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Tudor: “Io al posto giusto qui alla Juve, al Mondiale per vincere. Yildiz? È raro perché…”

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Igor Tudor, tecnico della Juventus, ha parlato alla FIFA in vista del Mondiale per Club: ecco le sue parole. MONDIALE – “E’ una cosa nuova e una cosa bella sicuramente, sarà entusiasmante: ci sono tutte squadre forti, un torneo...
Marco Astori

Igor Tudor, tecnico della Juventus, ha parlato alla FIFA in vista del Mondiale per Club: ecco le sue parole.

MONDIALE - "E' una cosa nuova e una cosa bella sicuramente, sarà entusiasmante: ci sono tutte squadre forti, un torneo è sempre un torneo. Si partecipa per vedere chi è più forti: ci sono tutti i club più forti al mondo, è una cosa veramente particolare e bella, non solo da giocare ma da guardare. Siamo emozionati. Alla fine tutti vogliono vincere: va bene tutto ma poi è bello andare là e farsi vedere comparandosi coi migliori".

ASPETTATIVE - "Ognuno pensa al massimo, siamo in un club che gioca sempre per vincere: si va là per fare il meglio possibile combattendo gara dopo gara".


JUVE - "E' speciale soprattutto per la cultura del lavoro, fondamento che c'è sempre stato in questo club: c'è voglia di sacrificio quotidiano, di resilienza su tutto e di dare il massimo. Questo rappresenta questo club vincente: si è vinto tanto soprattutto grazie alla mentalità. Mi sento di essere al posto giusto: mi sento bene, sono motivato, circondato da persone di qualità che mi vogliono bene e aiutare per fare bene. Mi sento felice e orgoglioso".

YILDIZ - "È molto importante perché sono quei giocatori che giocano in ruoli che fanno la differenza. È quello che piace ai tifosi, il goal, l’assist. Quei giocatori sono sempre più sott’occhio, al centro dell’attenzione. Sono sempre di meno quelli che sono come lui un mix di numero 10 e numero 9. È uno che vede la porta e ti fa giocare bene. Sono rari. Lui ha una dote che da fuori non vedi, è la sua mentalità. Essere sempre sul pezzo, sempre dentro ogni allenamento e dentro ogni esercizio senza paura e con una personalità che va coltivata, va cercata dai giocatori. Non è una cosa scontata nelle nuove generazioni. C’è sempre meno personalità. Quando trovi qualcuno che ha quello e quella mentalità, quelle qualità, bisogna tenerselo stretto quel giocatore".