CAGLIARI - “Ho deciso che il Cagliari sarà l’ultima squadra che allenerò. Farei un’eccezione soltanto per un nazionale intrigante, e preciso che non mi sto candidando alla panchina azzurra. Sì, smetterò a Cagliari, ma non so quando. Magari resisto vent’anni. Scherzi a parte, questo è il posto giusto per smettere, mi sento di chiudere finalmente un cerchio. Qui è cominciata la mia carriera, perché quando il Cagliari mi chiamò puntando su un giovane senza esperienza, 35 anni fa, era la scommessa della mia vita. Potevo bruciarmi, all’epoca neanche sapevo se avrei fatto l’allenatore. Cominciammo con l’idea di provare a tornare in B nel giro di un paio di d’anni, invece in quei due anni passammo dalla C alla A. Da allora ho Cagliari dentro”.
AMATO - “Perché? Credo che sia perché do rispetto e di conseguenza ne ricevo. Sono stato apprezzato anche quando non ho vinto, forse perché non mi sono mai tirato indietro. Mi dicono che c’è sempre stato affetto ovunque, o qualcosa del genere. E poi forse conta il fatto che mi sono sempre comportato bene, che se perdo perché gli altri hanno giocato meglio lo riconosco, che non cerco scuse, che non corro dietro all’arbitro per dare la colpa a lui o magari alla pioggia. Il risultato è la prima cosa. Ma ai giocatori dico: se date tutto, accetto qualunque verdetto. La cosa più importante è avere la coscienza a posto. Ecco: la vittoria è dare tutto e avere la coscienza a posto".
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo del fantacalcio senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Sosfanta per scoprire tutte le news di giornata.
© RIPRODUZIONE RISERVATA


/www.sosfanta.com/assets/uploads/202512/52af8bc44d0cce8f49376818cbad0ce6-scaled-e1766323990857.jpg)