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Pagellista Gazzetta: “Ecco come diamo i voti! Uniformità? Mai. Quel mio 6 a Klose…”

Fabrizio Romano

Com’è per un pagellista dare i voti? A raccontarlo è una firma storica de La Gazzetta dello Sport, ovvero Alessandra Bocci. Come vengono date le pagelle? Bocci lo spiega dalle colonne di Soccermagazine: “Ognuno ci mette del suo...

Com'è per un pagellista dare i voti? A raccontarlo è una firma storica de La Gazzetta dello Sport, ovvero Alessandra Bocci. Come vengono date le pagelle? Bocci lo spiega dalle colonne di Soccermagazine: "Ognuno ci mette del suo per fare i giudizi e questo è un po’ il problema del fantacalcio perché, giustamente, quelli che giocano vorrebbero un’uniformità di giudizio ma l’uniformità di giudizio non è possibile perché o fai una cosa aritmetica dicendo che un gol vale tot, un assist vale tot, un’espulsione vale tot come in parte è ma si verificano per il gol, le espulsioni e le ammonizioni ma non per i gesti tecnici per i concorsi che si fanno fra amici e quindi non è facile perché ognuno di noi vede le cose a suo modo. Io sinceramente credo di interpretare gli attaccanti in un altro modo: forse perché ho un’altra visione del calcio rispetto ad altri colleghi per cui, secondo me, un attaccante che tocca una palla e fa gol ma fa abbastanza poco nel resto della partita non vale un grande voto. Ѐ chiaro, è da sufficienza, ma per me non sarà mai da 8".

C'è un esempio pratico: "Mi ricordo, per esempio, Milan-Lazio, la prima partita giocata in questo campionato, in cui Klose ha fatto un bel gol ma poi non ha fatto praticamente nient'altro e io gli avevo dato 6 mentre altri quotidiani sportivi gli avevano dato voti più alti. Quindi dipende dalla valutazione e, poi, è chiaro, dalle situazioni. Se Inzaghi entra a 5 minuti dalla fine in Milan-Barcellona e fa il gol della vittoria allora anche se ha toccato un pallone in 5 minuti l’8 glielo dai. Però, ecco, in tempi e situazioni normali un attaccante per avere dei voti speciali secondo me deve fare più di un gol".

qualche giocatore si lamenta delle sue pagelle: "Certo. Poi dicono tutti “no, ma io non leggo le pagelle, a me non frega niente. I giornalisti non capiscono nulla” , però le leggono tutti e qualcuno si lamenta, qualcuno fa fare le telefonate all’amico, qualcuno si lamenta con la moglie, il procuratore però poi dipende dal grado di confidenza che hai con il giocatore. A volte, magari, se è uno che conosci un po’ meglio allora la telefonata te la fa; altre volte non te la fa però ti viene quello dell’ufficio stampa e ti dice che si è lamentato perché l’altro giorno gli hai dato solo 6. All’inizio ero dispiaciuta perché, più che altro, alcune reazioni erano state abbastanza forti però ormai ci ho fatto l’abitudine. Mi dispiace di più, sinceramente, quando, più che dei giocatori di cui mi frega veramente poco, mi arrivano gli insulti dei lettori. Io capisco che uno dice “chi se ne frega”, però un’altra cosa è quando tu fai le pagelle in notturna che vuol dire scrivere in poco tempo, non rivedere nulla, fidarti un po’ di quello che ti dicono gli altri perché se ti chiama il collega che vedeva la partita in tv alla redazione e che fa la moviola e che ti dice “guarda che lì il giocatore ha tenuto in gioco tutti, ha prodotto il gol, è colpa sua”, uno magari poi si fida, la firma ce la metti te e il giorno dopo ti massacrano. Ci faccio un po’ il callo: io non amo fare le pagelle però fa parte del lavoro e quando le devo fare le faccio".