CASADEI - "La sua crescita è quella di un ragazzo giovane che è andato in un campionato importante. Casadei ha avuto voglia di venire a Torino e questo si vede in campo. Quando vedi i ragazzi che arrivano con spirito e determinazione tutto più facile. Ora deve dare continuità, gli acquisti aiutano il gruppo a dare di più. Ora è più facile per l'allenatore perché la concorrenza si è alzata, meno per i giocatori. Lui ha tanti margini di miglioramento, sicuramente nella gestione del possesso. A volte fa qualche tocco in più prima della giocata, deve usare meglio il fisico nei contrasti. E poi ha questa dote dei tempi di inserimento, è nel suo DNA e l’ha già dimostrato in passato. Si è visto anche oggi quante volte arriva in area, gli ho lasciato la libertà di attaccarla".
VLASIC - "Ho visto tanti giocatori di qualità che non sono arrivati dove meritavano. Anche Vlasic sta avendo continuità, per le qualità che ha pretendo ancora di più: può fare più goal. Quando si accende, gira tutta la squadra".
ELMAS - "Con i giocatori basta uno sguardo. So come vorrei far crescere Elmas, è arrivato con un approccio devastante, con la voglia. Se uno si arrabbia perché viene sostituitomi mi fa solo piacere. Non ci si può allenare solo con la partita, lo sta capendo ed è un ragazzo eccezionale. Ci sta dando una grande mano, può e deve fare molto di più".
MATURITÀ - "Io spingo molto con i ragazzi, chi vuole fare qualcosa di importante deve arrivarci con la testa prima che con le gambe. Ho premuto il pulsante sull’approccio, non dobbiamo guardare la classifica ma crescere, migliorare, questa squadra può avere le qualità per stare lì fino in fondo. Sono tre punti che ci permettono di guardare tutto con serenità”.
MODULO - "Mi sono arrabbiato perché quando incontri una squadra che fa 3-5-2 con blocco basso hai due possibilità: velocità di esecuzione andando sugli esterni per creare superiorità con le combinate veloci o puntando l’uomo, oppure le ripartenze, come è successo sul primo gol, che ti permettono di trovare gli avversari più aperti. Invece nel primo tempo quando conquistavamo palla troppe volte tornavamo indietro. E allora non è facile sfondare un blocco basso”.
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