Stefano Pioli, ex allenatore del Milan, ha concesso un’intervista ai microfoni di Radio Tv Serie A. Queste le sue parole riprese da Tmw. THEO E LEAO – “Hanno di speciale che sono due ragazzi con i quali siamo cresciuti insieme,...
Stefano Pioli, ex allenatore del Milan, ha concesso un'intervista ai microfoni di Radio Tv Serie A. Queste le sue parole riprese da Tmw.
THEO E LEAO - "Hanno di speciale che sono due ragazzi con i quali siamo cresciuti insieme, due ragazzi ai quali ho voluto un bene dell'anima e due ragazzi che secondo me avevano bisogno di certi tipi di rapporti ma al contempo due ragazzi che sono solari, belli, difficili perché non così continui, a volte un po' indolenti. Io con loro ho avuto un bellissimo rapporto, poi a volte mi facevano arrabbiare, perché sono due giocatori che potevano condizionare il risultato della partita sia in positivo che in negativo. Quando li ho conosciuti io erano molto giovani, soprattutto Rafa. Theo forse era il secondo anno che giocava con continuità, perché era andato dal Real Madrid in prestito ancora in Spagna. E quindi, secondo me, soprattutto arrivando in un campionato così complicato, in un ambiente così dove c'è così tanta pressione, tanta aspettativa, hanno bisogno di essere aiutati, spronati, stimolati. Perché poi aiutarli non vuol dire coccolarli sempre, a volte sì ma a volte vuol dire dargli bastone e carota in ufficio e altre volte davanti a tutti. Insomma è stato un bel lavoro e credo che abbiamo ottenuto successi importanti. Io mi sento il padre calcistico di tutti i giocatori che ho avuto, perché per me e per lo staff il primo obiettivo è sempre stato a fine anno quanti giocatori siamo riusciti a far crescere, secondo chiaramente i nostri principi calcistici ma anche morali. Questo è sempre stato il primo obiettivo. Poi è chiaro che di pari passo va il rispetto delle aspettative del club e quindi di ottenere risultati, ma da allenatore se tu mi chiedi qual è la mia priorità è migliorare il giocatore che ho a disposizione. E per migliorare il giocatore che ho a disposizione non è sufficiente solamente tutto quello che riguarda il campo, ci vuole anche altro secondo me".
DE KETELAERE - "Adesso è sulla bocca di tutti, ma è chiaro che non credo che sia stata solamente colpa mia. Chiaro che probabilmente qualcosina non ha funzionato mentre adesso con Gasperini sta funzionando anche grazie all'ambiente. Uno può essere lui, ma sicuramente ce ne sono anche altri".
REIJNDERS - "Durante la scorsa stagione gli ho sempre detto che non la buttava mai dentro. Io già lo conoscevo, avevo visto un West Ham-AZ Alkmaar con mio figlio e con l'altro mio analista e ho detto "guardiamo questo giocatore qua perché mi è piaciuto". Per me è un giocatore di un'intelligenza, di una qualità, di una classe incredibile, però l'anno scorso ha avuto tante e tante occasioni per segnare, anche in allenamento, perché lui ha un gran tiro preciso e non riusciva a segnare, ma fa parte di annate così. Il primo anno in Italia è sempre molto difficile per i giocatori perché siamo complicati noi, siamo diversi. Più strateghi, più tattici, il calcio è più difficile da sviluppare, ma sulle qualità di Tiji non ho mai avuto un dubbio".