2-0 per il Brest, i campioni d'Italia sono rientrati in campo incavolati al punto giusto e hanno provato a pareggiarla in tutti i modi trascinati proprio De Bruyne e riaccesi da Politano, bravissimo a innescare Lucca sul 2-1. Sconfitti però orgogliosi e all'assalto: ecco perché alla fine sono arrivati gli applausi dei settemila del Patini. A proposito di Lucca: un tiro e un gol per il centravanti che Conte ha schierato ancora dall'inizio al posto di Lukaku nel tridente con Neres e Lang. Lorenzo ha lottato con Chardonnet incollato addosso e ha sofferto, stretto i denti e trasformato la prima occasione. Un po' com'era accaduto con il Catanzaro: volume e concretezza nonostante una condizione ancora precaria. La replica della scelta di Dimaro, con Romelu in panchina e anche più indietro del collega, è indicativa per il futuro: il Napoli non conosce titolari di diritto. La fase offensiva e la caccia ai gol smarriti una stagione fa, comunque, non sono ancora giudicabili: è appannato anche Lang; mentre Neres ha corso tanto e bene, ma spesso senza adeguato sostegno. Il centrocampo del primo tempo, con Raspadori mezzala sinistra e Lobotka in regia assistito da Kdb (più basso e in linea con Lobo in costruzione), soffre specialmente in fase di non possesso le assenze di Anguissa e McTomin a y, uno degli otto indisponibili tra infortuni e affaticamenti (Olivera, Gilmour, Buongiorno, Juan Jesus, Marianucci, Meret e Vergara gli altri). Maluccio anche le collaborazioni sulle fasce, con e senza palla. Da segnalare l’esordio di Milinkovic-Savic".

INTER - Tanti spunti interessanti in casa Inter dopo la vittoria in amichevole ieri contro l'Under 23 ad Appiano Gentile. Eccoli secondo La Gazzetta dello Sport: "Cristian Chivu è stato di parola. Alla prima uscita estiva dell’Inter ha tenuto fede a quel pugno di concetti espressi in sala stampa qualche giorno fa, sciorinati in giacca e cravatta e applicati in tuta: verticalità, fluidità, aggressione, velocità di pensiero e di tocchi. Visto da vicino, dagli spalti—aperti per la stampa—in un contesto senza spettatori dove ogni spiffero viene amplificato, Chivu ha insistito più volte su queste frasi: «Stiamo alti», «giocate in verticale» e «rapidi». Il manifesto di cosa vedremo è un’azione di Barella nella ripresa, portata avanti dall’azzurro dopo un uno-due nello stretto e poi proseguita a sinistra, tra Zalewski e Dimarco. Nel 7-2 di ieri mattina rifilato all’Under 23 si sono visti frammenti della vecchia Inter — il 3-5-2 di partenza o i braccetti alti — e sprazzi di nuove idee, come i due trequartisti dietro la punta schierati nella ripresa o il gran lavoro di Lautaro da rifinitore. Il Toro è già in forma campionato. Ha segnato un gran gol con uno scavino — imbeccato da Sucic—e ha infilato Bonny nello spazio in occasione dell’1-1, oltre ad aver avuto un altro paio di occasioni nitide. I due si sono scambiati spesso la posizione. Il francese ha l’indole del rifinitore e la sgambata da contropiedista. Nel primo tempo s’è preso un rigore con uno scatto di quaranta metri, un dribbling su Prestia e un altro su Re Cecconi, che alla fine l’ha steso. Promosso. Per l’Inter in rete anche Asllani su rigore e Calhanoglu, in campo nella ripresa. Suo il destro da fuori che ha chiuso la partita. Chivu ha aperto l’amichevole all’insegna della continuità: 3-5-2 classico con Asllani in regia, Sucic mezzala destra, Mkhitaryan a sinistra e il tandem Dumfries-Carlos Augusto sulle fasce. Nella ripresa è passato al 3-4-2-1 con Zalewski e Thuram dietro Pio Esposito, in rete al primo pallone toccato. Ha impiegato un tempo per rispondere alla domanda su come mai Chivu l’abbia tenuto in rosa. In 45’ ha conquistato una manciata di falli, giocato di sponda, tenuto botta dentro l’area e segnato un gol da dentro l’area. Acerbi, il solito leader, gli ha detto un paio di volte di stare alto per tenere la squadra su. Il suo compito sarà questo. Un ottimo innesto al pari di Sucic — protagonista con un bell’assist — e di Luis Henrique, bravo a pungere con un destro da fuori. L’undici nerazzurro deve ancora strutturarsi in fase difensiva, ma lì davanti sarà una risorsa. La parola preferita di Zalewski, pronto a tornare alla vecchia vita: Chivu lo vede trequartista. Ieri ha giocato sul centro sinistra e ha fornito qualche spunto. Lo rivedremo spesso in questa posizione. Gli unici nei La difesa ha scricchiolato un po’. Darmian, schierato braccetto destro nel primo tempo, è intervenuto in ritardo in occasione del gol di Spinaccè, mentre Dumfries ha regalato il pallone a Mosconi con un retropassaggio di testa sciagurato. L’olandese s'è fatto vedere poco anche in fase offensiva, ma nessun allarme: deve soltanto entrare in condizione. Chivu sa quali parole tirar fuori".


