Sulla diatriba dello shampoo nello spogliatoio: "C'è chi lo porta, se lo mette e poi subito lo nasconde. Poi c'è quello che porta lo shampoo da cinque litri per tutta la squadra. Poi ancora quello che si compra lo shampoo figo, da 15 euro, e in un giorno i compagni glielo finiscono. Io a volte faccio così: ne compro dieci e li metto a disposizione di tutti. Sennò è un casino, chi lo porta è rovinato visto che siamo in 25 in rosa per una sola boccettina (ride, ndr)".
Sul compagno di stanza: "Io dormo sempre da solo, non voglio nessun disturbo. Ho avuto ovviamente tantissimi compagni di stanza in passato. C'è quello che fuma, quello che si sveglia alle 4 per un incubo, quello che va in bagno e lascia un odore pazzesco... io per l'appunto avevo un compagno che si metteva a fumare, non dico in bagno, ma addirittura sopra il letto. Gliene dicevo di tutti i colori".
Sull'essere capitano: "Ho avuto capitani esemplari nella mia carriera, per questo ho preso tanti spunti positivi. Io non sono un capitano che urla o vende fumo, preferisco parlare coi miei compagni in ambito privato, magari in settimana o nello spogliatoio. Chiaramente a volte la tensione va a mille e capita di gridare per svegliare qualcuno, soprattutto i giovani. I ragazzi di oggi dopo due partite spesso si sentono arrivati, io cerco di far capire loro cosa non va attraverso la mia esperienza. Anche io sono stato giovane e facevo tante cavolate, sbagliando si impara, ma se puoi sbagliare meno è meglio".
Su cosa si comprò col primo stipendio: "Il primo vero stipendio era molto basso, avevo 14 anni ed era solo un rimborso spese. L'Arsenal de Sarandí mi fece infatti subito un contratto per blindarmi visto l'interesse di Boca e River. Andavo ancora a scuola a quei tempi, mi ricordo che comprai panini e bibite per tutti. Fu un bel momento".
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