LEGOWSKI - "Legowski non è ancora meglio identificato ma ha argento vivo addosso, è combattivo. I polacchi da sempre sono giocatori affidabili”.
INZAGHI - "E' combattivo e fa molto movimento in panchina. Gli faccio i miei migliori auguri. Ci parlerò, già il 26. Sarò qui, parlerò con l'allenatore e cercherò di capire mezzi e motivazioni che ci metterà a disposizione per arrivare all'obiettivo. Non è una mia scelta, questo un po' mi condiziona. Se ci sarà da combattere una battaglia preferirei combatterla con qualcuno che scelgo io ma questa non è una condanna per Inzaghi. Non sono così cane da condannare una persona a prescindere. Ma sono costretto a dirlo. In qualche misura sono leggermente condizionato, ma non al punto di volerlo fuori. Mi auguro che mi obblighi a tenerlo, dipenderà solo dai risultati. Ma non scrivete di Inzaghi esonerato, mi raccomando. E' monitorato. Ha bisogno anche di un po' di fortuna. La sua fortuna coincide con il fatto che sia arrivato io che notoriamente sono uomo fortunato, la mia fortuna è trasmissibile”.
MERCATO - "Da domani inizierò a muovermi. Il presidente non è stato così estremo. Ha espresso un desiderio denunciando una situazione. Non è stato così drastico. Il calcio è fatto di occasioni che arrivano, passano e vanno colte. Può darsi che le situazioni di sofferenza economica possano essere sanate da ulteriori spese. A volte investire può essere un affare incredibile, prenderei uno a 2 milioni per venderlo a giugno a 10. Il calcio è fatto di tante vie e molteplici percorsi. Non so se questi nostri giocatori forti accenderanno il mercato. Ad oggi il mio telefonino non sta scottando di richieste da parte di procuratori. Per ora soldi in cassa non me ne hanno portati. Io non passerei il pomeriggio a parlare di cessioni: io mi voglio salvare e vorrei farlo con questo gruppo. Dovranno fare tutti di più e meglio, ma è con loro che voglio restare in serie A. Se poi riusciremo a gratificare l'azienda ben venga, ma guai a dimenticare che ora la mente deve essere proiettata alla trasferta di Verona".
CESSIONI - "Se hanno mal di pancia forse con me ne avranno di più. Io osserverò tutti gli allenamenti, mi interessa la predisposizione alla fatica sotto sforzo. Guarderò ogni cosa, anche la postura del corpo e i singoli movimenti. Non vedo l'ora di essere sul campo. Nel quotidiano e non nei 90 minuti. Parlerò a tutti: come gruppo e poi individualmente. La mia idea di vita e di calcio sarà trasmessa allo spogliatoio. So che sarà difficile, ci sono tante teste da mettere insieme e uno zibaldone di idee da decodificare. Riconosco una particolare attenzione ai dettagli e state certi che la farò valere".
ACQUISTI - "Di quanti giocatori abbiamo bisogno? Sono domande che rispetto al massimo ma che trovo frustranti. E' come se non avessi detto niente fino a questo momento. Prima voglio capire, non dirò mai che abbiamo bisogno di centrocampisti, difensori e attaccanti. Devo parlare singolarmente con ognuno di loro, solo dopo ragionerò sulle integrazioni. Io sono per la dialettica aperta, non è una risposta polemica".
MIKAEL - "Ha causato a me sofferenza professionale, il suo modo di fare è totalmente avulso dalla mia idea di calcio. E' stata una delusione umana, prima ancora che professionale. In allenamento gli ho visto fare cose di un certo spessore col piede sinistro e io strizzavo l'occhio ai miei collaboratori. Però non è un giocatore, non a caso faceva un altro mestiere. Se non sei atleta dentro e fuori fai fatica, qui non ce lo voglio nemmeno per un pomeriggio. Cercherò una soluzione in Brasile".
BONAZZOLI - "Quanto a Federico, so che è un ragazzo fortissimo che nella mia gestione ha fatto la differenza. E' un figlio mio, per me è un grosso dispiacere vedere che non sta incidendo neppure a Verona. Lui sa quanto è bravo, ma non lo sta dimostrando".
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