FIORENTINA - Brutta Fiorentina ieri in amichevole contro il Leicester. Pochi spunti anche per Stefano Pioli, che comunque qualche indicazione l'ha avuta, come spiega La Nazione: "Davanti pochissimo da raccontare, con il solito macchinoso Beltran provato come punta che non è stato supportato in modo adeguato. Ecco perché nella ripesa Pioli ha deciso di cambiare volto alla squadra gettando nella mischia a poco a poco tutti i big, a cominciare da Fagioli per poi proseguire con l’artiglieria pesante (da Kean, Dzeko e Gudmundsson - che hanno ricomposto il terzetto ultra-offensivo visto a lungo al Viola Park - fino a Dodo e Gosens). Il risultato però non è cambiato (a causa anche di un rigore solare non dato per fallo di mano di Okoli) anche se sulla destra Dodo ha sprintato in un paio di circostanze, dando l’impressione di essere già in una condizione ottimale, e Martinelli con un paio di interventi ha confermato di essere pronto a sostenere il peso della maglia numero 12. Per le risposte più veritiere, però, ci sarà da aspettare ancora qualche giorno".

BERNARDESCHI - Federico Bernardeschi proverà a ridurre al minimo la sua assenza per infortunio. Lo spiega oggi il Corriere dello Sport: "L'esterno d'attacco che si è infortunato al ginocchio destro durante l'amichevole di venerdì contro la Vis Pesaro proverà ad accelerare il suo percorso di recupero e se tutto procederà come si augura il nuovo numero 10 del Bologna, potrebbe riuscire a rientrare in gruppo un po' prima delle 3 settimane annunciate dal club. Dopo i prossimi giorni di riabilitazione si capirà meglio se Bernardeschi riuscirà a centrare il suo obiettivo".

LAZIO - Si avvicina il ritorno di Isaksen in casa Lazio. Ecco le ultime sul suo rientro dal Messaggero: "Il danese freme per tornare in campo e convincere Sarri che la squadra che sta plasmando non può prescindere dalle sue giocate sulla fascia destra. Nemmeno il tempo di cominciare a muoversi in partita contro la Primavera. Giusto qualche seduta prima delle analisi del 22 luglio che ne hanno certificato la contrazione del virus dopo diversi giorni di febbre. Le stesse che negli ultimi giorni ne hanno mostrato la ripresa, al punto che il calciatore ha ricominciato intanto ad allenarsi nelle strutture del centro sportivo di Formello. Tra un esercizio e l'altro in palestra non resta quindi che attendere le prossime analisi, previste tra domani e dopodomani, per monitorare gli sviluppi della guarigione ottenendo anche il via libera per intensificare il lavoro avviando la rincorsa sul campo verso i compagni, sperando di riuscirci entro l'inizio del campionato. Si rivedrà prima Gigot, alle prese con una lombosciatalgia e a rischio taglio come l'altro infortunato, il compagno di reparto Patric, che ne avrà fino a fine agosto. Il francese tra i due è quello meno congeniale allo stile di gioco di Sarri e se da Dubai o dal Qatar dovesse arrivare un'offerta tra i 3 e i 4 milioni di euro potrebbe partire nonostante le condizioni precarie dello spagnolo, che in caso emergenza verrà sostituito da Marusic nel corso della stagione tra i centrali".

