COSE NON VERE - "Non vorrei mettermi al suo livello. Sono molte le cose non vere, a cui vorrei ribattere. Dice che non capisce come faccio a sorridere, a essere sereno, in un momento per la Sampdoria così difficile. Mi chiede se sono consapevole, mi dà dell’attore. Purtroppo sono conscio delle difficoltà, che ci sono sempre state, sin dal nostro arrivo lo scorso dicembre. Ci era stato chiesto di restare sino a giugno per salvare la squadra sul campo e dal fallimento, per salvaguardare gli asset. Lo abbiamo fatto e quando il nostro compito si era esaurito avremmo potuto andarcene".
FERRERO - "Invece siamo rimasti per spirito di servizio e perché c’era la trattativa per la cessione della società con Cerberus. A ottobre di nuovo: si è presentato allo stadio con la Roma e abbiamo pensato che fosse giusto dimettersi. Ma di nuovo, per spirito di servizio, consapevoli che la decadenza del CdA porterebbe al fallimento siamo rimasti. Allora dissi una cosa che ribadisco ora: se non ho autonomia decisionale, sono pronto a farmi da parte. Vuole tornare? Annuncia che si ripresenterà il 6 dicembre? Io il futuro non lo conosco e non lo commento ma le conseguenze sono chiare. Perché io per la Sampdoria soffro altro che ridere. Ha avuto un malore dopo il Torino? Io, anche per lo stress, a febbraio sono stato operato di cistifelia".
STRETTA DI MANO - "La mano per educazione non la nego a nessuno. Ma io con lui non c’entro nulla. A proposito: afferma di aver avvertito prima, quando è comparso a Marassi. Io l’ho saputo da una telefonata, quando era già dentro lo stadio".
MERCATO - "Qualcosa faremo ma abbiamo tanti paletti e non è un segreto. Possiamo comprare sei giocatori? No. Compare a oggi nemmeno uno".
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