ROMA - Arriva dal Corriere dello Sport un aggiornamento sulle condizioni di Matias Soulé e Evan Ndicka dopo gli stop in amichevole: "Il difensore ha accusato solo un risentimento sciatalgico e ieri si è fermato a scopo precauzionale, anche se c'è chi giura di averlo visto camminare a passo spedito - quasi una corsa lenta - all'ingresso del centro sportivo. Soulé se la passa leggermente peggio a causa di un trauma distorsivo alla caviglia sinistra. Si tratta di un contrattempo fastidioso che può rallentare l'ascesa dell'argentino: dovrà infatti fermarsi per qualche giorno e rischia di saltare l'amichevole di mercoledì contro l'Aston Villa". Intanto Ola Solbakken saluta la Roma. Il club giallorosso annuncia così il suo addio ufficiale: "L'AS Roma comunica di aver ceduto a titolo definitivo Ola Solbakken al Nordsjaelland. Ingaggiato dalla Roma nel mercato di gennaio del 2023, l'esterno norvegese ha collezionato con questa maglia 15 presenze e 1 gol. Nell'ultima stagione ha militato in prestito all'Empoli, in precedenza aveva giocato – sempre a titolo temporaneo – in Giappone nell'Urawa Reds e all'Olympiacos. In bocca al lupo per il futuro, Ola!". Il Corriere dello Sport si focalizza poi sulle condizioni di Lorenzo Pellegrini e Paulo Dybala. Ecco le ultime novità sul loro rientro: "Non è in Inghilterra non perché non sia più utile alla Roma o perché abbia calcolato male i tempi dell'operazione che lo sta costringendo a un lungo e complesso recupero. Pellegrini, come tutti i calciatori, ha seguito le indicazioni dei medici: ad esempio, respirava male da settimane ma non poteva sottoporsi a un intervento chirurgico a metà giugno per essere disponibile a inizio ritiro. Non poteva è diverso da non voleva: per recuperare dall'operazione al tendine del 16 maggio in Finlandia, infatti, gli era stato prescritto un lavoro specifico a secco e un altro in acqua. Per la generosità e l'attaccamento che ha, lui avrebbe anche accettato di accavallare le tempistiche di gestione delle due problematiche - il tendine e il setto nasale - così ritornare in campo il prima possibile, ma nessun atleta di alto livello si sottopone a due anestesie invasive nel giro di un mese, così il secondo intervento è dovuto slittare. Quando la squadra tornerà dalla tournée, Pellegrini ricomincerà ad allenarsi con i compagni, quindi sfrutterà le due settimane successive e la sosta delle nazionali per calarsi in un corso intensivo di gasperinismo. A settembre sarà in campo. A quel punto si capirà pure in quale ruolo il nuovo allenatore intende utilizzarlo: non è da escludere che, vista la sua storia da mezzala, possa pure arretrare nei due in mediana, magari in coppia con uno tra Cristante e Koné. Dybala invece è con la squadra al St. George's National Park. Questo perché l'argentino non ha alcun tipo di infortunio e può serenamente allenarsi. In questi giorni si sta dividendo tra terapie e lavoro tattico e avrebbe manifestato a Gasperini, che stravede per lui, l'intenzione di scendere in campo il 9 agosto per l'ultima amichevole del ritiro contro l'Everton, la più importante perché servirà da prova generale in vista del debutto in campionato del 23 all'Olimpico con il Bologna. Paulo è stato semplicemente gestito con l'avallo dell'allenatore e, soprattutto, con un programma comune finalizzato a non "spremere" di fatica un ragazzo che, avendo una storia clinica articolata, ha bisogno dalla giusta alternanza tra sforzo e riposo. Anche qui, nessuna storia oscura: Dybala ha saltato gli ultimi due test contro Cannes e Lens per evitare rischi inutili, avendo sentito un po' di fastidio - soprattutto quando calciava ripetutamente il pallone - alla cicatrice dell'operazione di fine marzo al tendine della coscia sinistra. Paulo è stato fermo per tutta la primavera, poi si è presentato al raduno del Fulvio Bernardini tirato a lucido, seguendo i ritmi forsennati imposti da Gasperini, che nelle prime due settimane ha lavorato soprattutto su corsa e atletismo. C'è da scommettere che tutta questa fatica, soprattutto per un diamante pregiato come la Joya, alla fine tornerà utile".

GENOA - Patrick Vieira, per il suo nuovo Genoa, punta fortissimo su Aaron Martin e Ruslan Malinovskyi. Ecco nel dettaglio cosa ha pensato per loro il tecnico secondo il Secolo XIX: "Quando ha iniziato a lavorare alla squadra per il nuovo campionato, Vieira ha delineato alcuni punti fermi: tra questi c'è Aaron Martin, terzino sinistro che due anni fa era arrivato in punta di piedi e che è cresciuto di rendimento campionato dopo campionato. Con Vieira è diventato definitivamente uno dei migliori uomini assist del campionato e anche le prime uscite estive hanno confermato la sua centralità nell'idea di squadra che ha in testa Vieira. Il tecnico ha poi in men te di responsabilizzare ancora di più Malinovskyi nel ruolo di playmaker. Ora che Badelj non c'e più l'ucraino ha la possibilità di abbassarsi per diventare costruttore di gioco, naturalmente se il tipo di partita lo permetterà e se le condizioni fisiche gli consentiranno di avere continuità di rendimento dopo un anno molto tribolato".

SOHM - Comincia l'avventura di Simon Sohm alla Fiorentina. Il centrocampista è infatti arrivato poco fa in città: ora il classico iter, con visite mediche e poi firma sul contratto, poi sarà il momento degli annunci ufficiali.

NGONGE - Ecco Cyril Ngonge: l'esterno belga sta lavorando per arrivare al top della forma e prendersi il suo posto da titolare nell'undici di Marco Baroni. Spiega Tuttosport: "Andate così in archivio le amichevoli in Alto Adige - dove Ngonge si è allenato un paio di giorni prima di fare rientro a Torino con la squadra - l’ex Napoli è poi rimasto al Filadelfia anche quando il Toro è volato a Montecarlo per il doppio test contro il Monaco della scorsa settimana. Un modo per mettersi alla pari con i compagni, considerato che l’esterno non aveva praticamente preso parte alla preparazione con il Napoli e che quindi dal punto di vista atletico ha bisogno di essere «ricondizionato» per dirla come Baroni, che così di lui ha parlato nella conferenza stampa di presentazione. Ngonge corre per poter essere finalmente a disposizione di colui che l’ha fortemente voluto, proprio l’allenatore che ai tempi del Verona gli ha permesso di esprimersi al meglio e di poter così essere notato dal club di De Laurentiis, che sul belga aveva investito. Non ci sarà dunque nessun problema dal punto di vista tattico perché tra tutti Ngonge è il giocatore che più conosce Baroni e il suo metodo e che sa perfettamente quello che gli verrà chiesto in campo. Sarà l’esterno destro titolare e il Torino lo aspetta, non potendo nel frattempo schierare una vera alternativa dato che in quel ruolo la società deve intervenire per consentire al tecnico di poter contare anche su un altro elemento dalle caratteristiche simili".